Un
contributo breve per consigliare la visione di un film.
Anni fa mi capitava
abbastanza spesso di ascoltare ragazze
e giovani donne parlare di film che vedevano al cinema o in TV. A seconda
dei caratteri e caratteristiche di queste, percepivo entusiasmo o viceversa
disappunto per i caratteri femminili presentati.
Notavo inoltre che le
reazioni si alternavano, o addirittura si scambiavano “di posizione”, fra
diversi film. Ovvero: nei film in cui venivano presentate protagoniste
femminili “à la page” ma poco incisive, una parte delle ragazze dialoganti ne
veniva esaltata, un’altra esprimeva perplessità. Di contro, in film in cui le
donne protagoniste erano, a mio parere, maggiormente interessanti e meglio
sviluppate, evitando strizzatine d’occhio alle mode del momento, le stesse che prima
esprimevano apprezzamenti si trovavano a pronunciare frasi di disappunto,
lasciando lo spazio per gli elogi al loro contraltare che in precedenza manifestava
perplessità su altri film.
Insomma,
per godere di una buona visione e di protagoniste femminili simpatiche,
accattivanti e ben presentate, consiglio di vedere “Caramel”, di Nadine Labaki (2007).
Cinque donne libanesi in
un salone di bellezza a Beirut, fra
confessioni, problemi sentimentali, ansia per il futuro, progetti e sogni in
bilico fra ottimismo e rassegnazione, commedia e visione amara di una realtà
comunque difficile.
Mi piace la finezza narrativa e di costruzione
delle diverse storie che si uniscono in un unico racconto che è molto più che
corale, che concede al gusto per le soap opera ma con astuzie registiche,
accorgimenti recitativi e di sceneggiatura di buon livello. Potrebbe piacere ai
fan del primo, vivace, periodo di Almodovar, al quale solo apparentemente si
avvicina, per presentare invece una sua convincente originalità. L’intensità dei
colori, come se si potessero percepire odori, essenze e calore, fa la sua
parte.
Un
film di donne, che rende giustizia alle donne, consigliabile per gli uomini.
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