venerdì 17 febbraio 2017

Oggi


"Perché Oggi è una parola che solo i suicidi dovrebbero usare, per tutti gli altri non ha assolutamente alcun senso, 'oggi' è soltanto la designazione di un giorno qualsiasi per loro, di oggi precisamente, per loro è evidente che debbono lavorare ancora una volta otto ore, oppure sono liberi, faranno commissioni, compreranno qualcosa, leggeranno un giornale del mattino e uno della sera, prenderanno un caffè, avranno dimenticato qualcosa, hanno un appuntamento, devono telefonare a qualcuno, un giorno quindi in cui deve succedere qualcosa oppure, meglio ancora, non succede gran che.
Se io invece dico 'oggi', il mio respiro comincia a diventare irregolare, subemtra l'aritmia che ora è anche verificabile su un elettrocardiogramma, solo non risulta dal tracciato che la causa è il mio Oggi, una cosa sempre nuova, incalzante, ma la prova del disturbo posso produrla, redatta nel volubile codice dei medici, di qualcosa che precede l'attacco di angoscia, mi predispone, mi stigmatizza, oggi in modo ancora funzionale, così dicono, credono loro, gli esperti. Solo io temo sia l''oggi', che è per me troppo eccitante, troppo enorme, troppo commovente, e in questa eccitazione patologica sarà per me 'oggi' fino all'ultimo momento".

(Ingeborg Bachmann, "Malina" - Adelphi 2003 - trad. Maria Grazia Manucci)





 


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