Titolo: Nordest
Autore: Massimo Carlotto e Marco Videtta
Editore: E/O – 2005
Il tema del
rapporto/contrasto fra padre e figlio in un romanzo noir, che in modo lucido e spietato rappresenta quanto di
marcio, sporco e rivoltante ci fosse in una visione ed in una modalità di vita
in una zona geografica ben definita, per quanto già allora se ne vedesse la
labilità dei confini.
Il Nord Est di Massimo Carlotto e Marco Videtta presentato nel 2005
fin dal titolo del romanzo, dove l’elemento politico è evidente, pur non
inficiando la narrazione, dove la vicenda presentata, l’intreccio e lo sviluppo
della trama funzionano molto bene, con un meccanismo ben oliato che dosa gli
elementi tipici del genere insieme alla denuncia di quello che, allora come
oggi, è uno dei maggiori e più pericolosi laboratori criminali dell’intera
Europa.
Il Nord Est, per
l’appunto, che ha messo dinamicità e denari al servizio del crimine, del furto, dello sfruttamento ambientale e dei peggiori
istinti e figuri. Spesso con il benestare, la complicità di chi quelle zone ha
amministrato e di chi facendosene difensore ha finito per usarle a fini
personali, propagandistici e per soddisfare misere e private, personali
ambizioni, inconfessabili capricci.
Si accennava al confronto
fra padri e figli, qui presentato come una aberrante variante del concetto
espresso da Thomas Mann ne i Buddenbrook, con i più giovani (la terza generazione) che in realtà
invece che dissipare quanto creato e quindi accumulato da chi li ha preceduti,
sono intenzionati a scappare con il bottino, alla ricerca edonistica e
disillusa di strategie per colmare il vuoto che li definisce, nascosto dietro
auto di lusso, vestiti eleganti, ristoranti alla moda e abuso di stimolanti.
L’omicidio da cui tutto
parte è tipico della narrazione noir,
con la seguente trama che funziona dall’inizio alla fine, con protagonisti
tanto ben delineati e caratterizzati da risultare genuinamente antipatici ed
odiosi, siano essi “vittime” o “carnefici”. Nessuno si salva in Nordest, dove l’elemento
geografico-territoriale ne risulta il vero punto centrale, protagonista
collettivo e palesemente sovra umano, con personaggi (tutti!) totalmente colpevoli, palesemente inseriti in un contesto
che allo stesso tempo li forma e ne è formato.
Agli autori il merito di
una scrittura e di una analisi lucida, rigorosa, impietosa, che in nessun
passaggio intende confortare o giustificare.
"Nordest",
scritto a quattro mani da Massimo Carlotto e Marco Videtta, racconta un tema
antico, il rapporto tra padri e figli, inserito nell'attualità del Nordest
italiano. Un territorio ricco e complesso, considerato la locomotiva
dell'economia italiana, che oggi sta vivendo una crisi epocale che ha
determinato la fuga degli industriali verso Cina e Romania. Ed è proprio
l'ambiente delle grandi famiglie industriali quello in cui matura il delitto di
una giovane donna prossima al matrimonio. Sullo sfondo il "paese" il
nome non ha importanza perché in tutto il Nordest le grandi famiglie sono tutte
uguali e il territorio non ha più identità. "Nordest" è un noir che,
a partire da un delitto, racconta l'illegalità diffusa che ha permesso di
accumulare grandi ricchezze e un sistema economico che non si è mai posto
problemi rispetto al saccheggio del territorio. Personaggio principale è
Francesco, rampollo della seconda famiglia più ricca del "paese",
giovane avvocato dal futuro già scritto che dovrà confrontarsi con il suo
ambiente e scegliere tra verità e "normalità". (da
ibs.it)
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