Alla
data del 9 novembre 1989 avevo da poco iniziato la mia non
particolarmente brillante carriera di liceale, la mia squadra di calcio del
cuore si apprestava ad una stagione di illusoria rinascita che si sarebbe
conclusa con la vittoria della coppa Uefa, molti dei miei coetanei tormentavano
i genitori allo scopo di farsi regalare un motorino.
Oltre
ciò, quella sera vidi in televisione decine di migliaia di berlinesi
dell'Est che si arrampicavano su quel muro che li divideva dal
settore occidentale della loro città. Ufficialmente stavano andando in viaggio
all'Ovest, o almeno questo sarebbe dovuto essere lo scopo da dichiarare per
ottenere uno specifico permesso. Nei fatti, dato il numero di berlinesi che si
presentarono ai posti di blocco, considerata la confusione che si creò nella DDR
e nei suoi funzionari quel giorno, nessun controllo fu effettuato e così
tedeschi dell'Est e tedeschi dell'Ovest si incontrarono per festeggiare,
cantare e ubriacarsi insieme.
Il
9 novembre 1989 è quindi considerata la data della caduta del Muro,
sebbene ancora non fosse caduto un bel niente e solo dopo qualche giorno
sarebbe cominciata la compravendita di mattoni usati più lucrosa della storia,
come nel 2002 avrebbe detto Alex Kerner/Daniel Brüh, protagonista di “Good Bye Lenin!”
Pochi,
forse nessuno, in quegli anni avrebbero potuto prevedere una cosa del genere.
Certo il presidente Reagan disse al signor Gorbačëv di abbattere quel muro, ma
era sostanzialmente una sbruffonata da attore di Hollywood, molto lontana dal
romantico ed evocativo "Ich bin ein Berliner" di Kennedy. Quindi
si fu presi molto di sorpresa, ci si fece trovare impreparati ad un tale evento,
soprattutto impreparato era il compagno segretario Erich Honecker che
solo pochi mesi prima dichiarava che il Muro sarebbe rimasto per altri
cento anni.
25
anni cominciano ad essere parecchi e
quindi un ricordo, qualcosa di simile ad una celebrazione può essere
giustificabile. In fondo ero un bambino ed ora sono un padre. Sono rimasto un
pirla ma adesso porto la barba e posso fare il “figo” dicendo “io c'ero”, o
almeno “io ho visto!”.
Un
libro per ricordare il periodo storico che “giustificava” il Muro?
“Imperium”
di Ryszard Kapuscinski (Feltrinelli).
Si raccontano l’età di massima affermazione sovietica, il trionfo del
comunismo nell’Est Europa e poi il declino. Sessantamila chilometri di storia,
per un viaggio cominciato nel 1939 e concluso nel 1991.
Un
fumetto per ripercorrere la storia di Berlino nel novecento?
“Berlino
– Una Città divisa” di Marvano.
Trilogia
ambientata in epoche diverse e dedicata alla drammatica situazione berlinese
venutasi a creare in seguito alla sconfitta del Terzo Reich. 1943, 1945 e 1961,
tre anni chiave della storia di Berlino e, di riflesso, di quella del mondo
intero.
Un
romanzo per farsi un'idea del Muro e di Berlino prima della riunificazione?
“Il
Cielo Diviso” di Christa Wolf
(Edizioni E/O). La scrittrice che ha incarnato la figura di intellettuale
dell’Est racconta una storia d’amore. Quella fra Rita e Manfred, cresciuta,
vissuta e naufragata all’ombra del Muro, della Cortina di Ferro e dei grandi
eventi storici collegati.
Ma
soprattutto un film!
“Le
Vite degli altri”, di Florian
Henckel von Donnersmarck, vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero nel 2007.
La
vita quotidiana a Berlino Est negli anni ottanta, attraverso la vicenda
di un capitano della STASI, splendidamente ed intensamente interpretato
da Ulrich Muhe, incaricato di spiare lo scrittore Georg Dreyman (un
fascinoso e talentuoso Sebastian Koch) e la sua compagna Crista-Maria
Sieland (carnale e seducente prova di Martina Gedeck, da apprezzare
anche in ”La Banda Bader-Meinhof”). Un percorso di ripensamento e
riflessione sulla propria esistenza, sulla propria vita, da parte di chi, per
mestiere, si trova ad osservare la vita di altri. “Le vite degli altri”
è incalzante come un thriller, appassionato e doloroso come un dramma,
capace di mettere in scena il grigiore e la desolazione, la solitudine e
l’angoscia, la crudeltà fin troppo umana di personaggi più che credibili che
non solo per dovere, ma soprattutto per capriccio e tornaconto personale, sono
disposti e disponibili a rovinare l’esistenza di uomini e donne comuni, che
desiderano vivere la loro vita. Attori eccezionali, ricostruzioni accurate,
luoghi autentici opportunamente scelti e una efficace colonna sonora per
assistere a come le vite di uno scrittore e di una attrice contagiano lo squallore
e la crudeltà di un funzionario del temuto Ministero per la Sicurezza dello
Stato, la STASI appunto.
Ambientazione,
trama e suggestioni sono state riprese nell’albo numero 16, “Friedrichstrasse”,
della collana “Le Storie” della Sergio Bonelli Editore.
Insomma,
dopo quella data la fine della DDR si avvicinò sempre più velocemente,
inesorabilmente.
E dire che aveva l’inno nazionale più bello,
suggestivo ed evocativo che abbia mai ascoltato, con un testo ancora oggi
emozionante!
Nessun commento:
Posta un commento