TORNERANNO I PRATI (Ermanno Olmi - 2014)
Probabilmente
fra i migliori film sulla “Grande Guerra”, nonostante una
certa artificiosità dovuta alla scelta di far pronunciare ai
protagonisti una serie di battute rivolte direttamente alla
cinepresa, cosa che procura un certo straniamento nello spettatore,
specie se non propriamente avvezzo ad un certo Cinema.
Quello
che maggiormente conquista di “Torneranno i prati” di
Ermanno Olmi è lo spazio che, magistralmente, viene assegnato
più ai soldati semplici, alle loro angosce, paure e riflessioni, che
ai graduati. Elemento non da poco, poiché nel cinema italiano con
l'obiettivo di colpire le classi agiate degli ufficiali, che la
guerra vollero e condussero sulla pelle della classe contadina ed
operaia, proprio quest'ultima finiva per rimanere sullo sfondo, come
ad esempio in “Uomini contro” di Francesco Rosi, oppure rischiava
di limitarsi ad elemento buffo, da contraltare, nel pur
imprescindibile “La Grande Guerra” di Mario Monicelli.
Dal
punto di vista tecnico e poetico è un film che cattura e non lascia
più lo spettatore, che rimane estasiato di fronte al bianco e
nero che sa di metafisico, generato dal chiarore lunare e dalla
neve caduta, per un'opera in bilico fra l'astratto di una narrazione
onirica ed elementi espressionisti.
Il
messaggio, fin dal titolo, è chiaro: il sacrificio di quanti sono
morti, stanno morendo e moriranno fra queste montagne, caduti
sull'abbondante neve, verrà dimenticato appena questa si scioglierà
e ritorneranno i prati, ovvero quando tornerà la pace, proprio come
dice un soldato: "di quel che c'è stato qui non si vedrà
più niente, e quello che abbiamo patito non sembrerà più vero".
Ma
a chi guarda rimane la voglia di pensare che i prati torneranno
perché comunque la natura, gli animali e gli uomini ricominceranno a
vivere, nonostante l'insensatezza, la stupidità di un conflitto ed
il dolore.
Siamo
sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917
sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola
nottata. Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte
sono lunghe attese dove la paura ti fa contare, attimo dopo attimo,
fino al momento che toccherà anche a te. Tanto che la pace della
montagna diventa un luogo dove si muore. Tutto ciò che si narra in
questo film è realmente accaduto.(da
cinematografo.it)
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