lunedì 30 marzo 2015

Citazioni Cinematografiche n. 90

Joe Gillis: Mi ricordo di voi, siete Norma Desmond, eravate grande!
Norma Desmond: Io sono ancora grande, è il cinema che è diventato piccolo!


(Joe Gillis/William Holden e Norma Desmond/Gloria Swanson in “Viale del Tramonto”, di Billy Wilder - 1950)



domenica 29 marzo 2015

Pioggia



Woke up this morning with
a terrific urge to lie in bed all day
and read. Fought against it for a minute.

Then looked out the window at the rain.
And gave over. Put myself entirely
in the keep of this rainy morning.

Would I live my life over again?
Make the same unforgivable mistakes?
Yes, given half a chance. Yes.

(Raymond Carver – Racconti in forma di poesia, Minimum Fax 1999)


Mi sono svegliato stamattina con
Una gran voglia di restare tutto il giorno a letto a leggere. Ho cercato di combatterla per un minuto.
Poi ho guardato fuori dalla finestra alla pioggia. E mi sono arreso. Mi sono affidato totalmente alla custodia di questa mattinata piovosa.
Rivivrei la mia vita un’altra volta?
Rifarei gli stessi imperdonabili errori?
Sì, se appena potessi, sì. Li rifarei.


(trad. Riccardo Duranti)


venerdì 27 marzo 2015

Giallo, Noir & Thriller/21

Titolo: Tempesta Solare
Autore: Åsa Larsson
Traduttore: Katia De Marco
Editore: Marsilio - 2010



“Tempesta Solare” è il primo romanzo della serie legata all’avvocato Rebecka Martinsson, scritta da Åsa Larsson. Apparentemente potrebbe essere considerato parte del filone del legal thriller, genere molto in voga anche in Italia, ma se ne allontana per l’attenzione rivolta al contesto sociale e alla tematica della “religione fai da te”, con santoni e guru annessi.

La protagonista, trasferitasi a Stoccolma dal nord della Svezia, è “costretta” a ritornare nella piccola Kiruna, estremo settentrione del Paese per l’appunto, da una vicenda di sangue a cui è legata una parte non secondaria della sua biografia. Suo malgrado, ma non troppo, viene coinvolta in un’indagine di polizia gestita dall’ispettrice Anna Maria Mella, incinta di otto mesi e che pertanto ricorda il personaggio interpretato da Frances McDormand in "Fargo", dei fratelli Cohen.


La scrittura è fluida e coinvolgente, con l’eccezione dei primi capitoli non particolarmente avvincenti ma godibili per descrizioni e capacità rappresentative, venata di un certo umorismo e umana attenzione ai caratteri e situazioni. Non si risparmia la critica netta di ciò che non si condivide o apprezza e l’autrice mostra, così facendo, probabilmente anche una parte di sé.

In “Tempesta Solare” si rischia di trascurare la vicenda da cui si origina tutto, il delitto ed il conseguente sviluppo della trama, poiché l’avvocato Martinsson “arriva” al lettore, che ne viene intrigato, nel senso più sano dell’espressione. Questo peraltro è un elemento abbastanza comune negli scrittori nordici di gialli, quindi è sufficiente mantenere l’attenzione un po’ desta per apprezzare, oltre l’approfondimento del personaggio principale, anche il resto della narrazione, comunque non banale, pur nella sua semplicità (niente inseguimenti al cardiopalma, pistole che sparano a ripetizione o machiavellici intrighi, ma se si sceglie questo genere di scrittori lo si sa!).

Voto: 7+




Mentre l'aurora boreale si snoda come un drago nella notte, Viktor Strandgård, il predicatore più famoso della Svezia, viene ucciso barbaramente. Avvolte dalla neve e dal buio dell'inverno lappone, l'avvocato Rebecka Martinsson e l'ispettrice di polizia Anna-Maria Mella indagano il mondo omertoso dei pastori della Chiesa della Fonte della Forza. (da marsilioeditori.it)

giovedì 26 marzo 2015

Malinconia # 8

Francesco Hayez - Malinconia

“La malinconia mi sembra una sorta di cura per mantenere l'equilibrio spirituale. Tra i sentimenti umani è quello che a me sembra più sottile, inafferrabile, e senza dubbio più prezioso.”

(JIRŌ TANIGUCHI, La montagna magica)



lunedì 23 marzo 2015

Citazioni Cinematografiche n. 89

Capitano Renault: E che cosa vi ha spinto fin quaggiù a Casablanca?
Rick Blaine: Ci sono venuto per fare la cura delle acque.
Capitano Renault: Le acque? A Casablanca? Ma qui è il deserto...
Rick Blaine: Be', fui male informato.


