Essi offrivano lo spettacolo più patetico di ogni altro,
quello di due giovanissimi innamorati che ballano insieme, ciechi ai difetti
reciproci, sordi agli ammonimenti del destino, illusi che tutto il cammino
della vita sarà liscio come il pavimento del salone, attori ignari cui un
regista fa recitare la parte di Giulietta e quella di Romeo nascondendo la
cripta e il veleno, di già previsti nel copione. Né l'uno né l'altro erano
buoni, ciascuno pieno di calcoli, gonfio di mire segrete, ma entrambi erano cari
e commoventi mentre le loro non limpide ma ingenue ambizioni erano obliterate
dalle parole di giocosa tenerezza che lui le mormorava all'orecchio e dal
profumo dei capelli di lei, dalla reciproca stretta di quei loro corpi
destinati a morire.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa – Il Gattopardo)
Nessun commento:
Posta un commento