domenica 17 agosto 2014

Dylan Dog # 334 # 335




Un unico post per parlare degli ultimi due albi, inediti, di Dylan Dog.


Il numero 334, “La Paga dell’Inferno”, ed il numero 335, “Il Calvario”, di fatto stanno portando a conclusione la tanto sbandierata e discussa “Fase Uno” del rilancio, o qualcosa di simile, della serie.


Ormai un anno fa Roberto Recchioni, affiancato da Franco Busatta e con la “benedizione” e supervisione di Tiziano Sclavi (per chi non lo ricordasse il creatore di Dylan Dog), annunciava un percorso di rinascita e revisione della serie dell’Indagatore dell’Incubo, pertanto, anche se manca ufficialmente ancora un albo (il prossimo in uscita a fine mese), per poi passare alla “Fase Due”, come ci ricorda il curatore stesso, si può già fare un bilancio, azzardare una personale valutazione, esprimere il proprio parere.


Me la sbrigo in fretta: chi ha “snobbato” la Fase Uno si è perso una serie di storie interessanti, con trame intriganti, qualche bell’albo da gustare anche dal punto di vista grafico e con una certa dose di ottimi ingredienti sia tipici della serie che, in qualche modo, anche nuovi per il nostro Dylan.


Non fanno eccezione il 334 ed il 335 della serie.



#334 – La Paga dell’Inferno.

Sono presenti stili e registri differenti, passando con buon ritmo e piacevolmente dal grottesco al surreale con un accenno di classico mistery di gusto britannico. Non un albo memorabile (ai tempi del liceo sarebbe stata una storia di secondo piano), ma la sceneggiatura risulta ben costruita, efficace sia per intrattenere che per stuzzicare, con una certa tensione narrativa, venata di umorismo, che invoglia la lettura fino ad un finale gustoso e che richiama temi e situazioni tipicamente alla Dylan Dog che mi aveva catturato quando ancora non mi facevo la barba (ed anche ora me la faccio raramente). Giovanni Di Gregorio gestisce semplici temi e qualche spunto interessante con mestiere e professionalità, nel rispetto del lettore, senza sorprenderlo ma facendogli gustare una buona storia. I disegni di Daniele Bigliardo hanno dalla loro dinamismo ed espressività, anche se forse non particolarmente adatti ad un’ambientazione londinese cittadina, che smorzano in qualche tavola gli elementi più classici. Ancora una volta da apprezzare la copertina di Angelo Stano, come ormai da un anno a questa parte più centrata ad illustrare il concetto, il tema alla base dell’albo, più che la storia in sé.
Ancora una volta da apprezzare la copertina di Angelo Stano, come ormai da un anno a questa parte più centrata ad illustrare il concetto, il tema alla base dell’albo, più che la storia in sé.



# 335 - Il Calvario

Scritto e sceneggiato da Giovanni Guardoni, illustrato da Paolo Martinello, per commuovere, inquietare, sparigliare la carte ed in qualche momento “far saltare il banco”. Pur rifacendosi a temi ed idee più volte presentati nella serie, ovvero la morte, la sofferenza, gli incubi, la malattia, la follia e l’orrorifico, il tutto viene originalmente rielaborato inserendo personaggi e situazioni che in un primo momento spiazzano il lettore (Dylan ha un figlio? Groucho racconta favole della buonanotte? Il ragazzino sta morendo, ma è realtà o finzione?), per poi tenerlo legato con suspence e tensione notevole. 

Non mancano una forte componente emotiva, dosata con grande intelligenza, ed una serie di sequenze horror molto riuscite, che permettono di sviluppare il racconto su vari piani. Accurati e veramente ben riusciti i disegni di Martinello, evidentemente a suo agio con il bianco e nero. La copertina? Fantastica!!


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