(Capitano Reanault/Claude Rains e Rick Blaine/Humphrey Bogart in “Casablanca", di Michael Curtiz - 1942)



domenica 22 marzo 2015

La Grande Guerra # 9

I PROTAGONISTI

GIORGIO V


Nasce a Londra il 4 giugno 1865, secondo figlio dell’ancora principe di Galles e futuro Edoardo VII e nipote della regina Vittoria.
Viene addestrato alla vita militare fin dal giovane età e diventa comandante della Marina Reale. Con la morte del fratello maggiore Alberto nel 1892, Giorgio diventa erede al trono. Nel 1893 sposa Maria, figlia del duca di Teck, che gli darà cinque figli (fra cui i due re Edoardo VIII e Giorgio VI) ed una figlia. Sale al trono nel 1910, in un momento di gravi difficoltà politiche interne per il Regno. In questa situazione Giorgio V diviene un punto di riferimento e di grande equilibrio. 

Dal 1914 al 1918 il suo paese si trovò in guerra con la Germania del Kaiser Guglielmo II, suo primo cugino. Nel 1917, rinunciando ai titoli e nomi che legavano alla Germania la casa reale inglese (Sassonia-Goburgo-Gotha), assume per la famiglia il nome di Windsor (da uno dei castelli inglesi preferiti dalla regina Vittoria).
Tale scelta, unita ad un atteggiamento consapevole di guida del paese, rafforzò il suo prestigio e quello della monarchia, che usciranno dagli anni della guerra con maggiore seguito tra la popolazione, nonostante un periodo travagliato a livello di politica estera ed interna. Muore nel 1936, il 20 gennaio.

Giorgio V con Nicola II, suo cugino. Notare la notevole somiglianza!


venerdì 20 marzo 2015

La Donna del Tenente Francese

Qualche sera fa ho visto in TV un film di Bille August con protagonista Jeremy Irons. Forse prossimamente gli dedicherò qualche riga, ma per il momento mi soffermo sull’attore britannico.
Circa a metà del film sia io che la mia compagna di vita e di visione del suddetto film abbiamo espresso la medesima considerazione. Ovvero che il buon Jeremy Irons è un attore di tutto rispetto, che ha però avuto la sfortuna di recitare in diversi film non propriamente degni delle sue doti, ovvero che, nel complesso, non erano poi così mirabili e dove il suo talento ne veniva, per così dire, mortificato o, addirittura, risultava sprecato.
Ovviamente un attore recita non solo per passione, ma anche per “necessità”, non esclusivamente materiali, per cui non gliene facciamo una colpa.
Ebbene abbiamo fatto un breve e rapido elenco dei film mediocri in cui Jeremy Irons ha recitato. Non lo presento qui, poiché buona parte la fa il gusto e le preferenze personali, ma accenno solo al fatto che tra i registi dei film ricordati risultano esserci il già citato August e l’italiano Bernardo Bertolucci.

Ciò che invece, il giorno dopo, mi è rimasto in testa è il fatto che tra i film che ci erano piaciuti, e in cui il nostro attore fa una gran bella figura, non avevamo ricordato “La Donna del Tenente Francese” (1981), di Karel Reisz, dove Irons recita insieme a Meryl Streep, che ottenne una nomination Premio Oscar per la sua interpretazione.
Elemento caratteristico di quest’opera è mescolare, sovrapporre cinema e vita reale, operazione non del tutto nuova, poiché già Billy Wilder con “Viale del Tramonto” (1950) e François Truffaut in “Effetto Notte” (1973) si erano impegnati a farlo (la medesima operazione verrà riproposta anche successivamente, a testimonianza della bontà ed effetto della soluzione).
Ciò che distingue “La Donna del Tenente Francese” perciò è la immediatezza, la totale chiarezza dell’abile “sovrapposizione” operata all’interno dell’operazione.

