giovedì 31 marzo 2016

Il Mio Nome




Che t’importa del mio nome?
Esso morirà, come il triste rumore
Dell’onda, che batte contro una lontana riva,
Come un suono notturno in un profondo bosco.

Esso sul foglietto di un album
Lascerà una morta traccia, simile
Al ricamo di una iscrizione tombale
In una lingua sconosciuta.

Che c’è in questo nome? Da tempo dimenticato
Nelle agitazioni nuove e ribelli,
Alla tua anima esso non darà
Puri, teneri ricordi.

Ma nel giorno della tristezza, nella quiete,
Pronuncialo con nostalgia;
Dì: c’è una memoria di me,
C’è al mondo un cuore nel quale io vivo…

(Aleksandr Sergeevič Puškintrad. Eridano Bazzarelli)


lunedì 28 marzo 2016

Citazioni Cinematografiche n. 142

Ho subito un danno. Le persone danneggiate sono pericolose. Sanno di poter sopravvivere... È la sopravvivenza che le rende tali... perché non hanno pietà. Sanno che gli altri possono sopravvivere, come loro.

(Anna Barton/Juliette Binoche in “Il Danno”, di Louis Malle - 1992)



giovedì 24 marzo 2016

Il Bacio di Giuda


Secondo il racconto degli evangelisti Giuda Iscariota tradì Gesù. Questo sarebbe accaduto la sera in cui il Maestro ed i suoi discepoli erano in ritiro di preghiera presso l'orto del Getsemani. La tradizione e la liturgia cattolica rievocano l'episodio nel giorno del giovedì santo. Oggi.






Massimo Troisi, “Ricomincio da tre” (1981).


lunedì 21 marzo 2016

Citazioni Cinematografiche n. 141


Pauline: Vorrei che James Mason facesse un film religioso, sarebbe un perfetto Gesù!
Juliet: Dice mio padre che la Bibbia è una scemenza.
Pauline: Ma noi andiamo tutti in paradiso.
Juliet: Io no. Io vado nel quarto mondo. È un po' come il paradiso, ma è meglio, perché non ci sono i cristiani. È un assoluto paradiso di musica, arte e godimento puro! Ci sarà James... e Mario. Loro saranno gli unici santi.


(Pauline/Melanie Lynskey e Juliet/Kate Winslet in “Creature del cielo”, di Peter Jackson - 1994)



lunedì 14 marzo 2016

Citazioni Cinematografiche n. 140

Scottie: Dove va?
Madeleine: Non lo so.
Scottie: Commissioni?
Madeleine: No.
Scottie: Ha una meta particolare?
Madeleine: No, pensavo di andare un po' in giro.
Scottie: Stavo per fare altrettanto.
Madeleine: Oh, già, l'avevo dimenticato: è la sua occupazione.
Scottie: Non crede che sia una perdita di tempo per tutti e due...?
Madeleine: ...girare separatamente?
Scottie: Ah-ah.
Madeleine: Da soli si può andare in giro. In due si va sempre da qualche parte.


(John "Scottie" Ferguson/James Stewart e Madeleine Elster-Judy Barton/Kim Novak in “La donna che visse due volte”, di Alfred Hitchcock - 1958)




giovedì 10 marzo 2016

Il Colore della Menzogna (1998)



Torno a parlare di un film di Claude Chabrol.
Dopo “Il Buio nella Mente”, è la volta de “Il Colore della Menzogna”, che condivide con il precedente, oltre il regista, anche una delle protagoniste, la brava ed intensa Sandrine Bonnaire.

“Il Colore della Menzogna” è in prima battuta un buon giallo, ben organizzato e molto interessante, con elementi tipici della narrativa di genere europea, un po’ alla Simenon, anche se il “Maigret”, in questo caso è donna ed ha il volto di Valeria Bruni Tedeschi.

Si nota come il regista francese, autore anche della sceneggiatura insieme a Odile Barski, abbia fatto propria la lezione del maestro Hitchcock, filtrata da un certo gusto francofono.
Detto questo sottolineo come, però, sembra non essere in cima all'interesse di Chabrol l’inchiesta e la drammatica vicenda, che per quanto ben scritta ed ottimamente presentata, anche grazie ad una efficace fotografia, cede il passo allo studio dei personaggi, all'approfondimento dei caratteri.

Il rapporto fra marito e moglie, il potenziale triangolo che si crea con un possibile amante, la figura del commissario che venendo “da fuori” getta un occhio esterno e quasi “pulito” su quella provincia francese, dove tutti hanno o avrebbero un motivo per mentire. Quindi la menzogna del titolo diviene centrale nella rappresentazione non tanto di una indagine, ma di una realtà fisica e di relazioni fra esseri umani.

I sentimenti e le sensazioni, di frustrazione, fallimento, infelicità vengono sottolineate dall'ambientazione, grigia e a suo modo degradata, nel senso di pulsioni e aspettative, con il paesaggio che assume un suo importante ruolo.
Un film da riscoprire e da rivedere per chi, come me, in quell'ormai lontano 1999 ne rimase affascinato in una piccola sala cinematografica della città universitaria in cui viveva.


