sabato 31 dicembre 2016

Luna di dicembre



Come è bella la luna di dicembre
che guarda calma tramontare l'anno.
Mentre i treni si affannano si affannano
a quei fuochi stranissimi ella sorride.

(Sandro Penna, da Poesie - Garzanti)



giovedì 29 dicembre 2016

Un Drago fa sempre la sua figura!



I draghi vanno ancora forte!
Ne è la prova il successo di romanzi, serie televisive, opere di animazione, film e fumetti di cui questi lucertoloni, generalmente sputafuoco, sono protagonisti.
La storia comunque parte da molto lontano, anche se io scelgo di parlarne ponendo come inizio il Medioevo europeo, epoca durante la quale il Drago, nei dipinti e negli affreschi, nei racconti e nei componimenti, sostituì il serpente nel ruolo di animale maledetto, incarnazione del Male.

Da allora il drago fu visto come nemico da affrontare e sconfiggere, simbolo di malvagità, destinato a soccombere di fronte ad un giovane pretendente al trono di turno, impegnato in una estrema prova e ultimo atto di un percorso di maturazione, oppure ad essere infilzato da san Giorgio (Legenda Aura) ed altri santi che ne avrebbero imitato le gesta.

Spostandosi dall’ambito religioso e avvicinandosi a quelli che sono gli ingredienti base per una buona opera fantasy, con abbondanza di spade magiche, siano esse spezzate, appositamente forgiate o infilate in una roccia o in un ceppo di legno, anelli dotati di poteri immensi, caverne oscure e antagonisti vari, si pone il pensiero alla mitologia nordico-norrena, con il poema in lingua tedesca La Canzone dei Nibelunghi (13°secolo).

Qui l’ambizioso nano Fafnir uccide il padre per sottrargli l’anello che gli dei gli avevano donato, capace di generare oro senza limiti. Per punizione Fafnir viene trasformato in un gigantesco rettile parlante, guardiano della caverna in cui ha nascosto il magico manufatto (potremmo definirlo il suo “tessoro”).Verrà ucciso da Sigfrido, la cui mano è armata della spada che Odino in persona si era assicurato non potesse essere da alcun mortale utilizzata, perché conficcata in un possente ceppo.

Già questi primi elementi fanno pensare a Richard Wagner, poi ad opere letterarie e cinematografiche del novecento, I Nibelunghi di Fritz Lang innanzitutto, per poi giungere a Il Signore degli Anelli di John R. R. Tolkien e a La Spada Spezzata di Poul Anderson, con una serie di illustri precedenti anche in altri ambiti artistici.

Persino la Disney non si farà sfuggire l’occasione di utilizzare come personaggio un drago, ne “La Bella Addormentata nel bosco”, in “Hercules” ed in “Mulan”, modulando le scelte stilistiche e drammaturgiche. Se infatti in “Mulan”, come anche ne “La Spada nella Roccia” con Maga Magò, il draghetto cinese Mushu si inserisce nella scia dei comprimari o buffi antagonisti degli eroi/eroine di turno, con elementi comici e simpatici atti a sostenere lo sviluppo della trama e a “stemperare” eventuali tratti e passaggi tragico-drammatici, nel caso de La Bella Addormentata lo spaventoso drago sputafuoco in cui la strega si trasforma durante la resa dei conti con il principe Filippo, recupera un elemento classico della narrazione e del mito. Ovvero il drago può essere sconfitto trapassandogli il cuore, organo che possiede virtù magico-taumaturgiche. Come dimostra il caso di Sigfrido, che oltre a bagnarsi del sangue del drago, già di per sé elemento in grado di donare potenza e virtù all’eroe vincitore, ne mangia il cuore, appunto, ottenendo la capacità di comprendere il canto degli uccelli.

Elementi sempre ripresi nel corso degli anni e delle opere create, persino Dragonero della Sergio Bonelli Editore li utilizza, come anche Matteo Garrone nel film “Il Racconto dei Racconti”, dove, fedele a quanto riportato nel seicentesco “Lo Cunto de li Cunti” di Giambattista Basile, la Regina di Selvascura, interpretata da Salma Hayek, per ottenere la fertilità e poter così concepire, deve nutrirsi del cuore di un drago marino (che assomiglia molto ad un lucertolone).

