venerdì 29 aprile 2016

Memoria del mio amore




Lacrime anche lì, attraverso la terra
ti offro, Eliodora, reliquie d’amore,
nell’Ade, lacrime aspre sulla tomba
molto compianta, memoria dei miei
desideri, memoria del mio amore.

(Meleagro)




lunedì 25 aprile 2016

Citazioni Cinematografiche n. 145 - 25 Aprile


Finirà, Pina, finirà. E tornerà pure la primavera. E sarà più bella delle altre, perché saremo liberi. Noi lottiamo per una cosa che deve venire, e non può non venire.

(Francesco/Francesco Grandjacquet in “Roma Città Aperta”, di Roberto Rossellini - 1945)



sabato 23 aprile 2016

Volver - 2006



È nota la potenza espressiva contenuta e abilmente trasmessa in buona parte dei film di Pedro Almodóvar, soprattutto quelli che cominciano ad avere qualche anno sulle spalle. Se da più giovane era soprattutto quella che mi attirava e spingeva a vedere le sue opere e a farmi uscire dalle sale cinematografiche quasi ubriaco di immagini e parole, nel corso delle primavere che si sono succedute nella mia vita ho imparato ad emozionarmi e ad apprezzare la delicatezza ed il tocco raffinato che il regista spagnolo possiede nel raccontare, descrivere e rappresentare l’universo femminile.

La sua vicinanza ed il suo “amore” per le donne è evidente nei due film premiati con l’Oscar. Tutto su mia madreParla con lei, rispettivamente onorati come miglior pellicola straniera e per la miglior sceneggiatura originale, sono con tutta probabilità le pellicole che lo hanno spinto a proporre al pubblico, nel 2006, il suo Volver.

“Le donne per me sono l’origine della vita e anche di tutta la fiction possibile, perché ho vissuto tutta la mia infanzia circondato da donne che raccontavano storie e cantavano. È questo l’universo che ho voluto omaggiare in Volver”

Il film fu premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura, tanto delicata e semplice come pochi registi sono in grado di fare, quando la tematica di vita, amore, morte, dolore e “resurrezione” rischia di rendere pesante lo svolgersi di una trama.


Volver non è semplicemente una commedia, non è un film drammatico di quelli che devono far scendere lacrime presto asciugate, bensì una sorta di ibrido mélo, dove Almodóvar riesce, come è stato solito fare, a mescolare generi differenti in maniera equilibrata e armonica, ammiccando anche al noir.
I litigi, le bugie, i crimini del cuore ma non solo, i tradimenti e gli affetti delle sue donne sono tanto reali nella loro coinvolgente quotidianità, quanto immersi in una dimensione magica, quasi surreale, dove convivono drammi privati, segreti, toccanti esempi di generosità e solidarietà e fantasmi.

Volver, come tornare. Tornare alla vita in senso assoluto, alla vita familiare e a quella dimensione rurale e domestica da cui ci si era allontanati. Tornare all’amore e ad un senso profondo di essere donne, più forti perché si è lottato contro un mondo troppo maschile, che non ha trovato di meglio che prevaricare ed opprimere il femminile di una società e di una realtà, verso cui si prova affetto ma anche paura.


Anche grazie alla recitazione di Carmen Maura e di Penelope Cruz (quest’ultima probabilmente nella sua migliore interpretazione), vengono messi da parte gli eccessi, le citazioni e i “trucchi di regia” cui il cinema di Almodóvar precedentemente ci aveva abituato. A farla da padrone, in senso stilistico, è anzi una certa elegante sobrietà, la semplicità che si unisce alla sicurezza di un regista che governa la materia ed il materiale, narrativo ed umano, che ha fra le mani.
Diverse sono le scene che meritano di essere gustate e godute, in un film dove la naturalezza di alcune inquadrature stupisce per come si incontri con temi profondi, quasi ancestrali e fondanti sul tema della vita e degli sconvolgimenti patiti dalla stessa.

Fin dalla prima sequenza si rimane affascinati e la toccante colonna sonora fa il resto.


giovedì 21 aprile 2016

Se il mio nome



Se il mio nome saper voi bramate,    
dal mio labbro il mio nome ascoltate.   
Io son Lindoro                                 
che fido v'adoro,                        
che sposa vi bramo,                         
che a nome vi chiamo,                    
di voi sempre parlando così            
dall'aurora al tramonto del dì.                 

