lunedì 30 gennaio 2017

Citazioni Cinematografiche n.185

Billy Brown: Che stai facendo? Che stai facendo?  
Layla: Perché?  
Billy Brown: Non mi toccare, va bene? Non mi devi toccare!  
Layla: Come sarebbe "non mi toccare", dobbiamo essere marito e moglie!  
Billy Brown: Non mi toccare.  
Layla: Sto solo cercando di essere carina.  
Billy Brown: Noi siamo una coppia che non si tocca, che non si tocca! Ci piacciamo, ci piacciamo e stiamo un sacco di tempo insieme. Però non ci tocchiamo, va bene?

(Billy Brown/Vincent Gallo e Layla/Christina Ricci in "Buffalo '66" di Vincent Gallo - 1998)



sabato 28 gennaio 2017

Immagini di Fantascienza da "I Figli del Buio" - Agenzia Alfa n.38

Pubblicato lo scorso ottobre, "I Figli del Buio" inizia molto bene, con uno strano omicidio e una coppia di detective che si presenta veramente male assortita, quasi comica. 
Un incipit noir "classico", con la sceneggiatura di Alessandro Russo che successivamente si sviluppa molto ed ambisce ad essere di ampio respiro, con tante idee e suggestioni interessanti che pur non abbassando il ritmo, purtroppo non riescono ad essere espresse sempre al meglio, con una leggera limitazione dovuta a dialoghi a volte verbosi e ridondanti. 
Il punto forte, a mio parere, sono i disegni di Massimo Dall'Oglio, che qui riesce a presentare una ottima unione fra stile personale e linea editoriale e resa grafica tipica della Sergio Bonelli, ovvero giunge ad adattare la sua poetica di forte derivazione nipponica al target della storica casa editrice milanese.


I suoi disegni risultano originare dall'unione, l'incontro tra il realismo bonelliano e una serie di richiami ed omaggi ai grandi classici della science fiction, sia quella cinematografica che quella a fumetti, in particolare quella nipponica. 
Tale operazione non si risolve in un semplice recupero, tantomeno deriva da semplice e banale nostalgia, bensì ha il pregio di presentare al lettore quella che è una visione personale dell'autore. Una fantascienza che risulta classica nella sua resa grafica, ovvero allo stesso tempo evitando anacronismi e banalità e allontanandosi dalla ricerca di plausibilità e realismo a tutti i costi, Dall'Oglio ci offre una tecnologia ed un design tecnologico che sembrano datati, poichè composta da tubature, placche di metallo, rivetti, vapori, fili e snodi a vista.
Una sorta di espressionismo tecnologico che funziona ancora alla grande, specie se contrapposto alla tendenza alla semplificazione ed alla ricerca del design pulito della fantascienza degli ultimi anni (più o meno dall'inizio degli anni 2000).


Alcune tavole de "I Figli del Buio" stupiscono ed emozionano al di là della plausibilità e del rispetto di norme e regole fisico-ingegneristiche, sia per quanto riguarda le macchine, gli strumenti, gli ambienti chiusi che gli spazi aperti e gli scenari cittadini-industriali. La tecnologia diviene così non semplice scenario, fondale in cui si muovono storie, vicende e personaggi, ma elemento vivo ed essenziale della narrazione, con cui si integra e procede donandole gusto, azione, senso e spessore.


In un periodo in cui non ci si stupisce più di cosa si possa fare con un telefono, un computer e oggetti tascabili, seguire una linea di realismo, plausibilità, rigore e trascrizione dell'odierno, renderebbe la fantascienza probabilmente più povera e spoglia, forse elegante ma molto meno suggestiva, depotenziandola e riducendola a spot per prodotti commerciali.


Invece leggere una storia, vedere un film che riesca a stupire, intimorire e toccare corde profonde del lettore e dello spettatore credo sia ancora vincente. Per esempio l'astronave di Alien, con i suoi sbuffi e vapori, mi esalta di più di quelle viste in Oblivion, tipico prodotto Apple. Gli scenari urbani di Akira o in generale quelli creati da Koji Morimoto arrivano direttamente al pubblico, lo fanno sognare ed emozionare, senza preoccuparsi di plausibilità, eleganza commerciale o aderenza tecnologica.

lunedì 23 gennaio 2017

Citazioni Cinematografiche n.184

Emma: Come farò a trovarti?  
Simon: Ti troverò io, tu hai trovato me.
(Emma Russell/Elizabeth Shue e Simon Templar/Val Kilmer in "Il Santo", di Phillip Noyce - 1997) 





venerdì 20 gennaio 2017

"Steampunk Star Wars" di Bjorn Hurri

Ormai in molti avranno visto l'ultimo film della serie di Star Wars e proprio girovagando in rete attraverso pagine dedicate mi sono imbattutto nel lavoro di Bjorn Hurri, artista svedese trasferitosi a Londra.
Il suo sito è interessante e divertente, tra le altre cose mi sono gustato il portfolio dedicato a Star Wars, con i protagonisti rivisti in chiave steampunk.
Li riconoscete tutti?













