martedì 30 settembre 2014

Parole per addormentarti



Vorrei sedere accanto
a qualcuno e cantando addormentarlo.
Vorrei con nenia infantile cullarti
e accompagnarti al sonno e al risveglio.
Vorrei essere nella casa l’unico
a saperlo: che fredda era la notte.
E vorrei tendermi in ascolto dentro e fuori,
in te, nel mondo, nel bosco.
Gli orologi si chiamano a rintocchi,
e si scorge il fondo del tempo.
E ancora – giù – uno sconosciuto passa
e disturba un cane sconosciuto.
Di là da questo si fa silenzio. Grandi
in te ho posato gli occhi;
e dolcemente ti trattengono e ti lasciano
quando una cosa nel buio si muove.

(Rainer Maria Rilke)

 
Along came a spider - Jack Vettriano

lunedì 29 settembre 2014

Citazioni Cinematografiche n. 64


Jake: Tu ti scopi mia moglie?
Joey: Cosa?!
Jake: Tu ti scopi a mia moglie?
Joey: Come fai a chiedermi una cosa così? Come fai? Io sono tuo fratello. Dove lo trovi il coraggio per chiedermi una cosa del genere?
Jake: ...E dimmelo.
Joey: Io non ti rispondo. No, a questo non ti rispondo. È stupido.
Jake: ...Tu sei molto furbo, Joey. Tu mi dai un sacco di risposte ma la risposta giusta non me la dai. Te lo chiedo un'altra volta. Te la sei scopata sì o no?
Joey: Io non ti rispondo. Questa è una domanda da squilibrato, tu sei malato, io non sono tanto malato, io non ti rispondo. Io non ti dico un accidente. Io me ne vado via. Se chiama Lenore, dille che sono andato a casa. Io non ci sto in questo manicomio con te, sei malato tu, mi fai pena sul serio. Lo sai che dovresti fare? Cerca di scopare di più e di mangiare di meno. Così non avrai problemi in camera da letto e non te la prenderai con me e con tutti quanti gli altri. Hai capito, stronzo che non sei altro? Tu stai dando i numeri. Brutto stronzo.

(Jake LaMotta/Robert De Niro e Joey LaMotta/Joe Pesci in “Toro Scatenato”, di Martin Scorsese – 1980)



sabato 27 settembre 2014

Fra due respiri


Esiste una sola specie di amore, al di là dello spazio e del tempo; tutti gli incontri sulla terra sono immagini, sono colori dell’unica e indivisibile luce. L’amore inteso in senso generale, l’amore nel turbine della temporalità è terreno, è nettunico; l’oceano è la culla dalla quale si erge Afrodite. Dai suoi abissi sgorga ciò che nell’amore è onda e ritmo, tensione e mescolanza, ciò che è meraviglioso e temibile. Sulla riva del mare e sugli scogli noi percepiamo la sua anonima canzone fatale, le profonde voci delle sirene che, emergendo e tuffandosi, ci attirano per perderci nel loro mare. L’attrazione è irresistibile.

(Ernst Jünger)

giovedì 25 settembre 2014

10 Libri



La mia cara amica Marinella (letturedimari.blogspot.it il suo stimolante blog), attraverso Facebook, mi ha simpaticamente coinvolto nel “gioco” di elencare i 10 libri più amati.
Accolgo l’invito e presento il mio elenco. Devo ammettere di essermi divertito ed anche un po’ stupito e “rammaricato” per certe eccellenti esclusioni che ho operato!

·        La Marcia di Radetzky – Joseph Roth
·        Il Ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde
·        Il Giornalino di Gian Burrasca – Vamba
·        Viaggio al centro della Terra – Jules Verne
·        Musica per camaleonti – Truman Capote
·        Lei così amata – Melania Mazzucco
·        Capitano Alatriste – Arturo Pérez Reverte
·        Fontamara – Ignazio Silone
·        La Svastica sul Sole – Philip K. Dick
·        Gimpel l’idiota – Isaac Bashevis Singer.

La partecipazione avrebbe comportato che, a mia volta, chiamassi in causa, ovvero “nominassi” (brividi di ribrezzo percorrono il mio essere ad utilizzare tale espressione) qualcuno dei miei contatti su quel social network.
Sono restio a coinvolgere altri in quella che, di fatto, è “una catena”, perciò piuttosto che scrivere uno o più nomi, ho invitato i miei contatti a leggere uno dei libri che ho elencato (qualora non lo avessero già fatto, poiché rileggere è lusso concesso a pochi). 
Ripropongo l'invito anche qui ed ora.
Io farò la stessa cosa con uno di quelli proposti da Marinella.
Grazie!












lunedì 22 settembre 2014

Citazioni Cinematografiche n. 63


Lenny: Cristo!
Max: Secondo le statistiche quella è la seconda parola più usata dalla gente prima di morire.   Merda è la numero uno.