L'amoroso e sincero Lindoro,             
non può darvi, mia cara, un tesoro.        
Ricco non sono,                             
ma un core vi dono,                        
un'anima amante                                  
che fida e costante                        
per voi sola sospira così         
dall'aurora al tramonto del dì.              

(da “Il barbiere di Siviglia”, di Gioacchino Rossini, Libretto di Cesare Stermini)


lunedì 18 aprile 2016

Citazioni Cinematografiche n. 145

“Il mio nome è Dalton Russell. Fate attenzione a quello che dico perché scelgo le mie parole con cura e non mi ripeto mai. Vi ho detto il mio nome, e questo è il Chi. Il Dove lo potremmo anche descrivere come la cella di una prigione, ma c'è una bella differenza fra trovarsi chiusi dentro una cella e trovarsi in prigione. Il Cosa è facile: ho realizzato un piano in questi giorni allo scopo di eseguire la rapina perfetta ad una banca. Che è anche il Quando. Riguardo al Perché: a parte le ovvie motivazioni economiche, è estremamente semplice... perché lo so fare. Ci resta solo il Come da svelare. Ed è qui – il grande Bardo direbbe – che c'è l'intoppo.”

(Dalton Russell/Clive Owen in “Inside Man”, di Spike Lee - 2006)




domenica 17 aprile 2016

Giorno di Referendum



Il Mare è tutto azzurro


Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
di gioia. E tutto è calmo.
(Sandro Penna, da Poesie - Garzanti, 1973)

Edward Hopper

giovedì 14 aprile 2016

Dampyr 193 - I Misteri di Cagliari



Dampyr n.193, con il soggetto e sceneggiatura di Mauro Boselli, i disegni di Nicola Genzianella, mi suggerisce diverse riflessioni ed emozioni.
Procedendo per un certo ipotetico ordine, direi che quello che, oggettivamente, si potrebbe definire un limite è la concentrazione di parole, dialoghi e scambi di battute discretamente lunghi che tolgono spazio all’azione ed all’intreccio. Tale verbosità, che su altri albi ed avventure farebbe venire la voglia di abbandonare la lettura, in questo caso è, almeno a mio parere, in parte giustificata dalla necessità di “tirare le fila” di un discorso e riprendere alcune questioni che, come è nella natura della serie creata dallo stesso Boselli e da Maurizio Colombo, vengono sviluppate sul lungo periodo, con intervalli, richiami, ipotesi e tracce disseminate lungo una continuità che, necessariamente, alterna albi dai ritmi serrati e albi, se non proprio di passaggio o riempitivi, quasi di pausa e di “riposo”. Inoltre la figura del professor Sanna e della fidanzata Sophie Mutter danno l’opportunità alla sceneggiatura di offrire a chi legge tante suggestioni ed informazioni sul folklore sardo, come probabilmente non accadeva da “Le Terminatrici”, albo n.59 della serie.


Come in altre occasioni ho scritto, gli scenari in cui Harlan Draka recita la sua parte e combatte le sue battaglie sono vari, come vari sono gli antagonisti, i nemici, i suoi alleati costanti o temporanei, diverse sono le tipologie di alleanze e rivalità che vengono presentate al lettore.
In tema di alleanze e rivalità, l’albo “I Misteri di Cagliari” in edicola questo mese, ripropone il duca Nergal, il principe Samael, con tutto ciò che rappresentano in merito all’Equilibrio ed alle potenze infernali, ma, per il mio piacere e curiosità, vede il ritorno della succuba, demonessa Meridiana (o Amanda, oppure Marianne, secondo le epoche e le missioni da compiere), introdotta nel numero 162 “Il Figlio di Joan”.

Commentando quell’albo mi ero definito dispiaciuto che non ci fosse stato spazio per approfondire il suo personaggio e farcelo conoscere meglio. Nel numero 189, “La Casa degli Specchi”, era ritornata in scena, ancora più intrigante ed ammaliante, con il compito di condurre in trappola Harlan, per poi infine essere proprio da lui sottratta ad una fine dolorosa e traumatica.