Negli ultimi anni i draghi sono sempre più diffusi in ambito cinematografico. Alla mia infanzia appartiene Falkor de “La Storia Infinita”, anche se era solo un goffo pupazzone, ed il drago a due teste di “Willow”, mentre più recenti sono, a titolo di esempio, i casi della quadrilogia di Christopher Paolini (da Eragon a Inheritance), della dragonessa di Shrek, di Dragon Trainer, film e serie animata, della moltitudine di esemplari nella saga di Harry Potter, di quanto si vede in “Avatar” e ne “Il Trono di Spade”. Degli ultimi mesi è il remake de “Elliot il Drago Invisibile”.
Chiudo questo semplice e parziale excursus dragonesco ricordando un personaggio italiano, ovvero il piccolo drago Grisù, creato da Toni e Nino Pagot, che in barba alla tradizione vuole fare il pompiere!





lunedì 26 dicembre 2016

Citazioni Cinematografiche n. 180

Noah Ackerman: Io le voglio dire una cosa. Non sono un presuntuoso, io non credo di avere una sola presunzione al mondo. Io non so perché l'abbia baciata, non ho potuto farne a meno, forse... forse volevo farle effetto. Avevo paura che se restavo me stesso, neanche mi avrebbe guardato. Questa serata mi ha confuso la testa, non ricordo di avere mai avuto tanta confusione in testa.
Hope Plowman: Dimmelo domani.
(Noah Ackerman/Montgomery Clift e HopePlowman/Hope Lange in "I Giovani Leoni", di Edward Dmytryk - 1958)


sabato 24 dicembre 2016

Prepariamoci per Natale


Rooney Mara in “Carol”, di Todd Haynes – 2015


Paolo Panelli e Pia Velsi in “Parenti serpenti”, di Mario Monicelli – 1992


Christian Bale in “American Psycho”, di Mary Harron - 2000

giovedì 22 dicembre 2016

La Grande Guerra # 13

Con l’avvicinarsi delle festività natalizie propongo all’interno della serie “La Grande Guerra” un film del 2005, “Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia”, del regista Christian Carion.
Ispirato ad un fatto realmente accaduto, il film narra quella che potremmo definire una vera e propria "favola di Natale". Sul fronte della Prima Guerra Mondiale nella notte di Natale del 1914, i soldati accampati dietro le trincee francesi, scozzesi e tedesche, decidono di deporre le armi e di scambiarsi auguri, sigarette, cioccolata e calorose strette di mano.


L’insolito ed inusuale avvenimento segnerà le vite dei principali personaggi.

Il film inizia bene, con caratterizzazione dei luoghi e dei personaggi, un discreto ritmo e le adeguate premesse per un’opera antimilitarista, sul solco di illustri precedenti, fra tutti “Orizzonti di Gloria” di Kubrick ed il monicelliano “La Grande Guerra”.

Fra tragedia, morte, paura, sudore, sangue e fango il messaggio morale arriva allo spettatore, nonostante una non eccelsa estetica ed una trama purtroppo esile, ma che avrebbe potuto svilupparsi meglio. Peccato per il doppiaggio che annulla il profondo “gioco” sulla comunicazione fra uomini e soldati di tre lingue e, particolare non secondario, di tre religioni. Buoni attori in qualche passaggio non al meglio utilizzati, ma che comunque offrono il proprio contributo e sanno dosare concessioni allo spettatore e interpretazione rispettosa della Storia e dello stile.

In sostanza da vedere e far vedere con attenzione ad una certa nobiltà morale e per ricordare ed in qualche modo nobilitare una pagina pressoché unica della storia europea.

martedì 20 dicembre 2016

lunedì 19 dicembre 2016

Citazioni Cinematografiche n. 179


John McClane: E così tutto si riduce a questo, ad una rapina?
Hans Gruber: Se rubi 600 dollari è sufficiente che tu sparisca, ma se rubi 600 milioni prima o poi ti troveranno a meno che non siano convinti che tu sia morto.
John McClane: E c'era bisogno di demolire un grattacielo?!?


