venerdì 28 marzo 2014

Per qualche minuto


“Sapevo che l’avrei persa non appena quella notte fosse trascorsa e il dolore e la solitudine che la consumavano si fossero azzittiti. Sapevo che aveva ragione, non perché fosse vero quello che aveva detto, ma perché in fondo lo credevamo entrambi e sarebbe sempre stato così. Ci nascondemmo come due ladri in una delle stanze senza osare accendere una candela, senza osare nemmeno parlare. La spogliai lentamente, percorrendo la pelle con le labbra, consapevole che non l’avrei mai più rifatto. Cristina si diede con rabbia e abbandono, e quando la stanchezza ci vinse si addormentò tra le mie braccia senza bisogno di dire nulla. Resistetti al sonno, assaporando il calore del suo corpo e pensando che se il giorno dopo la morte avesse voluto venirmi incontro l’avrei accolta in pace. Accarezzai Cristina nella penombra, sentendo oltre le pareti il temporale che si allontanava dalla città, sapendo che l’avrei persa ma che, per qualche minuto, eravamo appartenuti l’uno all’altra, e a nessun altro.”


(Carlos Ruiz Zafón - in “Il Gioco dell’Angelo", trad. Bruno Arpaia)
Félix Vallotton - Donna addormentata

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