lunedì 30 maggio 2016

Citazioni Cinematografiche n. 150


La vedova nera: Avevi promesso di non tornare più.
Chow: Volevo vederti.
La vedova nera: E perché?
Chow: Me ne vado, non c'è futuro qui. Torno a Hong Kong, magari lì andrà meglio.
La vedova nera: E quando parti?
Chow: Ho la nave dopodomani.
La vedova nera: Vuoi che ti faccia gli auguri?
Chow: Voglio che partiamo insieme.
La vedova nera: Non sai nulla di me.
Chow: E allora non ti chiederò mai niente.

(La vedova nera/Gong Li e Chow Mo-Wan/Tony Leung in “2046”, di Wong Kar-Wai - 2004)




sabato 28 maggio 2016

25 anni per Nathan Never


Quest’anno Nathan Never, la testata ed il personaggio Bonelli, compie 25 anni.
Fra queste pagine non ho finora mai commentato nessun albo della serie, ma probabilmente il fatto che l’Agente Speciale Alfa (titolo del n.1 uscito nel giugno del 1991) sia uno dei miei personaggi preferiti e più cari risulta evidente.
Lo leggo da 25 anni, quando ancora si telefonava solo da casa o al massimo da una cabina telefonica rifornendosi di gettoni o di una scheda, ma banalità a parte, il concetto è che sono cresciuto anche leggendo questa serie.
Mi entusiasmò pressoché da subito ed alcuni degli albi dei primi anni li ho riletti più volte, tanto mi erano piaciuti e perché vi trovavo avventura, divertimento, approfondimento, stimoli, messaggi profondi e convincenti, buone storie ed ottimi disegni. La fantascienza nei fumetti era per me una emozionante novità, avvezzo com’ero al western, alle saghe storiche, a quel po’ di horror che potevo affrontare, alle storie di avventura e ai personaggi Disney che mi avevano fatto compagnia fino all’adolescenza.
Nel corso degli anni e degli albi proposti ci sono stati periodi esaltanti, altri meno soddisfacenti, occasioni mancate (la Guerra con le Stazioni Orbitanti), altre meglio proposte (la Guerra dei Mondi), si sono succeduti antagonisti di grande livello (Aristotele Skotos) e personaggi non del tutto convincenti (l’Uomo Quantico), amici, nemici, amori e rivali che hanno arricchito la serie e reso Nathan Never, come uomo, una figura che può essere ammirata da diverse angolature, così come Legs Weaver, Sigmund Baginov (solo per limitarsi ai primi Agenti Alfa) ed altri ancora.

L’occasione dei 25 anni si incontra con l’uscita in edicola del numero 300 “Altri Mondi”, dove tornano uno dei creatori dell’Agente Alfa, Bepi Vigna e uno dei disegnatori più importanti per la vita della testata, oltre che ex copertinista, Roberto De Angelis (il primo fu Claudio Castellini ed ora è la volta di Sergio Giardo).
Propongo all’attenzione questo numero 300, oltre che per il compleanno e la giusta soddisfazione per la longevità della serie, soprattutto perché ritengo possa essere l’occasione per avvicinarsi o riavvicinarsi al personaggio ed al suo mondo.
Nelle pagine di “Altri Mondi”, efficacemente colorate da Francesca Piscitelli, che alterna tonalità fredde, colori caldi e gradazioni di grigio secondo le diverse ambientazioni e lo stato d’animo dei personaggi, troviamo fantascienza di buon livello.










Fantascienza ormai “classica”, come quella targata anni 90 con la suggestione del cyberspazio, degli hacker ed un riferimento cinematografico ormai divenuto un “must”, ovvero Matrix dei Wachowski, ma anche approfondimento metanarrativo e filosofico che riprende temi ampiamente proposti ma con un aggiornamento che sa quasi di “cerchio che si chiude” per riprendere un cammino che a volte si è fatto stanco, al limite del noioso.






Un nuovo lettore, oppure uno vecchio che avesse abbandonato la lettura di Nathan Never qualche anno fa, potrebbe trovare vari motivi per godersi “Altri Mondi”.
I disegni, i colori, la riflessione sul singolo e sull’umanità, sulle vicende individuali e sull’idea di Vita e di Mondo, per come appaiono e per come vengono vissute. Si troverebbe ad avere l’occasione di leggere una bella storia, ben scritta e rappresentata, narrata con intelligenza e capacità di rendere l’avventura al meglio, con l’obiettivo di divertire, intrattenere, stupire ed anche stimolare curiosità e sete di conoscere.