Ne “I Misteri di Cagliari” è più che una co-protagonista, poiché ci viene raccontata la sua storia secolare, attraverso i suoi dolori, amori, vicende terrene ed ultraterrene, che approfondiscono la figura di questa interessante ed affascinante figura femminile, che si prende lo spazio che le occorre per farsi conoscere, apprezzare e svelare i suoi struggimenti ed il dissidio interiore che la porterà ad una decisa scelta di campo. Scelta che il lettore apprezzerà, sia per la simpatia provata per lei, che per le conseguenze sulla missione del Dampyr e sulla vita di altri protagonisti di questa testata.



Per cui la prolissità a cui facevo riferimento all’inizio di queste righe perde importanza di fronte a quanto viene narrato. 

È stata scelta una forma di narrazione che include una certa indulgenza verso le parole a scapito delle immagini, ma fortunatamente queste riescono a correre in aiuto grazie al sapiente e accurato lavoro di Genzianella, che riproduce Cagliari, all'aperto e nei suoi sotterranei, nonché gli interni con grande efficacia e maestria, donando anche a chi non la pensa come il sottoscritto al riguardo dei contenuti e della storia proposta, un buon motivo per stringere tra le mani questo episodio delle avventure del Dampyr Harlan Draka.

Una macabra scoperta archeologica nelle viscere di Cagliari induce Sophie Mutter e il suo fidanzato professor Sanna a chiedere l’intervento di Harlan Draka. Si scoperchia così un’antica tragedia di inquisitori spagnoli ed ebrei perseguitati in cui furono coinvolti il piccolo non-morto Nicholas, antico leader della Crociata dei Ragazzi, e due pericolosi avversari di Dampyr: la succuba Meridiana e il potentissimo Nergal. Questi inquietanti attori sono ora tornati nel capoluogo sardo, per l’ultima parte del dramma, che si svolgerà tra le viuzze, i sotterranei e i fatiscenti palazzi cagliaritani, tra gli storici quartieri di Marina, Stampace e Castello.. (da sergiobonelli.it)

lunedì 11 aprile 2016

Citazioni Cinematografiche n. 144


Hildy: Vado a sposarmi.
Walter: Vai a sposarti? E perché cavolo, sei già stato sposato.
Hildy: Eh sì, bel matrimonio: appena partito in viaggio di nozze tu mi buttasti giù dal treno per il servizio su quella vecchia uccisa con la fiamma ossidrica.
Walter: È per questo che sei un giornalista di prima classe: tu sei sempre nel posto giusto al momento giusto.
Hildy: Ma non stavo mai a casa, Walter: né per Natale, né per il nostro anniversario, quando lei era in ospedale e aveva le ore contate io stavo nel Tennesse a seguire il processo dell'imbalsamatore pazzo, e non mi succederà più, Walter, ora basta.
Walter: Ok, ok. Vuoi rifare un'altra volta il tuffo? D'accordo. Allora facciamo così. Prima mi segui l'impiccagione e dopo puoi sposarti, ti prendi tutto il weekend, non devi tornare in ufficio fino a martedì.
Hildy: Martedì io sarò a Philadelphia.
Walter: A Philadelphia?
Hildy: Sì prendiamo il treno di mezzanotte. Domani pomeriggio ci sposiamo, con la sua famiglia, e i parenti, gli invitati, gli amici, e martedì io comincio a lavorare per suo zio in un'agenzia pubblicitaria.
Walter: Un'agenzia pubblicitaria?
Hildy: Sì, torno alla vita normale, lascio questo bordello.
Walter: Vuoi dire che ti metterai a scrivere fregnacce come "Traverserei il deserto per una Camel" oppure "Dio li crea e Flit li uccide"?


(Walter Burns/Jack Lemmon e Hildebrand “Hildy” Johnson in “Prima Pagina”, di Billy Wilder - 1974)



lunedì 4 aprile 2016

Citazioni Cinematografiche n. 143


Io non faccio miracoli, faccio le pulizie. Il calcolo qui è semplice: meno casino c'è, più facile è per me pulire.

(Michael Clayton/George Clooney in “Michael Clayton” di Tony Gilroy - 2007)