 

lunedì 16 gennaio 2017

Citazioni Cinematografiche n.183

Forse... Chiamiamolo fato, se dobbiamo dargli un nome. Forse hai ragione tu, forse voi tutti avete ragione, non lo so. So soltanto questo. In tutta la mia carriera, ho cercato di prendere qualcuno dopo... che aveva commesso un crimine. Per una volta nella vita, vorrei beccare qualcuno... prima, che faccia qualcosa di orribile, chiaro? Lo capite questo? 
(Doug Carlin/Denzel Washington in " Déjà vu - Corsa contro il tempo ", di Tony Scott - 2006)





sabato 14 gennaio 2017

La Morte di Stalin - Mondadori Comics


Pubblicato all'interno della bella ed interessante collana Historica di Mondadori Comics, "La Morte di Stalin" è una lettura che mi ha intrigato e catturato.

Il lavoro di Fabien Nuy alla sceneggiatura e testi e di Thierry Robin ai disegni si occupa di uno dei personaggi cruciali della storia del Novecento, Iosif Vissarionovič Džugašvili, ovvero Stalin, ovvero il prototipo del dittatore, l’uomo che regnò indisturbato su tutte le Russie nel segno della Rivoluzione Socialista.

L'albo si concentra sul periodo immediatamente successivo alla sua morte. Sebbene il tiranno esca quasi subito di scena, però, è comunque onnipresente: nei discorsi dei seguaci e negli incubi e nei pensieri dei cittadini russi. 
Stalin è il "convitato di pietra" di un serio ed approfondito lavoro di ricostruzione e di narrazione di un periodo e di una fase storica, tanto terribile quanto affascinante.
Il ritmo narrativo risulta avvincente, mai si concede spazio ad eccessi didascalici, quasi come se si stesse leggendo una matura opera narrativa, seria nei toni e ben calibrata, come se si trattasse di un romanzo di spionaggio.
La scomparsa del dittatore, sulla cui dinamica ci si sofferma per illustrare il clima che si viveva in Unione Sovietica all'epoca, dà il via a una sequela di avvenimenti drammatici, provoca il caos tra i componenti del Comitato Centrale, ufficialmente composto da strenui sostenitori del comunismo staliniano, in realtà uomini meschini avidi di potere.
L’obiettivo è uno solo: prendere il posto di Stalin e assumere il comando della Russia. Questo scatena una feroce e sfibrante lotta interna al Comitato, depositario delle sorti e del destino di una Nazione dei suoi popoli.
Ogni membro viene magistralmente presentato e caratterizzato, nelle proprie ambizioni e paure, nei propri desideri e fini da perseguire.
Una lotta di tutti contro tutti, dove si creano alleanze temporanee e tregue che potranno durare quanto occorre.
A voler essere un po' schematici, due personaggi su tutti assumono il ruolo di capifazione, ovvero Lavrentij Pavlovič Berija, capo della polizia segreta, e Nikita Sergeevič Chruščëv.
La profondità dell'opera non si risolve, come ad una lettura superficiale potrebbe risultare, in una condanna del Comunismo, dell'URSS e delle aberrazioni e tragedie che ne sono nate, bensì presenta una attenta analisi di un periodo storico, ma soprattutto dei meccanismi del potere e della sua mancanza di scrupoli, che non esita a schiacciare deboli e indifesi, giustificando l’ingiustificabile con i falsi miti dell’ideologia.
I testi sono profondi e intensi, con dialoghi vivaci ed efficaci. I disegni di Thierry Robin non sono realistici, risultano anzi caricaturali. Risulta una scelta azzeccata, poiché i tratti grotteschi dei personaggi evocano la natura contorta delle loro anime e le pulsioni animalesche che li ossessionano.
La Morte di Stalin è una lettura intrigante e stuzzicante per chi ama la Storia e l'analisi delle dinamiche che l'hanno fatta e la fanno.

 

giovedì 12 gennaio 2017

Bretagna, di Wazem - Editoriale Cosmo


La Editoriale Cosmo pubblica una collana definita "I Maestri". Il numero di novembre 2016 è dedicato a Pierre Wazem, con uno dei suoi lavori migliori: Bretagna.

Il messaggio delle tavole è molto chiaro, l'insensatezza della violenza e l'assurdità della gerarchia militare, il dolore, la disperazione e la disumanizzazione che la guerra comporta, il dramma personale e collettivo di un conflitto che porta a compiere atti il cui gravoso peso si porterà a lungo, almeno finché si vive.


Quello che attribuisce ulteriore valore all'opera è l'uso delle tavole, del disegno, del medium fumetto per comunicare e far giungere, più con il tratto che con le parole, un messaggio, che è ben più di un tema o di una tesi.

