mercoledì 28 agosto 2019

Avversario

Non voglio mandare al tappeto il mio avversario.
Voglio colpirlo, fare un passo indietro
e vedere quanto gli ho fatto male.
Voglio il suo cuore.
(Joe Frazier)



 

lunedì 26 agosto 2019

Citazioni Cinematografiche n.317

David: Dov'è?
Susan: Dov'è cosa?
David: La mia clavicola intercostale.
Susan: La sua cla...
David: Il mio osso! È un pezzo unico, prezioso! Che cosa ne ha fatto?
Susan: L'osso non...
David: Susan, lei lo ha nascosto. Me lo ridia!
Susan: No-no, davvero, io non l'ho preso!
David: L'ha portato da qualche parte?
Susan: Ma scusi, che ragione avrei di andarmene in giro con un osso in tasca?!
David: Ah, be', se è per questo nessuna delle cose che fa ha una ragione!
Susan: Be', bisognerà che se ne procuri un altro.
David: Ci sono voluti cinque anni e tre spedizioni per trovare quello!
Susan: Be', comunque ora che avete scoperto dove si trovano potete andare a prenderne un altro!

(David/Cary Grant e Susan/Katharine Hepburn in "Susanna!", di Howard Hawks - 1938) 


venerdì 23 agosto 2019

Maria regina di Scozia (2018)

Nel 1561 dopo la morte del primo marito, Francesco II Re di Francia, la giovane e cattolica Maria torna in Scozia a reclamare il proprio legittimo trono. In Inghilterra, nel frattempo, è stata incoronata regina la protestante Elisabetta. Ma Maria ha tutta l’intenzione di unificare i regni sotto la sua egida o quella di un suo erede…
Un confronto fra due donne, fra due regine. Un confronto fra due donne, fra due attrici. Un confronto fra due donne in un mondo ed in una realtà di uomini.
Sinteticamente così potremmo definire “Maria Regina di Scozia”, film che senz'altro merita attenzione e riflessione.

Se nella realtà storica, probabilmente, Maria Stuarda ed Elisabetta I non si sono mai incontrate, il regista Josie Rourke sceglie di affidare invece ad uno scambio di battute e di occhiate la scena maggiormente incisiva e toccante del confronto a cui si accennava. Confronto a distanza nella storia dell'isola britannica e per buona parte del film, dove le due bravissime Saoirse Ronan e Margot Robbie non hanno mai girato una scena insieme, ad esclusione di quella a cui ci si è riferiti prima. Distinte location, distinte strategie interpretative, entrambe efficaci, l'una per contenuta enfasi che trasmette forza e carattere in ogni sguardo rivolto agli altri personaggi ed al pubblico (la Ronan), l'altra che punta alla sottrazione interpretativa e sull'annullamento quasi totale di doti estetiche per comunicare dissidio e dramma interiore (la Robbie).


Il risultato è un gran bel film, su donne, di donne, si diceva ma in cui il potere è maschile, dove le corti ed i consigli sono dominati da uomini che, di fatto, disprezzano le due regine, potenziali alleate ma spinte allo scontro ed alla guerra.
Maria Regina di Scozia” vive delle ottime interpretazioni delle attrici principali, della luce sempre azzeccata, che oscilla fra quadri di pittura fiamminga e fiammate di colore da mozzare il fiato, dei costumi superbi e di una colonna sonora a dir poco calzante. Il film riesce a mettere in scena e far vivere il confronto a distanza fra le due cugine regnanti, così come fra le due interpreti, oltre che a tratteggiare distinte modalità di avere a che fare con il potere, di gestirlo, di usarlo e di farne le spese.

Se il flusso degli eventi è dominato da un coro maschile, di intrighi, tradimenti, accuse e congiure, la componente femminile ci dona una forza ed un carattere, diversamente declinati, che ci fanno dire come sia la Ronan che la Robbie abbiano le carte in regola per affermarsi come due tra le più interessanti interpreti del loro tempo. Attrici a loro agio in questo film in costume, che da un impianto di base essenzialmente teatrale riesce a trascendere verità e fatti storici per farsi Cinema e parlare chiaramente al presente, con piacere del pubblico, che per una volta si gode un bel ordito e non è tediato da una opera noiosa e un po' stantia, come spesso capita da quelle parti e su analoghi temi o personaggi.
 