(Ralph Fiennes/Lenny Nero e Tom Sizemore/Max Peltier in “Strange Days”, di Kathryn Bigelow - 1996)
 

 

sabato 20 settembre 2014

Verrà la Morte



Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

22 marzo '50

(Cesare Pavese)

venerdì 19 settembre 2014

Malemort - Editoriale Cosmo



Malemort è una saga fantasy, originale ed affascinante, sceneggiata e resa graficamente da Eric Stalner.

Secolo 13°, in Francia, regione della Dordogna, paese di Catari. Trent’anni dopo la guerra agli eretici Albigesi, facciamo la conoscenza di Anthea, splendida e indomita fanciulla, come nella migliore tradizione, dall’animo da cavaliere ma capace di amare. Un amore impossibile in un’Europa di intolleranza, violenza e crociate.

Una storia che già con gli elementi storici e avventurosi sarebbe in grado di convincere, ammaliare e conquistare il lettore. Si aggiungono temi e situazioni gotiche e fantastiche, in primis il nobile conte che dona alla serie il suo nome.


Malemort si affida al classico e gestisce ottimamente elementi tipici del fantasy, quindi incontriamo nani combattivi e cavalieri, una inquisizione malvagia, demoni, streghe e perfino vampiri. La giovane protagonista Anthea ci guida nel corso dei tre episodi proposti dalla Editoriale Cosmo per salvare sua madre e lottare contro l'inquisizione al fianco di pittoreschi personaggi. Lo stile grafico di Stalner è pressoché perfetto (non ci si cruccia troppo per la mancanza del colore), regalandoci ambientazioni dettagliatissime e personaggi espressivi ed umani. Il fantasy incontra il gotico e lo stile, narrativo e grafico, vi si adatta con buone soluzioni e arricchendo la intrigante vicenda. 



giovedì 18 settembre 2014

Silenzio # 12



SILENZIO IN LIGURIA

Scade flessuosa la pianura d'acqua
Nelle sue urne il sole 
Ancora segreto si bagna.
Una carnagione lieve trascorre.
Ed ella apre improvvisa ai seni 
La grande mitezza degli occhi.
L'ombra sommersa delle rocce muore.
Dolce sbocciata dalle anche ilari, 
Il vero amore è una quiete accesa,
E la godo diffusa 
Dall'ala alabastrina 
D'una mattina immobile.

(Giuseppe Ungaretti, da Sentimento del tempo, 1933)





lunedì 15 settembre 2014

Citazioni Cinematografiche n. 62


“Qui è Jack Burton, del Pork-Chop Express, che parla a chiunque sia in ascolto. Come dicevo sempre alla mia ultima moglie, io mi rifiuto di guidare più veloce di quanto possa vedere, e a parte questo è solo questione di riflessi. I consigli del vecchio Pork-Chop Express sono preziosi, specialmente nelle serate buie e tempestose, quando qualche maniaco alto due metri e mezzo e con l'occhio sanguigno vi artiglia il collo e vi pianta l'unica testa che avete contro la parete di un bar chiedendovi se avete pagato il conto... Voi fissate a vostra volta il primitivo negli occhi e ricordatevi quello che il vecchio Jack dice sempre in casi come questi. Domanda: "Jack hai pagato il conto?". "Sì ti ho spedito l'assegno per posta". Ragazzi con questo non voglio dire che sono un uomo di mondo e che la vita per me non ha più segreti, anzi, sono convinto che il nostro pianeta ci riservi ancora molte sorprese e che bisogna essere dei deficienti per credere che in questo universo siamo soli.” 

(Jack Burton/Kurt Russell in “Grosso guaio a Chinatown, di John Carpenter - 1986)
 

 

domenica 14 settembre 2014

Colpa delle Stelle (2014)



Perché vedere “Colpa delle Stelle”?

Perché i due giovani protagonisti sono carini e bravi;
Perché il sorriso di lui è sornione e vagamente seduttivo, ma anche simpatico e non annoia;
Perché gli occhi di lei sono intensi e luminosi;
Perché loro due, insieme, “funzionano” molto bene;
Perché la sceneggiatura è rivolta ai teen-ager ma è adatta anche agli adulti;
Perché Willem Dafoe in pochi minuti ti cattura e trasmette il dolore del suo personaggio in modo diretto e inevitabile;
Perché c’è sentimento ma non sentimentalismo;
Perché ci sono pathos, ironia, dolore e sorrisi, ben alternati e dosati;
Perché rappresenta la vita e l’amore;
Perché la regia è attenta e “furba”;
Perché i più giovani non conoscono “Love Story”;
Perché ci sono concessioni agli adolescenti alla “MTV”, ma anche momenti intensi e genuinamente commoventi;
Perché “il dolore necessita di essere sentito”.

Io l’ho visto!

I due protagonisti, Ansel Elgort/Augustus Waters e Shailene Woodley/Hazel Grace Lancaster

Willem Dafoe








giovedì 11 settembre 2014

La Fotografia secondo Margaret Bourke-White


“Trovare qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno avrebbe potuto immaginare prima, qualcosa che solo tu puoi trovare perché, oltre ad essere fotografo, sei un essere umano un po' speciale, capace di guardare in profondità dove altri tirerebbero dritto.”

