lunedì 31 marzo 2014

Citazioni Cinematografiche n. 38


"Avete mai fatto caso che ogni tanto si incrocia qualcuno che non va fatto incazzare? Quello sono io".

(Walt Kowalski/ Clint Eastwood in “Gran Torino”, di Clint Eastwood - 2008)

 

venerdì 28 marzo 2014

Per qualche minuto


“Sapevo che l’avrei persa non appena quella notte fosse trascorsa e il dolore e la solitudine che la consumavano si fossero azzittiti. Sapevo che aveva ragione, non perché fosse vero quello che aveva detto, ma perché in fondo lo credevamo entrambi e sarebbe sempre stato così. Ci nascondemmo come due ladri in una delle stanze senza osare accendere una candela, senza osare nemmeno parlare. La spogliai lentamente, percorrendo la pelle con le labbra, consapevole che non l’avrei mai più rifatto. Cristina si diede con rabbia e abbandono, e quando la stanchezza ci vinse si addormentò tra le mie braccia senza bisogno di dire nulla. Resistetti al sonno, assaporando il calore del suo corpo e pensando che se il giorno dopo la morte avesse voluto venirmi incontro l’avrei accolta in pace. Accarezzai Cristina nella penombra, sentendo oltre le pareti il temporale che si allontanava dalla città, sapendo che l’avrei persa ma che, per qualche minuto, eravamo appartenuti l’uno all’altra, e a nessun altro.”


(Carlos Ruiz Zafón - in “Il Gioco dell’Angelo", trad. Bruno Arpaia)
Félix Vallotton - Donna addormentata

giovedì 27 marzo 2014

Dylan Dog # 330 - La copertina

Il nuovo corso di Dylan Dog sta procedendo.
Sotto la supervisione di Tiziano Sclavi, con l'attento lavoro di Roberto Recchioni e di tutti i loro collaboratori la Sergio Bonelli Editore sta proponendo da qualche mese una "rinascita" dell'Indagatore dell'Incubo.

Si sono poste le basi, così sembra. Alcune novità sono già apprezzabili.
Mi limito a sottolineare il nuovo approccio alle copertine.
Il copertinista della serie Angelo Stano ci sta proponendo uno stile diverso da quello degli ultimi anni. Ciò ha stimolato un certo dibattito e cori di apprezzamento o, di contro, di critica e delusione.

La copertina del numero 330, "La Magnifica Creatura", è a mio parere molto bella, ben costruita, fitta senza stancare l'occhio e suggestiva.

Inoltre il fatto che sia tutto in bianco e nero, compreso il logo della testata, ad eccezione della camicia di Dylan è una grande trovata e di positivo impatto.

La storia non è da meno, ma è un'altra questione.


lunedì 24 marzo 2014

Ferrovie, Moretti: se mi tagliano lo stipendio me ne vado

L'Amministratore Delegato del gruppo "Ferrovie dello Stato", Mauro Moretti, dichiara: "per meno di 850mila euro l'anno me ne vado".


Citazioni Cinematografiche n. 37


Carla Jean: Llewelyn!
Llewelyn: Sì.
Carla Jean: Che cosa stai facendo, amore?
Llewelyn: Sto uscendo.
Carla Jean: Dove vai?
Llewelyn: Mi sono dimenticato di fare una cosa, ma torno presto.
Carla Jean: Che cosa devi fare?
Llewelyn: Sto per fare una cazzata, ma lo farò lo stesso. Se non torno di' a mia madre che le voglio bene.
Carla Jean: Tua madre è morta, Llewelyn.
Llewelyn: Allora glielo dirò io.

(Carla Jean/ Kelly Macdonald e Llewelyn Moss/Josh Brolin in “Non è un paese per vecchi” di Joel ed Ethan Coen - 2007)




domenica 23 marzo 2014

Millennium - Editoriale Cosmo



Nella serie dedicata al Fantasy ed ai fumetti Sword & Sorcery, dopo l’avvincente “La Leggenda”, la Editoriale Cosmo mi sta viziando!