Il passaggio fra il contemporaneo e il ricordo, l'attesa narrazione in flashback, viene scandito e sottolineato da una variazione di stile e di tecnica narrativa. Si inizia con linee sottili, spezzate e che escono dai bordi. Le prime pagine presentano uno stile veloce, non definito, più simili ad uno studio preliminare, ad un bozzetto. Gli stessi testi sono, a seconda dei personaggi a cui sono riferibili, ridondanti, vuoti per quanto riguarda il contenuto, o, per contrapposizione brevi, asciutti, riflessivi. Quello che il lettore nota sono i pensieri del protagonista, portandolo ad immedesimarsi nella sua stanchezza, nel suo disincanto. 

Questo conduce al citato flashback narrativo, nel corso del quale la lettura si concentra sul nero che domina le vignette. Ora è il protagonista al centro dell'azione e le sue emozioni prendono il posto che l'autore intende darle. Così  le linee sono spesse e decise e, pur nello stile di Wazem ‒ uno stile che ricerca la sintesi e delinea volti ed espressioni con pochi tratti ‒ tutto appare ben riconoscibile, materiale, solido. Questa, sembra dire l’autore, è la realtà. O meglio, la realtà dei ricordi del protagonista, comunque ancora più forti e decisi del suo presente.

Il racconto procede, viene raccontata la missione assegnata ad un piccolo gruppo di uomini nel deserto dell'Africa settentrionale durante la seconda guerra mondiale, le dure prove a cui vengono sottoposti ed i loro pensieri e timori, ancora una volta sottolineati da un passaggio di stile, nell'ambiro del quale Wazem sceglie di rendere più sottili i bordi, allungare le ombre ed evidenziare lo stato d'animo dei personaggi. I sopravvissuti rimarranno per sempre segnati da quanto vissuto e compiuto, con il contrasto con la retorica militare ancora più netto e severo.



 


lunedì 9 gennaio 2017

Citazioni Cinematografiche n.182


Salve! E benvenuti a un altro episodio di televisione educativa.
Stasera vi mostrerò come si preparano i sogni. Normalmente la gente pensa che sia un procedimento molto semplice, ma in realtà è un tantino più complicato.
Come potete vedere una delicatissima combinazione di complessi ingredienti è la chiave.
Innanzitutto mettiamo un tantino di pensieri a casaccio e poi aggiungiamo appena una punta di reminiscenze del giorno, mischiate con un po' di ricordi del passato – è per due persone – amori, relazioni, emozioni e tutte le altre cose che finiscono in -zioni.
Le canzoni ascoltate durante il giorno, le cose che avete visto e... altre personali.
(Stéphane Miroux/Gael Garcia Bernal in “L’Arte del Sogno”, di Michel Gondry - 2006)



sabato 7 gennaio 2017

Horacio D'Alba - Editoriale Cosmo

Per consolarsi della fine delle festività ci si potrebbe rivolgere alla propria edicola di fiducia ed acquistare questo volume pubblicato dalla Editoriale Cosmo.
Horacio D'Alba è un avvincente romanzo ucronico, una coinvolgente avventura per immagini e testi ad opera di Jérôme Le Gris (testi) e Nicolas Siner (disegni).
Siamo al tempo di un Rinascimento alternativo, in cui una Repubblica nata dopo una sanguinosa serie di guerre, posta tra il Piemonte e la Toscana, in una zona che ricorda molto le attuali Emilia e Romagna, si deve difendere dalle mire del Vaticano e della Francia.

Particolarità di questa Repubblica, che per alcuni tratti si ispira alla Res Publica di età romana, è che per porre fine ai combattimenti e ai massacri che hanno falcidiato più di una generazione, i fondatori di quest'inedito stato hanno decretato che ogni conflitto debba essere risolto da uno scontro tra duellanti. 


I duellanti, riuniti in due accademie rivali, sono esperti nell'uso di ogni arma, professionisti della morte che formano anche il cuore delle "falangi" dell'esercito repubblicano: vero e proprio spauracchio che tiene a bada le potenze straniere. 

Ma il Cardinale Rosso, sul punto di essere eletto al soglio pontificio, non ha mai celato il suo desiderio di unire l'Italia sotto la sua bandiera. Non solo, fra i senatori c'è chi pensa sia venuto il momento di cambiare le regole di una società in declino, costi quel che costi.  

Questa, in estrema sintesi, è la base di partenza di un romanzo per immagini che cattura per la qualità grafica, la resa delle ambientazioni e dei caratteri e per la trama che si svolge chiara, ma non semplice o banale, in cui tutti i protagonisti vengono presentati in modo efficace, sia nelle scene "mute" che attraverso i precisi dialoghi.
Non mancano le scene di battaglia, quelle di massa e un gustoso approfondimento storico, che fa procedere nella lettura di quello che, scopriamo, è il resoconto di un superstite di quella utopica Repubblica nata nel cuore della penisola italiana.

lunedì 2 gennaio 2017

Citazioni Cinematografiche n. 181

La grande ambizione delle donne è di ispirare l’amore.
(Hercule Poirot/Peter Ustinov in “Assassinio sul Nilo”, di John Guillermin - 1978)