Margaret Bourke-White
 
Margaret Bourke-White

 

lunedì 8 settembre 2014

Citazioni Cinematografiche n. 61


Harold: Non fa più rivolte?

Maude: Oh sì... tutti i giorni... ma adesso non ho più bisogno dell'ombrello per difendermi, combatto ancora per la roba grossa, ma lo faccio nel mio... piccolo, è una lotta individuale.

(Harold Chasen/Bud Cort e Maude/Ruth Gordon in “Harold e Maude”, di Hal Ashby - 1971)



sabato 6 settembre 2014

La Grande Guerra # 4


Ritorno a “parlare” della Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra, nell’anno del centenario del suo inizio. Era infatti il 28 luglio 2014 quando l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia ed iniziò ad invaderne i territori. Cinque giorni prima c’era stato l’ultimatum posto alla stessa Serbia, in seguito all’assassinio dell’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e della moglie Sofia, a Sarajevo, da parte dello studente serbo Gavrilo Princip.


Il cinema, fin dai suoi albori, si interessa alla Grande Guerra. Già nel 1918, appena i cannoni hanno smesso di tuonare, Abel Gance, con “J’accuse”, e Charlie Chaplin con il suo “Charlot Soldato”. Diverse sensibilità e diverse prospettive per illustrare e riflettere sull’”inutile strage”, come la definì papa Benedetto XV.

Il cinema si ispira ai romanzi (“Addio alle armi” fra i primi), ai memoriali, alle biografie, ai fatti di cronaca. Di rado però i film ambientati durante la Grande Guerra si risolvono in cinematografia di genere. Piuttosto, i vari scenari, marini e terrestri, la trincea in particolare, divengono simbolo della guerra, del dolore e della barbarie, che affiora, nel XX secolo, alla fine della Belle èpoque, proprio dove meno ci si aspetterebbe di vederla in tali proporzioni.

Provo ora a sviluppare, in modo essenziale e inevitabilmente parziale, un percorso in dieci film per una cineteca, di base, sulla Grande Guerra, ampliando quanto esposto in un altro post.

1. Charlot Soldato (USA 1918), di Charlie Chaplin. Una tragedia che si risolve in riso amaro, con il tommie Charlot che la affronta con fucile, munizioni, ma anche caffettiera, grattugia e trappola per topi.
2.  All’ovest niente di nuovo (USA 1930), di Lewis Mileston. Un film alla pari con il romanzo di Remarque, pubblicato l’anno prima. Gioventù, ideali, illusioni e disillusioni, morte e solitudine per guardare alla Grande Guerra con lo spirito della Repubblica di Weimar.
3. La Grande Illusione (Francia 1937), di Jean Renoir. Il regista francese, con tocco elegante ed efficace, ci presenta amicizia, valore, rispetto ed un certo fair play della guerra, con personaggi intensi che esaltano i sentimenti più nobili dell’animo umano.
4.  Il Sergente York (USA 1941), di Howard Haws. Ispirato alla vera storia di Alvin York, quacchero pacifista, che diventa un eroe di guerra. La Grande Guerra alla americana. Farà scuola, a suo modo, ma in seguito se ne trarranno in gran parte solo gli elementi più immediati e banali.
5.  Orizzonti di Gloria (USA 1957), di Stanley Kubrick. Il mio preferito sulla Prima Guerra Mondiale. Probabilmente il migliore, con un chiaro messaggio antimilitarista presentato in modo intenso, efficace ed originale in ogni aspetto, di trama, soggetto, sceneggiatura ed immagini. Censurato, proibito in Francia fino al 1975.
6. La Grande Guerra (Italia-Francia 1959), di Mario Monicelli. Il migliore fra i film italiani sulla guerra. Commedia amara, che alterna grottesco, risate, crudezza e realtà, che si chiude con la fucilazione dei due protagonisti, i codardi imboscati, gli indimenticabili giullari, Vittorio Gassman ed Alberto Sordi.
7.  Lawrence d’Arabia (Gran Bretagna 1962), di David Lean. Non si va a fondo sulle ombre e le ambiguità del protagonista, ma è un ottimo film sulla Grande Guerra in quella parte di mondo. Inoltre un cast d’eccezione per una costruzione scenico-drammaturgica d’alto livello.
8.  Uomini Contro (Italia 1971), di Francesco Rosi. Quando non si fa travolgere dalla vena politica e polemica, il regista italiano riesce a tradurre il bello e complesso romanzo di Emilio Lussu su cui si basa (Un anno sull’altopiano). Tentativo a volte non riuscito, ma utile come documentazione ed alcune scene informano ed istruiscono più di un trattato.
9.  Gli Anni Spezzati (USA 1981), di Peter Weir. Coinvolgente, commovente e commosso. Più che un omaggio del regista australiano all’opera ed al sacrificio dell’ANZAC, i Corpi dell’Esercito Australiano e Neozelandese.
10. La Vita e nient’altro (Francia 1989), di Bertrand Tavernier. Lucido, intenso, di una potenza morale tale da saldare in conti con la censura a Kubrick. Le emozioni vengono tenute a bada per esaltarne il messaggio di dolore e profonda umanità.