venerdì 20 novembre 2020

Samuel Stern #12 - La Casa delle Farfalle

 


Dopo un anno di pubblicazioni una serie può esaurire la forza data dalla “novità” e quindi allungarsi senza particolare convinzione, oppure acquisire e dotarsi di una sua dimensione composta anche da tratti ripetitivi che possono annoiare il lettore, consolidare le proprie caratteristiche e tentare di svilupparsi poggiando su punti fermi e così via fra le tante possibilità che ci sono e che dipendono dai creatori, dagli autori, i disegnatori, la casa editrice, la distribuzione e l'accoglienza, entusiastica o scettica che sia, di chi acquista gli albi. Certamente c'è l'aspetto economico e l'andamento delle vendite che rivestono un importante ruolo, ma su queste tematiche sono molto più che sprovveduto, per cui non mi ci addentro.


Samuel Stern da qualche settimana è in edicola con il dodicesimo numero della serie, per cui anche la pubblicazione della Bugs Comics è in qualche modo soggetta ad una analisi. Come detto lascio da parte il bilancio fra tiratura e vendita, con annessi calcoli, e mi soffermo su come io mi rapporto alle storie pubblicate in questo ultimo anno.


In sintesi ritengo Samuel Stern un fumetto più che interessante, che riesce ad unire tematiche trattate in modo non banale, con più di una originalità, attenzione alla sceneggiatura ed alla caratterizzazione dei personaggi, anche quelli secondari od occasionali, oltre ad una certa qualità complessiva che mi fa sperare possa continuare ad essere distribuito. In poche parole ritengo che abbia le carte in regola per divenire un buon fumetto seriale, cosa di cui lettori e mondo dell'editoria hanno bisogno.


Ne è buon esempio “La Casa delle Farfalle”, numero 12 come detto. Albo in cui si aggiungono particolari sulla vita di Samuel, sul rapporto con la figlia, sul suo passato e si valorizza ulteriormente la coralità delle diverse figure che si avvicendano tavola dopo tavola. Questo elemento permette agli sceneggiatori di toccare e sviluppare diversi temi e contesti, in modo tale da potersi permettere sia di centellinare informazioni che di tenere vivo l'interesse.

Sulla storia in particolare posso dire che mi ha soddisfatto e aiutato ad entrare ancora di più nel personaggio e nel mood della testata. Tratti cupi e un po' angoscianti, comunque coinvolgenti, permettono una lettura appassionante e convincente, anche grazie al lavoro di Salvo Coniglione ai disegni, con il suo ottimo lavoro che poggia sui giochi di luci e ombre, a cui si aggiunge una certa pulizia e linearità che favorisce la leggibilità e la fruizione da parte del lettore, senza perderne in complessità visiva ed espositiva.





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