Da un romanzo di John Fowles, adattato dal drammaturgo Harold Pinter, Karel Reisz tira fuori il parallelo fra le storie di Anne e Mike, due attori, e di Sarah e Charles, i personaggi da loro interpretati nel dramma cinematografico in costume di epoca vittoriana “La Donna del Tenente Francese”. La storia di un amore contrastato e difficile, reso molto bene da questo film nel film, che costituisce il vero asse portante dell’azione, mentre quello che definiremmo il “controcanto” della vicenda reale, contemporanea, solo in conclusione acquista il dovuto (e tutto sommato atteso e prevedibile) rilievo.
La trama è facilmente reperibile, perciò non mi ci indugio, mentre impiego ancora qualche riga per lodare le scelte fatte in tema di fotografia e uso di luci e colori, che sopperiscono ai purtroppo “necessari” momenti in cui ci sofferma sugli aspetti più propriamente sentimental-drammatici delle due vicende parallele. Tali soluzioni, come ad esempio la ripresa delle onde marine che si infrangono sul molo, luogo d’incontro degli amanti, e le luci che “staccano” il film che si sta girando dalla vita reale filmata da Reisz, fanno passare in secondo piano una certa schematicità del parallelismo fra le due storie, riscattata dall’apparato figurativo e dalla intensa, ma allo stesso tempo misurata ed efficace, recitazione di Meryl Streep e di Jeremy Irons. Appunto!

Karel Reisz

martedì 17 marzo 2015

Dampyr # 180 - Il Figlio di Kurjak


Da parecchio tempo non mi soffermo a scrivere qualche impressione sulle uscite di Dampyr.
Impegni vari, affanni privati e un po’ di pigrizia concorrono a far sì che abbia trascurato Harlan Draka e compagni.

In verità non mi sono perso un numero delle uscite regolari e di quelle extra, apprezzando sempre qualità delle sceneggiature e resa grafica delle stesse.

Ebbene, anche se solo per poche righe, ora voglio rimediare!
Il numero 180, “Il Figlio di Kurjak”, ha il merito di riunire in un solo albo almeno tre degli elementi che mi fanno attendere ogni mese un nuovo albo di Dampyr.

Il primo è il Multiverso, ovvero quella formula narrativa che consente alla sceneggiatura qualche digressione rispetto allo sviluppo “orizzontale” della trama. Il Multiverso, come concepito dagli autori e sceneggiatori della serie, dona respiro e allo stesso tempo complessità alla narrazione, con l’introduzione e l’utilizzo vario di temi, principi e personaggi, sia comuni lungo tutta la serie che appositamente studiati e proposti.

Il secondo elemento è l’attenzione che viene dedicata ai colleghi, i “pards” dell’eroe Harlan. Qui sotto i riflettori è Kurjak, il suo tragico passato e le emozioni che vive ogni volta che si trova a farci i conti. Inoltre, collegandosi con quanto esposto prima, in questo numero si riprendono le fila delle sue precedenti incursioni nel Multiverso. I due figli dell’ex soldato vengono avvicinati al padre ripercorrendo una vicenda passata e presentandone una, a suo modo, presente pur se su un differente piano di realtà. Due vicende, quindi, “a parte”, come certa drammaturgia, ma comunque influenti sullo sviluppo futuro della serie, che si presenta quanto mai interessante.

Infine in questo albo 180 ritorna direttamente in scena il Maestro della Notte Draka, il padre di Harlan. Draka è un personaggio interessante, profondo e sfaccettato, che risulta arduo inquadrare in un semplice ruolo e definire in modo univoco. Pertanto è sempre emozionante vederlo in azione, ancora di più quando se ne scoprono elementi ulteriori ed assicura profondità alla narrazione.


Draka si presenta ad Harlan bambino
Un sogno vivido rievoca nella mente di Kurjak il figlio perduto… Ma si tratta dello straziante ricordo di Miklos, morto in un bombardamento durante la guerra dei Balcani, o della richiesta d’aiuto, forte come il richiamo del sangue stesso, di un altro figlio, mai conosciuto, che forse vive in una terra lontana e irraggiungibile? Sempre al fianco dell’amico, Harlan si avventura con Kurjak verso l’ignoto… Li attendono orrori inumani e minacce al limite della realtà! (da sergiobonelli.it)

lunedì 16 marzo 2015

Citazioni Cinematografiche n. 88

Batman: Perché Joker non può vincere. Gotham ha bisogno del suo vero eroe. O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo. Io posso fare queste cose perché non sono un eroe, non come Dent. Le ho uccise io quelle persone. Questo posso essere.
Gordon: No. Non puoi. Sei quello...
Batman: Io sono quello di cui Gotham ha bisogno. Dillo a tutti.
Gordon: Ti daranno la caccia.
Batman: Tu mi darai la caccia. Mi condannerai. Mi sguinzaglierai dietro i cani. Perché è quello che deve succedere. Perché a volte la verità non basta. A volte la gente merita di più. A volte la gente ha bisogno che la propria fiducia venga ricompensata.
Jimmy: Batman. Batman! Perché scappa?
Gordon: Perché dobbiamo dargli la caccia.
Jimmy: Ma non ha fatto niente.
Gordon: Perché Batman è l'eroe che Gotham merita ma non quello di cui ha bisogno adesso. E quindi gli daremo la caccia. Perché lui può sopportarlo. Perché lui non è un eroe. È un guardiano silenzioso che vigila su Gotham. Un cavaliere oscuro.


