Non
ho saputo resistere al fascino di una nuova serie Bonelli. Se
poi è una serie a tema fantascienza, genere che per lo più si
identifica con Nathan Never e poco altro per quanto riguarda la casa
editrice milanese, l'attrattiva aumenta.
Odessa,
dal nome della città ucraina dove si svolge quanto narrato, in
questo primo numero in edicola presenta molti e notevoli punti e
tratti interessanti, ma inevitabilmente sconta alcuni limiti e
limitazioni dall'essere introdotta come dire “tutto (o quasi)
e subito”.
Alcuni
passaggi tendono al didascalico nella volontà di spiegare al lettore
quanto più possibile ed il ritmo ne risente fortemente. In più
punti si cerca di introdurre il numero maggiore di elementi e tratti
distintivi della serie, finendo per approfondirne pochi e lasciandone
molti solo accennati. In particolare ambientazione e personaggi
tendono a rimanere un po' troppo sullo sfondo, con più di un dialogo
deludente e sbrigativo e fin troppe didascalie. Ma ci sono ovviamente
i punti positivi: il colore, che anche se non è più
una novità in casa Bonelli qui svolge bene il suo compito; i
disegni, fortemente dinamici e di impatto; le inquadrature,
che a volte risultano ardite e stimolanti; i temi socio-politici,
chiaramente al passo dei tempi e legati in modo efficace
all'attualità; la capacità di utilizzare la fantascienza come
veicolo di argomenti e spunti di riflessione; l'alternanza
intelligente e ragionata fra gabbia bonelliana, splash pages e
interessanti tavole divise in quattro grandi vignette (alla
Jack Kirby potremmo dire).
Inoltre questo primo numero
fa ben sperare anche per la possibilità di offrire un genere
altamente interessante e appetibile, come la fantascienza che
incontra altri generi e stili.
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