Ho letto con trasporto e passione “Millennium”, per la sceneggiatura di Richard D. Nolan ed i disegni di Francois Miville-Deschenes. Una serie in due uscite (in attesa delle prossime!) che conquista con una storia avvincente, un intreccio narrativo solido e convincente, disegni veramente molto riusciti e che donano una incredibile dinamicità.



Elementi storici ben ricostruiti e fedeli (siamo nel Medioevo poco prima dell’anno 1000), si accompagnano a caratterizzazioni tipicamente fantasy, che riescono a convivere con elementi magici e tratti distopici della narrazione e degli ambienti.



I dialoghi sono vivaci e immediati, esaltando anche le scene meno movimentate, che non si limitano ad introdurre eventi e colpi di scena, ma bensì narrano una storia da leggere tutta d’un fiato per poi tornare a scoprire ed assaporare particolari e dettagli tecnici e narrativi.



La vicenda non risparmia al lettore morte, cospirazioni, complotti, azione, pathos, ironia, eros che vedono susseguirsi in scena ordini militari e religiosi, papi e sovrani. Sopra tutti risalta la figura del protagonista, Raedwald il Sassone, mercante di reliquie con più di un segreto da nascondere, armato di fine intelligenza (ma non solo) ed affiancato da Arnulf, guerriero dalla straordinaria forza. La coppia è coinvolta e assoldata per missioni pericolose e dagli inquietanti risvolti per tutta l’Europa, dal mar Mediterraneo alle fredde terre nordiche, senza risparmiare forze e vigore (anche nei confronti delle donne che incontra).



Nel secondo volume l’elemento magico acquista ulteriore spazio e rilevanza, ma sono entrambi gli albi ad essere una vera chicca per gli appassionati. Il contesto storico, fedelmente riprodotto e un sano realismo, sia nella sceneggiatura che nella resa grafica delle tavole, non è privo di elementi fantastici, o per meglio dire immaginifici, andando così a stuzzicare anche quelle zone più vicine alle ipotesi complottiste e visionarie che tanta fortuna hanno incontrato in letteratura.



Millennium è una serie intrigante e ben costruita, che tra colpi di scena e mosse a sorpresa, prende il meglio della letteratura popolare e la fa splendere tra atmosfere fantasy, elementi horror ed una certa dose di thriller che conquista, per un felice incontro di stili e generi.




Da apprezzare sono anche i disegni che contribuiscono all’ottimo connubio di testi e tavole. Ogni vignetta è curata nei minimi dettagli, ogni particolare è al suo posto e tutti i personaggi sono ben caratterizzati e riconoscibili fin dalla loro prima apparizione. La prestanza fisica e l’eroismo di Raedwald e Arnulf, gli sguardi malvagi e la crudeltà dei “cattivi” con cui si scontrano, la deriva fisica e psichica degli sfortunati “contaminati”, l’orrore delle creature demoniache e delle varie entità fantastiche e non l’ultimo il conturbante erotismo della bella Rowena e delle altre donne che entrano nella storia. Unico neo: nel formato "bonellide" qualcosa si perde, ma è il "contrappasso" per la fortuna di avere tra le mani quest'opera ad un prezzo da edicola!



Qualità ed intrattenimento che procedono insieme per la felicità mia e di chi vorrà leggere questa serie.

sabato 22 marzo 2014

Fontainebleau - Editoriale Cosmo



C’è la possibilità che non sia il genere che si preferisce, magari non ci è mai passata per la testa l’idea di acquistare e leggere un fumetto che si ispiri all’horror, per di più di quello classico, senza splatter o mostri particolari. Ma “Fontainebleau”, per la sceneggiatura di Christophe Bec ed i disegni di Alessandro Bocci, una possibilità se la merita!

Inserita in una nuova collana, a colori, edita dalla Editoriale Cosmo, dedicata all’horror, alla fantascienza, al fantasy, questa graphic novel rispetta e si ispira ai classici racconti e film dell’orrore, con più di un rimando a “La Casa” (Sam Raimi) e a “Suspiria” (Dario Argento).

