Non ho visto il film, ma ho letto, con grande
piacere, il fumetto da cui è tratto.
Jacques Lob e Benjamin Legrand ai testi e Jean-Marc
Rochette ai disegni confezionano un’opera di fantascienza, un’avventura che
va ad inserirsi in quel filone post-apocalittico che da lungo tempo stimola
fantasia e creatività.
La Editoriale Cosmo, anche utilizzando la
contemporanea uscita dell’opera cinematografica a firma Bong Joon-Ho, ci
propone l’intero arco narrativo di Snowpiercer – Transperceneige fin qui
pubblicato nei paesi francofoni.
Il mondo è stato decimato da una nuova era glaciale. La
Terra del futuro è coperta da una coltre di neve che non smette di scendere e
l’intera umanità è costretta a sopravvivere in un gigantesco treno di mille
vagoni più una locomotiva evidentemente speciale: lo Snowpiercer, che solca la
superficie con moto perpetuo generando il calore necessario alla sopravvivenza
di tutti.
Tre episodi, con il primo, risalente al 1984,
graficamente distinguibile dagli altri due, più recenti, ma tutti con trama e
sceneggiatura coinvolgenti e appassionanti. Se nel primo episodio è
apprezzabile come viene reso il “viaggio nel viaggio” del protagonista,
deciso a scoprire e conoscere cosa si nasconde nei vagoni in cima al convoglio,
negli altri due si fa la conoscenza, ancora meglio, della struttura sociale
e dell’ordine che è stato creato dopo l’evento apocalittico che viene solo
evocato/ricordato.
Preferisco la resa grafica del primo episodio, uno
stile natural-realistico gradevole anche perché non eccessivamente concentrato
sui minimi particolari e sulla perfetta resa degli ambienti e dei personaggi.
Lo stile negli altri due episodi si fa più cupo e vagamente allusivo,
sottolineando così maggiormente l’intento evocativo e metaforico presente nella
sceneggiatura.
L’idea di una società divisa per classi (dagli
eletti ai marginali) espressa in forma orizzontale (il treno stesso con
i suoi vagoni), anziché classicamente in senso verticale, come dagli albori
della fantascienza e della storia umana, mi risulta suggestiva. Inoltre il
treno che viaggia mi riporta alla mente il capolavoro di Leijii Matsumoto
“Galaxy Express 999”, sebbene sia meno angosciante e più confortante di Snowpiercer.
Un’avventura distopica, con qualche passaggio un po’
lezioso se vogliamo, ma comunque da apprezzare e conservare, anche per
periodiche riletture, poiché in opere di questo genere trovo periodicamente
sempre qualcosa di nuovo e da riscoprire.
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