Per un albo a fumetti è tanta roba ed un lettore che da quando aveva 15 anni aspetta la sua dose di fantascienza per immagini può sentirsi contento di conoscere Nathan Never.


giovedì 26 maggio 2016

Sorrisi




SORRISI
Erano tanti un tempo i tuoi sorrisi:
sorpresi, maliziosi, festosi sorrisi,
tristi a volte un tantino, ma tuttavia, sorrisi.
Non uno è rimasto a te dei tuoi sorrisi.
Troverò un campo dove a centinaia crescono i sorrisi.
Te ne porterò una bracciata dei più bei sorrisi.
Tu mi dirai che non hai bisogno di sorrisi,
ché troppo ti hanno stancato i miei e gli altrui sorrisi.
E hanno stancato anche me gli altrui sorrisi.
E hanno stancato anche me i miei propri sorrisi.
Di difesa ne ho tanti di sorrisi,
che mi rendono ancora meno facile ai sorrisi.
Ma, a dire il vero, io non ho sorrisi.
Sei tu per la mia vita l’ultimo dei sorrisi,
sorriso, che sul volto non ha mai sorrisi
.
(Evgenij Evtušenko – trad. Evelina Pascucci)






lunedì 23 maggio 2016

Citazioni Cinematografiche n. 149

Goooood Morning Vietnaaaaam! Ehi, non è una prova questa, questo è rock-n-roll!
(Adrian Cronauer/Robin Williams in “Good Morning Vietnam”, di Barry Levinson - 1987)





sabato 21 maggio 2016

Giallo, Noir & Thriller/30



Titolo: Arrivederci Amore, Ciao
Autore: Massimo Carlotto
Editore: E/O 2002

Un romanzo di formazione in nero, feroce, a tratti grottesco per quanto risulti reale e tremendamente plausibile nella società italiana ed europea attuale. Tutto raccontato in prima persona dal protagonista, quel Giorgio Pellegrini (portato anche sugli schermi cinematografici) che Massimo Carlotto fa viaggiare fra Centro America, Francia ed Italia, per raccontare al lettore come nel cuore nero del Nord Est, tanto caro allo scrittore dal punto di vista narrativo quanto marcio, un cinico e spregiudicato ex terrorista possa ambire a scalare le vette della criminalità e della buona facoltosa neo borghesia.

Quasi come se il noir fosse un mezzo per mostrare senza filtri e porre in chiara evidenza le storture, il male, la bruciante e spietata cattiveria di un capitalismo di provincia e di un carattere, che è principalmente un delinquente assassino, subito e chiaramente riconoscibile, tanto che anche il mondo della politica ne riconosce le potenzialità ed il valore, come strumento di azione e di arricchimento.
Non c’è spazio per ironia o sentimenti, solo crudeltà e determinazione criminale al fine di raggiungere lo scopo prefisso. La canzone del titolo non comprende una parentesi romantica od un vago tentativo di redenzione, bensì sottolinea il dramma diffuso ed un tragico epilogo.  Il distacco e la freddezza del protagonista sono resi con una scrittura agile, immediata, che ne determina le malefatte come la diretta conseguenza dell’espressione della propria personale natura.
Ma se Giorgio Pellegrini assurge a vero “cattivo” per eccellenza, la parte peggiore, probabilmente, la recita il contesto sociale, economico ed umano che gli gira intorno, per servirlo, servirsene ed esserne usato e sfidato. Un contorno di faccendieri, malavitosi italiani e stranieri, poliziotti cinici, politici corrotti e spregiudicati, avvocati al soldo dei peggiori elementi, prostituzione a tutti i livelli e denaro mai onestamente guadagnato. Tutti, senza eccezione, che desiderano salvaguardare un’immagine, una facciata di falso moralismo, perbenismo e accettabilità sociale.

Il Nord Est di Carlotto, narrato a più riprese, ma forse mai così efficacemente e con tanto coinvolgimento del lettore come in questo indispensabile noir italiano.


giovedì 19 maggio 2016

Questa mano



All’incirca lo slogan su questo manifesto d’epoca recita così: “Sii orgoglioso cittadino sovietico! Hai aperto la strada dalla Terra alle stelle”.

Anche se forse c’è scritto “’Sta mano po esse razzo e po esse piuma”.




lunedì 16 maggio 2016

Citazioni Cinematografiche n. 148



Sai, a Yuma ci sono già stato. Due volte. E due volte sono evaso.


(Ben Wade/Russel Crowe in “Quel Treno per Yuma”, di James Mangold - 2007)




sabato 14 maggio 2016

Non chiederci la parola




Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
.

(Eugenio Montale – Ossi di Seppia)






giovedì 12 maggio 2016

Dampyr #194 - La Città Abbandonata


Quest’anno ricorre il trentennale dell’incidente avvenuto a Chernobyl, nell’allora Unione Sovietica.
Anche l’albo numero 194 di Dampyr, “La Città Abbandonata”, propone un ricordo del tragico evento.