Elementi gotici e qualche cliché narrativo si incontrano con testi ben scritti, efficaci, dialoghi semplici ma non banali e che conducono il lettore lungo una storia che, seppure non particolarmente originale, presenta una trama intrigante e “conosciuta” quanto basta per far sì che se ne possa godere ogni pagina, assolvendo al meglio il compito di intrattenere ed inquietare.

I personaggi ben caratterizzati e la struttura circolare del racconto, presentato in prima persona dal protagonista, aiutano ogni tipologia di lettore a farsi coinvolgere ed apprezzare i bei disegni di Alessandro Bocci. L’autore italiano, già conosciuto tra le altre cose per il suo lavoro sulle tavole di Dampyr, si esalta sia nella resa degli interni che nella rappresentazione dei paesaggi naturali, a cui si affianca una accuratezza nella resa dei volti e delle espressioni da conservare e rimirare più volte.

Il colore valorizza ancora di più ogni tavola e rende questo lavoro un piccolo gioiello, a suo modo un nuovo “classico”.


venerdì 21 marzo 2014

Silenzio # 6



“Il silenzio fa sì che le immagini del passato non suscitino desideri, ma tristezza, una enorme sconsolata malinconia”

(Erich Maria Remarque)

giovedì 20 marzo 2014

Snowpiercer – Transperceneige Editoriale Cosmo



Non ho visto il film, ma ho letto, con grande piacere, il fumetto da cui è tratto.

Jacques Lob e Benjamin Legrand ai testi e Jean-Marc Rochette ai disegni confezionano un’opera di fantascienza, un’avventura che va ad inserirsi in quel filone post-apocalittico che da lungo tempo stimola fantasia e creatività.

La Editoriale Cosmo, anche utilizzando la contemporanea uscita dell’opera cinematografica a firma Bong Joon-Ho, ci propone l’intero arco narrativo di Snowpiercer – Transperceneige fin qui pubblicato nei paesi francofoni.

Il mondo è stato decimato da una nuova era glaciale. La Terra del futuro è coperta da una coltre di neve che non smette di scendere e l’intera umanità è costretta a sopravvivere in un gigantesco treno di mille vagoni più una locomotiva evidentemente speciale: lo Snowpiercer, che solca la superficie con moto perpetuo generando il calore necessario alla sopravvivenza di tutti.


Tre episodi, con il primo, risalente al 1984, graficamente distinguibile dagli altri due, più recenti, ma tutti con trama e sceneggiatura coinvolgenti e appassionanti. Se nel primo episodio è apprezzabile come viene reso il “viaggio nel viaggio” del protagonista, deciso a scoprire e conoscere cosa si nasconde nei vagoni in cima al convoglio, negli altri due si fa la conoscenza, ancora meglio, della struttura sociale e dell’ordine che è stato creato dopo l’evento apocalittico che viene solo evocato/ricordato.

Preferisco la resa grafica del primo episodio, uno stile natural-realistico gradevole anche perché non eccessivamente concentrato sui minimi particolari e sulla perfetta resa degli ambienti e dei personaggi. Lo stile negli altri due episodi si fa più cupo e vagamente allusivo, sottolineando così maggiormente l’intento evocativo e metaforico presente nella sceneggiatura.


L’idea di una società divisa per classi (dagli eletti ai marginali) espressa in forma orizzontale (il treno stesso con i suoi vagoni), anziché classicamente in senso verticale, come dagli albori della fantascienza e della storia umana, mi risulta suggestiva. Inoltre il treno che viaggia mi riporta alla mente il capolavoro di Leijii Matsumoto “Galaxy Express 999”, sebbene sia meno angosciante e più confortante di Snowpiercer.