(Batman/Christian Bale, James Gordon/Gary Oldman e Jimmy Gordon/Nathan Gamble in “Il Cavaliere Oscuro”, di Christopher Nolan - 2008)



domenica 15 marzo 2015

Tre Rose


“Tre rose son sedute al davanzale
tre rose tre sartine da sposare
una cuce i ricordi l'altra fila l'allegria
una ricama la mia nostalgia
una ricama la mia nostalgia.”

(da Tre Rose, parole e musica di Massimo Bubola)


                                               

venerdì 13 marzo 2015

Giallo, Noir & Thriller/20


Titolo: Visto per Shanghai
Autore: Qiu Xiaolong
Traduttore: Paola Vertuani

Editore: Marsilio - 2008

L’ispettore Chen Cao è una figura che “rimane”, così atipica rispetto a quanto ci si aspetterebbe da un orientale, cinese nello specifico. Stereotipi e cliché messi da parte, è proprio il suo personaggio che rende accattivante la lettura di questo romanzo, altrimenti un po’ noioso e tutto sommato privo di momenti intensi e con colpi di scena francamente prevedibili, perciò poco efficaci.

La forza e il merito va dunque al protagonista (anche se dopo un po’ annoia pure lui!), che con la scusa di fare da guida-interprete per l’ispettrice statunitense Catherine Roth accompagna il lettore per Shanghai e le province della Cina contemporanea, con un occhio alla Rivoluzione Culturale fra città e campagna. Il rapporto fra i due ispettori è stereotipato quanto basta, ma non disturba troppo, mentre l’uso (abuso?) di proverbi e modi di dire e l’attenzione quasi maniacale verso ricette, bevande, usi e costumi tradizionali e moderni alla lunga appesantisce la lettura. Sembra quasi che il nocciolo del romanzo si risolva nel tentativo di tracciare un quadro della Cina di oggi e di ieri, tra poesie, descrizioni di usanze, rievocazione di eventi, proverbi cinesi che parlano di una saggezza millenaria e degustazioni varie.

Tutto sommato gli elementi per un bel noir, o quantomeno un efficace giallo, c’erano, mentre l’autore, emigrato dalla Cina negli Stati Uniti alla fine degli anni 80, si concentra più su ricostruzioni e riflessioni quasi sicuramente venate di autobiografia a scapito del plot narrativo, comunque non privo di una leggera tensione e non disprezzabile sebbene, in ultima analisi, “piatto”. L’inizio di “Visto per Shanghai” faceva sperare di meglio, la sensazione di un’occasione poco sfruttata permane a lungo e fa pensare che un abbozzo di trattato socio-culturale non debba essere mascherato da romanzo giallo.

Voto: 6+



Feng Dexiang, arrestato negli Stati Uniti, promette alle autorità americane di testimoniare in un processo contro un capo di una Triade cinese, a patto che la moglie, Wen Liping, possa lasciare la Cina e raggiungerlo in America. Il governo cinese cede a malincuore alla richiesta, ma quando l'ispettrice Catherine Rohn arriva a Shanghai per prelevare la donna e scortarla oltreoceano, Wen è misteriosamente scomparsa. Vittima di un rapimento organizzato dalla Triade? O il governo cinese ha cambiato idea a proposito della cooperazione con gli Stati Uniti? All'ispettore Chen Cao viene affidato l'incarico di indagare sulla scomparsa di Wen e di accompagnare l'ospite americana per la città, illustrandole quanto di meglio la sua terra ha da offrire. (da ibs.it)

lunedì 9 marzo 2015

Citazioni Cinematografiche n. 87

Cancelliere: Non potete cambiare il mondo, Vostra Maestà.
Cristina: Perché no? Cancelliere, i filosofi lo cambiano, gli artisti lo cambiano, gli scienziati lo cambiano, perché non noi, che abbiamo il potere? La gente segue ciecamente i generali che li portano alla morte. Non seguiranno noi che vogliamo condurli là dove c'è la grazia e la libertà, la gioia e la bellezza?