Lo fa con la sceneggiatura di Luigi Mignacco e la buona prova ai disegni di Andrea del Campo per quanto riguarda la rappresentazione di orrore e mostri, efficaci anche più della componente realistica.
La trama ripropone la saga, il filone dei “Grandi Antichi”, oscure entità che già più volte hanno incontrato il cammino di Harlan, Tesla e Kurjak, ma quello che maggiormente colpisce e centra l’obiettivo di coinvolgere il lettore è la componente realistica della vicenda, fra passato (anni 80) e presente.

Il malcapitato Fyodor, che da bambino viveva a Pripjat distante appena 3 chilometri dalla centrale nucleare e città dove gran parte dei tecnici che vi lavoravano e delle loro famiglie risiedevano, ora fa la guida clandestina per gruppi di “turisti dell’orrore”, tema quanto mai attuale. Lui stesso, subendo un’orribile mutazione, si rende protagonista di un viaggio nella memoria, dove i ricordi si mescolano con la tragicità della sua condizione. 

È questa la parte migliore dell’albo, all’interno del quale il ruolo del Dampyr risulta fin troppo “di maniera”, senza un vero motivo ed intreccio, al di fuori della necessità di dare continuità alla già citata tematica (si veda anche il recente albo n.188 “Il Marchio Giallo di Carcosa”).


A trent’anni di distanza dal disastro nucleare di Chernobyl, una comitiva di turisti si addentra clandestinamente a Pripyat, la città spopolata dove vivevano gli operai della centrale… Una sinistra presenza risveglia un orrore latente, che mette radici nel corpo di Fyodor, la guida del gruppo. Ricoverato in un ospedale segreto, Fyodor sente il richiamo dei Grandi Antichi. Arriveranno in tempo Harlan, Tesla e Kurjak per fermare la mostruosa minaccia che incombe sulla Terra? (da sergiobonelli.it)

lunedì 9 maggio 2016

Citazioni Cinematografiche n. 147


Be', guardate, sono allibito! Io non fumo, tu non bevi, e Bob non fa pensieri licenziosi sulle altre donne. Messi insieme noi tre siamo praticamente Gesù.

(Larry Mann/Kevin Spacey in “The Big Kahuna”, di John Swanbeck - 2000)




venerdì 6 maggio 2016

lunedì 2 maggio 2016

Citazioni Cinematografiche n. 146

Dario: Adesso lo vedi così un po' ciancicato, un po'... perché è stato un po' fuori dal giro ma... ma questo è uno bravo. E poi è un amico.
Pavia: Federico Lolli, vero? Ha portato qualcosa da farmi sentire?
Federico: Un testo molto breve, ma è la cosa che assomiglia di più al mio stato d'animo attuale.
Là c'è una porta rossa, la vorrei tinta in nero.
Niente colori, tutto dipinto in nero.
Io volterò la testa fin quando arriva il nero.
Là c'è una fila d'auto, e sono tutte nere, coi fiori, e con il mio amore, che non tornerà più.
Io se mi guardo dentro vedo il mio cuore nero.
Poi forse svanirò e non dovrò più guardare la realtà.
Come si fa... ad affrontar le cose se tutto il mondo è nero?
Pavia: Bene! Non è niente male! Ehhm certo per recitare Čechov ci vorrà una recitazione un pochino più...
Dario: ... un po' meno...
Pavia: Per me la parte è sua. Senta, la tournée parte fra una settimana, pensa di potercela fare?
Dario: Ma certo che ce la fa. Al limite gli do una mano io, no?
Pavia: Ah senta Lolli... quel testo... García Lorca no?
Federico: Mick Jagger!


(Dario/Diego Abatantuono, Pavia/Luigi Montini e Federico/Fabrizio Bentivoglio in “Turnè”, di Gabriele Salvatores - 1990)



domenica 1 maggio 2016

1° Maggio - Un giorno per chi vive, spera e lotta





Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

Un garofano è spuntato d’un sol colpo fra le dita
ma sicuro che sbadato oggi è maggio che ci invita
ad unirci fino a sera per la nostra primavera
forza amici in allegria questa nostra festa sia.

Un giorno per chi vive nel lavoro
un giorno per chi spera nel futuro
un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

Via di corsa tutti in piazza tutti fuori ad applaudire
c’è persin la mia ragazza sotto il sol dell’avvenire
Le officine oggi son vuote dorme il tram nel capannone
rosso maggio le tue note della strada son padrone.

Un giorno per chi vive nel lavoro
un giorno per chi spera nel futuro
un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio

Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

Questo giorno è tutti i giorni tutto l’anno vi è racchiuso
primo maggio tu ritorni a dar forza a chi è deluso.
Questa festa è una gran festa non ce l’hanno regalata
su leviamo alta la testa noi l’abbiamo conquistata.

Un giorno per chi vive nel lavoro
un giorno per chi spera nel futuro
un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio

Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

(Giorgio Gaber)