Un’avventura distopica, con qualche passaggio un po’ lezioso se vogliamo, ma comunque da apprezzare e conservare, anche per periodiche riletture, poiché in opere di questo genere trovo periodicamente sempre qualcosa di nuovo e da riscoprire.


martedì 18 marzo 2014

Matteo Renzi e i Sindacati


Quando Matteo Renzi ha dato contro ai sindacati, ho detto: “Sta a vedere che ha ragione ed è veramente la volta buona! È svolta veramente, adesso gli rimprovera tutte le sabbie mobili in cui i sindacati sono rimasti impantanati, quasi ci si trovassero ben comodi! Adesso gli dice che è ora di tirar fuori il naso e vedere quanto schifo c’è in giro! Gli dice che sono dei folli a parlar solo di operai e impiegati, che il mercato del lavoro è cambiato e che adesso ci sono infinite forme di contratto, che prevedono tutto, fuorché il diritto di essere pagati dignitosamente! Gli fa capire che ora sei stagista a vita, o ti apri la partita iva per fatturare a una sola società, stando là dalle 9 alle 18, che sei sempre precario e senza reali coperture! Gli mostra come si lavora aggrappati a incertezze e colpi di genio di farabutti patentati che si definiscono imprenditori! Gli ricorda che ci sono settori fondamentali della nostra società che vengono ignorati e lasciati in mano a ladri e avventurieri! Gli dirà che il compito di un sindacato è di rinnovarsi a mano a mano che cambia il mondo del lavoro, glielo dirà finalmente che contratto nazionale e sciopero sono ormai termini anacronistici più della cabina telefonica e della malattia pagata. E che mentre i sindacalisti pensavano al prossimo concerto del primo maggio, pure il contratto a progetto è diventato un’ambizione.

Invece Matteo Renzi mi ha stupito.
Nuovamente.
Dà 80 euro in più a chi ha già una busta paga.
Dà 80 euro in più a chi è dipendente e non deve pagarsi tutto di tasca propria.
Ma a me verranno dati? O qualcuno si accorgerà che questo è uno sforzo che non può essere sostenuto da tutti i settori e da tutte le attività, che ci sono lavori che non potranno essere inseriti nel provvedimento?

Ma poi perché proprio 1.500 euro è la soglia per avere diritto a quegli 80 euro? Diamine, chi percepisce mensilmente una cifra del genere o anche un po’ inferiore ha assoluto bisogno di essere aiutato? Ci rendiamo conto che ci sono centinaia di lavoratori che son ben lontani dal percepire tale cifra?

Che senso ha dare 80 euro in più sia a chi percepisce 1.450 euro sia a chi ne percepisce 900? Non sarebbe meglio dare di più a chi prende meno e prevedere contributi aggiuntivi legati all’effettivo reddito, con conseguente proporzionalità della somma a cui si avrebbe diritto? 

E la lotta all’evasione?
Matteo Renzi ha appena iniziato, spero non si dimentichi di tante altre questioni, a mio parere imprescindibili. E mi auguro ci sia qualcuno pronto a ricordargliele.


lunedì 17 marzo 2014

Citazioni Cinematografiche n. 36


“Mi conoscete tutti. Sapete come mi guadagno da vivere. Vi prenderò io quel pesce e non sarà uno scherzo! È una brutta bestia. Non è come andare a pesca di sardine o di merluzzi! Questo è uno squalo. E ti mangia vivo! Ti addenta, ti dà una strizzata, e sei fatto. E va ucciso alla svelta, per non far scappare i turisti prima che gli spennate per benino! ...Ma non sarà facile per niente! E la mia pelle vale molto più di tremila dollari, capo! Io per tremila dollari ve lo trovo, ma per prenderlo e ammazzarlo ne voglio 10! La decisione spetta a voi. Se volete fare affari quest'estate, alzate il premio. Oppure fate gli spilorci e passate l'inverno a piangere! Non ho bisogno di volontari, ci sono già troppi comandanti su quest'isola! Diecimila dollari a me e io vi porto la testa... La pinna... E tutto quello che c'è in mezzo”.

(Quint/Robert Shaw ne “Lo Squalo!, di Steven Spielberg - 1975)


 

domenica 16 marzo 2014

Ci piacciono i clown!


“Il nostro è un popolo abbastanza strano: s'innamora più spesso dei clown che dei politici impegnati a mettere il bene comune al di sopra di ogni interesse personale e di partito.”