(Regina Cristina/Greta Garbo e Cancelliere/John Gilbert in “La Regina Cristina”, di Rouben Mamoulian - 1933)



domenica 8 marzo 2015

La Grande Guerra # 8


ROSSO SU VERDE


Ho perduto tutti
mi son perso anch'io
là nella battaglia
dolce amore mio

Ordine d'assalto
cinque di mattina
correvamo in alto
verso la collina

Poi scoppiò l'inferno
caddi a faccia ingiù
giù dentro l'inverno
poi non ricordo più
e dal grande inverno
non si torna più

Gonne al vento, luce e gerani, io ti vedo lì
con la prima neve ai balconi, tu pensami così
mentre girano come alberi
gli anni e le stagioni
la vita che se ne va
in un attimo
un attimo ....

Rosso sopra verde
è la mia divisa
chiamo e non mi sento
puoi sentirmi tu?

(Testo e Musica di Massimo Bubola)

è una canzone tratta dalla lettera d’amore, mai spedita, trovata sul corpo del Ten. Ottorino Bubbola, caduto sul Monte Grappa durante la Prima Guerra Mondiale e consegnata a mia nonna, che gli era cugina e confidente. Quella lettera l’ho ereditata da mio padre a cui hanno dato lo stesso nome, essendo nato pochi anni dopo la fine della guerra”
(Massimo Bubola)


venerdì 6 marzo 2015

L'Affare Kurilov




Irène Némirovsky
L’affare Kurilov

Trad: Marina Di Leo
Piccola Biblioteca Adelphi
2009

“L’Affare Kurilov” si sviluppa intorno alla figura del killer, Léon M., e del narratore, che ci fanno conoscere Valerian Aleksandrovič Kurilov, l’odiato ministro della Pubblica Istruzione del regime zarista, vittima designata del Comitato Rivoluzionario.

Irène Némirovsky sembra quasi anticipare lo schema e lo sviluppo che saranno propri dei thriller del dopoguerra, dove l’assassino “studia” il suo bersaglio, lo impara a conoscere, giungendo perfino a renderlo una parte di sé. In questo caso il killer vive accanto alla vittima, ne diviene il medico personale, si innamora di sua moglie, di chi deve eliminare. In pratica ribaltando, in prima battuta e poi anticipando, due situazioni “classiche”, poiché qui si agisce diversamente dal decidere di uccidere l’ingombrante marito di chi ci si è innamorati, ovvero si è primariamente inviati a “fare giustizia” e si inciampa nell’amore.


Un tratto moderno, a suo modo anticipatore, sorretto da una splendida scrittura e da un suggestivo ritmo, in grado di incalzare e poi offrire momentanee pause, dove lo studio dei personaggi arricchisce la ricostruzione di un’epoca. Psicologia dei caratteri resa in forma asciutta e appagante; le complessità dell’animo non sono un alibi o un’attenuante, ma materia di osservazione e riflessione per un amore dedicato alla resa di pagine dense di emozioni e di pietas.


lunedì 2 marzo 2015

Citazioni Cinematografiche n. 86

Giovanna: Senti, ma lo sai che conservo ancora una cartolina che mi hai spedito da Capo Nord, nel ’66, in norvegese? Credo avesse una scritta. E sotto la traduzione diceva: “Tutto quello che esiste è bello!!!”, con tre punti esclamativi… ma tu ci credi ancora?
Nicola: Ai punti esclamativi no, non ci credo più.


(Giovanna Carati/Lidia Vitale e Nicola Carati/Luigi Lo Cascio in “La Meglio Gioventù”, di Marco Tullio Giordana - 2003)


domenica 1 marzo 2015

Malinconia # 7

Arthur Hughes, Malinconia

ALLA MALINCONIA

Nel vino e negli amici ti ho sfuggita,
poiché dei tuoi occhi cupi avevo orrore,
io figlio tuo infedele ti obliai
in braccia amanti, nell'onda del fragore.

Ma tu mi accompagnavi silenziosa,
eri nel vino ch'io bevvi sconsolato,
eri nell'ansia delle mie notti d'amore,
perfino nello scherno con cui ti ho dileggiata.

Ora conforti tu le mie membra spossate,
hai accolto sul tuo grembo la mia testa
ora che dai miei viaggi son tornato:
giacché ogni mio vagare era un venire a te.


(Herman Hesse – Trad. Mario Specchio)