giovedì 17 luglio 2014

Giallo, Noir & Thriller/17


Titolo: Lo Sguardo di uno Sconosciuto

Autore: Karin Fossum

Traduttore: Marocco Pierina M.

Editore: Frassinelli – 2007



Pubblicato (e letto) ormai diversi anni fa, pertanto ancora non nell’onda della passione per le crime stories ed i gialli scandinavi, questo bel romanzo della Fossum si prende un po’ gioco del lettore. Se infatti la provincia norvegese, con le sue casette, i villaggi ed i panorami mozzafiato, viene ben descritta e presentata, in realtà la storia raccontata, con tante ombre, la suspense leggera che subisce improvvise accelerazioni solo verso il sorprendente finale, potrebbe essere una vicenda accaduta in qualsiasi luogo, persino vicino casa nostra. Forse anche per questo Andrea Molaioli ci ha tratto il suo bel “La Ragazza del Lago”, con un cast di attori di tutto rispetto, ambientando tutto nel Nord-Est italiano, con il Friuli ed i laghi di Fusine a far da sfondo a drammi, paure, ad un omicidio, ad indagini lente e metodiche ed una caratterizzazione dei personaggi raffinata ed efficace tanto quanto quella proposta al lettore dalla Fossum.




In effetti avevo già parlato di questo romanzo parlando di opere cinematografiche tratte da romanzi, ma il desiderio di dedicargli un post esclusivo era tanta, anche per la volontà di sottolineare il valore di Karin Fossum, autrice che meriterebbe di essere maggiormente letta anche in Italia. Scrivo questo perché a mio parere negli ultimi anni, invasi da autori ed autrici (vi dice qualcosa Camilla Läckberg?) originari dei paesi scandinavi, molti lettori sono rimasti abbagliati da firme non proprio meritevoli e le case editrici a volte non sono riuscite a distinguere bene il valore dal semplice “cavalcare un’onda”.



Qui l’ispettore Sejer è impegnato in una indagine difficile e coinvolgente, nel corso della quale incontra una umanità varia e niente affatto rispettosa di stereotipi e cliché. Violenza, solitudine, alcolismo, fragilità che vengono rappresentate attraverso una narrazione precisa e ritmica, quasi a mostrare parti di noi, delle nostre vite, della nostra società, prendendo a prestito uomini, donne, ragazzi e ragazze norvegesi, che ci assomigliano fin troppo. Il male, il marcio è dentro ognuno di loro, dentro ognuno di noi e l’autrice non ha paura di mostrarcelo, non si sottrae al compito di metterci in guardia da noi stessi e da chi ci vive accanto.



Un buon romanzo, dove “mestiere” ed arte si incontrano e si sommano in modo efficace, per coinvolgere, intrattenere, seminare dubbi ed anche inquietare, mostrando, ancora una volta, secondo lo stile di Karin Fossum, il lavoro “umile”, paziente, lontano da effetti a sorpresa e continui ribaltamenti di trama e prospettiva, di un ispettore di polizia, Konrad Sejer, e dei suoi collaboratori che merita, pagina dopo pagina, simpatie e attenzione da parte del lettore.

Karin Fossum



Un minuscolo villaggio sulle coste norvegesi è in preda al panico: è scomparsa una bambina di sei anni. Sulle tracce della bimba, la polizia si imbatte in un'altra tragedia, già compiuta: poco lontano, sulle sponde di un fiabesco laghetto immerso nel bosco, trova il corpo nudo di una giovane donna; è intatto benché lei sia stata affogata con premeditazione. Annie Holland aveva solo quindici anni. Chi l'ha aggredita deve averla colta alla sprovvista, oppure, la conosceva anche troppo bene. Da Oslo arriva il pacato ispettore Sejer, incaricato del caso; e le sue indagini, dilavano il nordico lindore del borgo stanando tutto ciò che è sepolto e nascosto. (da IBS.it)


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