mercoledì 21 agosto 2019

Non trovo più il sonno



Notte — Possa tu riposare, mentre io ardo così nel pensiero di te e non trovo più il sonno, e sono felice. 
Sibilla Aleramo, Lettera a Dino Campana


lunedì 19 agosto 2019

Citazioni Cinematografiche n.316

Mer: Siccome ogni giorno, ogni giorno ho continuato a issare le bandiere rivolgendomi a mio padre, io sono arrivata a credere che mio padre mi abbia voluto mandare te al suo posto, Kazama! Io, Kazama, sono innamorata di te!
Shun: Mer...
Mer: Anche se siamo consanguinei, persino se siamo fratelli, sarò sempre innamorata di te!
Shun: Anch'io sono innamorato di te.
(Umi "Mer" Matsuzaki e Shun Kazama in "La Collina dei Papaveri", di Goro Miyazaki - 2011) 





martedì 13 agosto 2019

Non è un paese per vecchi e i Cohen



Qualche giorno fa ho ascoltato le parole di delusione di chi la sera prima aveva visto “Non è un paese per vecchi” di Joel ed Ethan Cohen. Parole tra l'altro espresse con compostezza ed un pizzico di rammarico da parte di chi, argomentando, sosteneva di essere rimasto un po' deluso dal film.
Tanto per essere chiari, chi scrive ritiene che i Cohen, alla regia meglio in coppia che ognuno per conto proprio (con l'altro comunque coinvolto), stiano facendo la storia del Cinema. Quindi “Non è un paese per vecchi” contribuisce ampiamente alla costruzione ed affermazione del loro valore e si aggiunge ai titoli che ritengo doveroso ricordare e rivedere nei prossimi decenni.

Elementi per esprimere una contenuta dose di delusione forse ci sono, specialmente negli ultimi venti minuti di film, dove la tensione, magistralmente creata e mantenuta fino a quel punto tende a scemare, per lasciare spazio essenzialmente alla disillusione e rimpianto del vecchio sceriffo prossimo alla pensione, ma già congedatosi dall'ottimismo e dalla vitale forza che fa andare avanti ogni essere umano sul pianeta.

Gli elementi più che positivi, anzi ottimi, hanno però la meglio e fanno di questo film una occasione imperdibile per godere del cinema dei due fratelli Cohen. Partiamo dalla magistrale ed efficace direzione degli attori, tra gli altri i bravissimi e imprescindibili Tommy Lee Jones, Josh Brolin (non ancora Marvel) e Javier Bardem, il cui sicario dai toni fatalisti e dall'imperscrutabile tono di voce difficilmente può essere dimenticato. I due registi si rivelano ancora una volta maestri nel creare e gestire un mirabile e godibile meccanismo narrativo, in cui dosano pathos, frenesia, tensione, riflessione, dialoghi, violenza e senso di finitudine a livelli d'eccellenza. 


Ma quello che fa veramente la differenza è che tutto questo sembri non interessare troppo ai Cohen, che nella loro maestria e sicurezza di gestione dell'apparato tecnico e del mezzo espressivo nella sua totalità, ci offrono qualcosa che sembra una summa, o meglio l'assunto fondatore del loro Cinema. Ovvero, consapevoli come sia necessario curare dettagli ed elementi dell'opera, utilizzano sangue, inseguimenti, epifanie tanto fallaci quanto definitive, dialoghi che mescolano humor nero e fatale disillusione per offrire un serissimo gioco basato su una potenza teorica che si esprime in inquadrature, luci, impostazioni narrative e di ripresa che fanno sì che la loro opera, i loro film siano riconoscibili e degni di essere visti e goduti. 
 

lunedì 12 agosto 2019

Citazioni Cinematografiche n.315

Kiki: Gatto nero, vestito nero... sono tutta nera in nero.
Kokiri: Kiki, non dovresti badare così tanto all'aspetto esteriore. Quel che è importante è l'animo.
Kiki: Sì, lo so. Per quel che riguarda l'animo non devi preoccuparti. Peccato soltanto che non te lo possa mostrare.
(Kiki e Kokiri in "Kiki - Consegne a domicilio", di Hayao Miyazaki - 1989) 




 

lunedì 5 agosto 2019

Citazioni Cinematografiche n.314

Ho sempre combattuto con le mani legate dietro la schiena... ma cosa succederà quando le avrò completamente libere? 
(Carol Danvers/Vers/Captain Marvel/Brie Larson in "Captain Marvel", di Anna Boden e Ryan Fleck - 2019)





domenica 4 agosto 2019

Il Male giustificato


Poi, con il passare del tempo, capii che, anche se tutti noi uomini siamo capaci di fare il bene e il male, i peggiori sono sempre quelli che, quando dispensano il male, lo fanno al riparo dell'autorità altrui, della subordinazione, o con il pretesto di obbedire agli ordini ricevuti. E se sono già terribili coloro che dicono di agire nel nome di un'autorità, una gerarchia o una patria, quelli che si sentono giustificati da un qualche Dio sono anche peggio.

(Arturo Pérez-Reverte, “Purezza di Sangue” – Il Saggiatore, 2010, trad. Roberta Bovaia)