(John McClane/Bruce Willis e Hans Gruber/Alan Rickman in “Trappola di Cristallo”, di John McTiernan - 1988)




domenica 18 dicembre 2016

venerdì 16 dicembre 2016

lunedì 12 dicembre 2016

Citazioni Cinematografiche n. 178

Roger: Hai mai incontrato qualcuno senza ammazzarlo?!
Martin: Be', a te ancora non ti ho ammazzato, no?!
Roger: Se proprio ti scappa, levati il pensiero.
Martin: No, posso aspettare.

(Roger Murtaugh/Danny Glover e Martin Riggs/Mel Gibson in “Arma Letale”, di Richard Donner - 1987)



venerdì 9 dicembre 2016

Una di quelle notti


“Era una notte incantevole, una di quelle notti come ci possono forse capitare solo quando siamo giovani, caro lettore. Il cielo era un cielo così stellato, così luminoso che, guardandolo, non si poteva fare a meno di chiedersi: è mai possibile che esistano sotto un simile cielo persone irritate e capricciose?”

(da Le notti bianche, di Fëdor Dostoevskij – trad. Luisa De Nardis)


lunedì 5 dicembre 2016

Citazioni Cinematografiche n. 177

Tutto tutto, va bene... vi racconto tutto.
Quando ero in terza ho copiato all'esame di storia.
Quando ero in quarta ho rubato il parrucchino di mio zio Max e me lo sono messo sul mento per fare Mosè alla recita della scuola.
Quando ero in quinta ho buttato per le scale mia sorella Heidi e poi ho dato la colpa al cane... Allora mia madre mi mandò a un campeggio estivo per bambini grassi e poi una volta non ho resistito, ho mangiato due chili di panna e mi hanno cacciato.
Ma la cosa più cattiva è stata quando ho fatto una poltiglia che sembrava vero vomito. La sera sono andato al cinema e ho nascosto la poltiglia nella giacca, sono salito in galleria e poi... poi... ho cominciato a fare dei versi cosi: bwaa... bwaaa... bwaaaarg. E ho versato quella roba sul pubblico che stava di sotto. Allora è successo un vero finimondo, tutti hanno cominciato a vomitare e si vomitavano addosso l'uno con l'altro. Non mi sono sentito mai tanto cattivo in tutta la vita.

(Chunk/Jeff Cohen in “I Goonies”, di Richard Donner - 1985)



giovedì 1 dicembre 2016

Chanbara



Regalatomi diversi mesi fa, il volume Chanbara - La Via del Samurai della BAO Publishing, presenta insieme “La Redenzione del Samurai” e “I Fiori del Massacro”, già pubblicate all’interno della collana “Le Storie” della Sergio Bonelli Editore.
Ancora oggi, a distanza di qualche anno, sono fra le storie migliori presentate all’interno della serie.
Sono due storie ambientate nel Giappone del XVII Secolo create da Roberto Recchioni e Andrea Accardi. BAO le ripropone in grande formato e splendidamente a colori, con un ricco corredo di extra, comprese le sceneggiature complete, offrendo così un volume cartonato con una accattivante sovraccoperta in pergamena. 

La Vendetta e l’Onore sono in pratica i temi che uniscono i due racconti, nel primo attraverso doti e valore morale propri di un allievo samurai, Tetsuo, il secondo invece racconta e rende graficamente il desiderio di rivalsa di una giovane donna, Jun, che diviene una sorta di letale e inarrestabile Lady Vendetta.

Il pathos della sceneggiatura ed i fantastici colori e disegni donano intensità e catturano il lettore, che non potrà poi evitare di affezionarsi ai due già citati protagonisti, nonché a Zatoichi, personaggio “classico” della letteratura e del cinema nipponico, qui presentato nel ruolo di “spalla” e a suo modo elemento facilitante del destino dei due giovani.