Bretagna. In un villaggio di pescatori alcuni bambini scoprono il cadavere di una loro coetanea. Il sospetto cade sul suo insegnante privato di disegno, René, sposato con l'infermiera Viviane attratta da uno scrittore famoso che ha una villa nella zona e ogni tanto vi torna per periodi di riposo. (da mymovies.it)

Claude Chabrol

martedì 8 marzo 2016

Nomi di donna nel titolo - Il ritorno


Due anni dopo il primo post dedicato alle canzoni con nomi di donna nel titolo, ritorno a proporre una lista canzoni.
Roy  Lichtenstein
Nomi di donna, dal rock al pop, dalla canzone d'autore alla musica popolare, per festeggiare le donne.

Canzoni d’amore, ma non solo, ironia e leggerezza, ma anche dolore e vita quotidiana, tra sentimenti forti e indifferenza, passione e cieca follia.
 
Lucian Freud
A loro modo figure romantiche. Potremmo dire grandi donne per grandi autori e autrici, muse o rimpianti, motivo di ispirazione tramite gioie e dolori.




Autori stranieri e musica italiana, Autrici e Artisti, singoli artisti e gruppi, le donne cantate e celebrate per un buon ascolto e per il piacere di pensare alle donne, passate, presenti e future.

Lee Lufkin Kaula
Come in letteratura, anche in musica.

  1. Fabrizio De Andrè – Geordie
  2. Francesco Guccini – Samantha
  3. Bruce Springsteen - Janey don't you lose heart
  4. The Beatles – Michelle
  5. Buddy Holly – Peggy Sue
  6. Tori Amos - Jackie's strength
  7. Moriarty – Private Lily
  8. Jeff Beck – Sophie
  9. Chet Baker – My Funny Valentine
  10. Schola Cantorum – Lella
  11. Eurythmics – Julia
  12. Gianni Togni – Giulia
  13. Fabio Concato – Giulia
  14. The Pogues – Sally MacLennane
  15. Angelo Branduardi – Laila Laila
  16. Chris Rea – Josephine
  17. Alice – Per Elisa
  18. Annalisa – Alice e il blu
  19. Gino Paoli – Annamaria
  20. Franco Califano – Angela
  21. Toto – Rosanna
  22. Ray La Montagne – Sarah
  23. Rod Stewart – Maggie May
  24. Ornella Vanoni – Vai Valentina
  25. Lucio Battisti - Non è Francesca

lunedì 7 marzo 2016

Citazioni Cinematografiche n. 139

Nanni: Poi dovrebbe nascere verso metà aprile...
Silvia: Il termine scade il 13, sì.
Nanni: Emma Thompson mi sa che è nata in quei giorni...
Silvia: Jack Nicholson, Al Pacino... Oddio, speriamo che non diventi un attore.
Nanni: Ma che discorsi sono "speriamo che non diventi un attore"... noi gli IMPEDIREMO di fare l'attore!


(Nanni/Nanni Moretti e Silvia/Silvia Nono in “Aprile”, di Nanni Moretti - 1998)


venerdì 4 marzo 2016

Le Storie #40 - I Sogni dei Morti


Mentre in questi giorni è in edicola il numero 41 della collana “Le Storie”, scrivo del numero 40, “I Sogni dei Morti”, sceneggiato da Paola Barbato e disegnato da Anna Lazzarini.

La Barbato è ormai una presenza abituale di questa serie Bonelli, per la quale ha sceneggiato vari numeri, oltre quelli firmati come componente del pool di autori impegnati su Dylan Dog.
La caratteristica principale del suo lavoro per “I Sogni dei Morti” è l’attenzione ai personaggi, ma a differenza che in altre occasioni, specialmente negli albi dell’Indagatore dell’incubo, qui si esprime nel proporre ed approfondire i rapporti e le relazioni fra i vari protagonisti della storia. Al centro della vicenda c’è una giovane ragazza gallese, Shannon, che grazie al suo dono di entrare in contatto con i defunti, è conosciuta da gran parte della comunità in cui vive.
Il “nodo” della storia potrebbe risolversi in elementi soprannaturali, con approfondimenti cupi e introspezione spinta, ma invece a prevalere è l’elemento giallo, quasi investigativo, per il quale è fondamentale la rete di relazioni intessute dalla giovane protagonista e dai suoi affetti ed amici. Proprio la sua famiglia e l’amica più cara sono gli elementi principali per risolvere un mistero e svelare, a poco a poco, quanto di nascosto e torbido risieda nei luoghi in cui vive.

Paola Barbato, in questo sostenuto dai precisi, chiari, definiti, oserei dire “semplici” disegni della Lazzarini (in senso positivo e di valore del risultato), lascia da parte atmosfere cupe, angosce e orrore per concentrarsi su una realtà molto immediata e facilmente interpretabile, dove le storie dei personaggi ed i loro sentimenti vengono presentati e offerti al lettore perché li accolga per quello che sono, senza introspezioni e riferimenti troppo alti e distanti.

In un piccolo villaggio del Galles, può non sorprendere che, ancora ai nostri giorni, sopravviva qualche antica credenza… Il dono di Shannon, però, non è una superstizione: nel sonno, lei parla con i morti, percepisce i loro ultimi pensieri e li comunica ai parenti. Un rituale un po’ sinistro, ma in fondo innocuo, almeno finché, tra le voci dei trapassati, non emerge quella di una ragazza rapita… forse vittima di un omicidio! (da sergiobonelli.it)