(Eugenio Scalfari su “La Repubblica” di oggi)
 


 
Perchè non dobbiamo dimenticare che erano complici!
 
 
 

sabato 15 marzo 2014

I Guerriglieri - Editoriale Cosmo


Non è l’albo più originale di questa collana, neanche ha il pregio di presentare un protagonista dalla lunga storia, ma “I Guerriglieri”, pubblicato dalla Editoriale Cosmo, all’interno della serie “WEST – I Fumeti di Frontiera”, è un consiglio per gli acquisti.

Questo albo propone due storie, avventurose e divertenti, con protagonisti Ray Walker e i suoi compagni, l’apache Yuma ed il messicano Don Pedro Alvarado Guzman. È proprio quest’ultimo a caratterizzare le avventure, con il suo carattere e l’agire da “truffatore dal cuore d’oro”.

Storie classiche, che ripropongono bene gli schemi stilistici ed avventurosi delle storie western “alla Tex Willer”, personaggio con cui Ray Walker ha più di un punto in comune.
I bei disegni sono opera di Jesus Blasco, mentre l’apprezzabile sceneggiatura porta la firma di Miguel Cussò.


A rendere più intrigante e divertente la lettura è l’ironia che non viene risparmiata al lettore, a cui viene data la possibilità di apprezzare eroi, caratteri e personaggi molto ben riconoscibili e che hanno il merito di intrattenere senza prendersi poi troppo sul serio, nel solco di una sceneggiatura tanto semplice quanto efficace.

venerdì 14 marzo 2014

Malinconia # 2



"Dice che la malinconia non è altro che una forte presenza nel cervello di un neurotrasmettitore che si chiama serotonina. E succede che si ciondola come foglie morte e un po' ci si affeziona a questo strazio e non si vorrebbe guarire più."

(Piero/Edoardo Gabbriellini in Ovosodo, di Paolo Virzì - 1997)

In realtà è la mancanza di serotonina a causare malinconia e tristezza, ma, a parte questa inesattezza, la frase mi piace molto e ritengo descriva in modo efficace la condizione!
Ph. Jane Victoria Ellis

giovedì 13 marzo 2014

Carey Mulligan e la musica



Carey Mulligan sa cantare bene!
Ne abbiamo avuto soddisfacente dimostrazione in “Aproposito di Davis”, il film di Joel ed Ethan Coen, dove esegue, insieme a Justin Timberlake e Stark Sands, il classico “Five Hundred Miles”.

L’attrice britannica, comunque, non è nuova a collaborazioni e contatti con il mondo della musica. È sposata con Marcus Mumford, il cantante del gruppo folk-rock Mumford & Sons, ed ha cantato con i Belle and Sebastian, nel brano “Write About Love”.

Belle & Sebastian - Write About Love (2010)

"I know a spell
That would you make help
Write about love, it could be in any tense, but it must make sense

I know a trick
Forget that you are sick
Write about love, it could be in any form, hand it to me in the morning

I hate my job, I'm working way too much (every day I'm stuck in an office)
At one o'clock, I take my lunch up on the roof
The city's right below, I'll ride upon a friend
He's intellectual and he's hot, but he understands

The seconds move on (if you watch the clock)
And the sky grows dark (if you're looking up)
And the girls move from thrill to thrill on the tightrope walk (on the tightrope walk)

I hate my job, I'm working way too much (every day I'm stuck in an office)
At one o'clock, I take my lunch up on the roof
The city's right below, I'll ride upon a friend
He's intellectual and he's hot, but he understands

I know a way (so you know the way)
Get on your skinny knees and pray (Maybe not today)
You've got to see the dream through the windows and the trees of your living room (of your living room)
You've got to see the dream through the windows and the trees of your living room"

martedì 11 marzo 2014

Leonardo Di Caprio non ha vinto l'Oscar



Non che sia una questione così importante o essenziale per dare un senso a questi tempi, che sembra che un senso non l’abbiano, ma ora tento di delineare quelle che, a mio parere, sono le due principali ragioni che hanno “impedito” a Leonardo Di Caprio di ricevere quest’anno il premio Oscar come miglior attore protagonista.

