venerdì 20 giugno 2025

Una Locomotiva


Un’altra locomotiva, potente questa, da espresso, con due gran ruote voraci, sostava sola, sbuffando dal fumaiolo un denso fumo nero che saliva dritto, lento lento nell’aria tranquilla.”


Quante persone! Altra folla, una folla infinita in mezzo al rollio dei vagoni, al fischio delle locomotive, al ronzio del telegrafo, al suono dei campanelli! Era come il gran corpo di un gigante sdraiato sulla terra, la testa a Parigi, le vertebre lungo tutti i binari, le membra aperte delle diramazioni, i piedi e le mani a Le Havre e agli altri capolinea. Passava e ripassava, meccanico, trionfale, dritto verso il futuro con matematica esattezza, ignorando volontariamente quanto di umano restava ai suoi due estremi nascosto ma tenace, l’eterna passione, l’eterno delitto.”



Agli orari regolamentari i treni passavano incrociandosi ormai sui due binari, la circolazione era stata completamente ripristinata. Passavano inesorabili, indifferenti nella loro meccanica onnipotenza, senza sapere nulla di quei drammi, di quei delitti. Che importanza avevano alcuni sconosciuti tra la folla caduti durante il cammino, schiacciati sotto le ruote?! I morti erano stati rimossi, il sangue lavato, si ripartiva per andar laggiù, verso il futuro.”


Non importavano le vittime schiacciate dalla locomotiva in corsa! Non era comunque diretta verso il futuro, incurante del sangue versato? Senza guida, in mezzo al buio, come una bestia cieca e sorda scagliata contro la morte correva, correva, carica di carne da cannone, di soldati già rimbambiti di stanchezza, sbronzi, che cantavano.”




Brani da “La bestia umana”, di Emile Zola 

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