Al netto di altre motivazioni e questioni, legate al business hollywoodiano e ai vari “giochi” in cui sono impegnate le Major cinematografiche e “poteri forti” vari, sono dell’opinione che il buon Leo Di Caprio nell’ultima cerimonia non avesse poi tante speranze di ricevere (finalmente?) l’Oscar per la sua interpretazione in “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese.

Hollywood tende ad emozionarsi, farsi empaticamente colpire e coinvolgere da attori e attrici che mortificano sé stessi, ingrassano o dimagriscono in modo evidente e clamoroso, che si “imbruttiscono” per meglio interpretare il proprio ruolo, si “nascondono” dietro un pesante lavoro di trucco e mistificazione del proprio fisico, edulcorano e “ingabbiano” la recitazione. Nel corso degli anni si ha l’esempio di Robert De Niro in “Toro Scatenato” (sempre Martin Scorsese), oppure di Dustin Hoffman in “Rain Man”, più recentemente abbiamo assistito alla premiazione di Christian Bale, ex pugile tossicomane e problematico in “The Fighter”, e di Charlize Theron per la sua interpretazione in “Monster”. L’elenco potrebbe continuare, con nomi più o meno eccellenti, ma il concetto è che spesso viene premiato l’attore o l’attrice che supera i propri limiti fisici, “si tratta male” e stravolge la propria immagine, sia in senso estetico che interpretativo e di ruolo (ruoli scomodi, ai margini, pericolosamente borderline e così via.)











Quest’anno, sfortunatamente per Leonardo Di Caprio, in gara c’era Matthew McConaughey per quanto messo in campo in “Dallas Buyers Club”. Da molti considerato uno degli uomini più belli del mondo, l’attore statunitense è praticamente irriconoscibile, causa un evidente e massiccio dimagrimento, un “imbruttimento” notevole e il ruolo, abbastanza scomodo, di un texano omofobo che contrae l’AIDS ed inizia un proprio personale percorso di “malato” e di uomo. McConaughey ha vinto l’Oscar.


Seconda ragione, secondo me, legata più direttamente al tipo di film in cui l’attore in corsa per l’Oscar recita, è da far risalire a come viene presentata la vicenda in “The Wolf of Wall Street”.

Il film di Martin Scorsese racconta, illustra, mostra, ma non esprime giudizi, non presenta una “morale”, non impartisce una lezione o lancia ammonimenti o avvertimenti. È una storia, che viene proposta per quello che è. Scorsese prende le distanze, per quanto serve, dagli avvenimenti e li presenta al pubblico, senza esprimere una propria opinione.


Questo, alla fine, è risultato un limite. Hollywood conosce i vizi e le aberrazioni, le vuole vedere e mostrare, desidera che vengano presentate le peggiori qualità del genere umano, spinge affinché gli uomini e le donne vengano esposti nei loro limiti e si mostrino mentre commettono ogni tipo di nefandezza. Ma, allo stesso tempo, Hollywood esige che venga presentata anche la redenzione, oppure il giusto castigo per chi ha commesso peccati e si è macchiato di gravi colpe, al limite che venga emessa, dal regista e nella sceneggiatura, una chiara condanna del “cattivo” e delle azioni da lui compiute. Un po’ di puritanesimo cinematografico insomma.

Oliver Stone l’aveva capito, quando nel 1987 girò “Wall Street”, con Gekko/Michael Douglas, che infatti vinse l’Oscar per questa interpretazione. Anche perché è evidente per tutto il film che Gekko è il “cattivo”, colpevole, tra le altre cose, di traviare e ingannare il giovane Bud/Charlie Sheen.

In “The Wolf of Wall Street” non vi è alcuna condanna, neppure un po’ di biasimo nei confronti del personaggio messo in scena da Leonardo Di Caprio. Credo che questo abbia influito, perciò anche quest’anno niente Oscar per il pur bravo e coinvolgente attore di Los Angeles.