sabato 20 dicembre 2014

Lettera a Babbo Natale


-         Ciao Adriano!
-         Salve. Ci conosciamo?
-         Oh sì, anche se è da molto che non abbiamo occasione di parlarci.
-         Mi perdoni, ma io non mi ricordo di lei.
-         Non ti preoccupare, non mi offendo. Mi capita spesso.
-         Prego?
-         Mi capita spesso che una volta diventati grandi non vi rivolgiate più a me.
-         Senta, ma è sicuro che ci conosciamo?
-      Certo! Io non mi sono dimenticato di te, anzi, in un certo senso ti seguo da sempre.
-         Mi sta facendo paura.
-         No, non devi avere paura. Io ti conosco fin da quando eri un bambino.
-         Lei è la mia coscienza?
-         Ma che coscienza! Quella è roba da preti e psicologi!
-         Ma allora lei chi è?
-         Davvero non mi riconosci?
-         Mah, non so. È vestito in modo strano.
-         Quindi chi sono?
-         Non lo so. Uno squilibrato che ha voglia di importunare la gente?
-         Ma dai! Non riconosci il costume? Sono Babbo Natale!
-         Babbo Natale?
-         Sveglia! Non guardi la tv, la pubblicità?
-      Ma io pensavo che quell’immagine, costume rosso, berretta con ciuffo e barba lunga bianca fosse un’invenzione della Coca-Cola!
-       La solita propaganda della stampa di sinistra. Questo è il mio autentico abbigliamento, ed io ho sempre portato la barba lunga!
-         Ah ecco! Bene, cosa posso fare per lei?
-         Dammi del tu!
-         Sicuro?
-         Certo!
-         Senti, hai mai pensato di cambiare stile di vita?
-         E perché mai?
-         Vedi, vivi al Circolo Polare Artico, un posto isolato. Magari ti annoi.
-       Scherzi! E dove lo trovo un altro lavoro come il mio? Non faccio una mazza 11 mesi all’anno. Poi verso la fine di novembre mi faccio vedere un po’ in giro, giusto per stuzzicare i bambini, e da vero capitalista faccio lavorare quei fessi degli elfi. In fondo sono il capo, lavoro una notte all’anno e divento l’idolo di tutti.
-         In effetti.
-         Ma torniamo a noi, anzi a te. È da molto che non mi scrivi una letterina!
-         Sì, è vero.
-         Sarebbe ora che ricominciassi.
-         Ma senti, visto che sei qui, non posso chiedere direttamente a te?
-         È quantomeno inusuale!
-      Certo, perché invece fermarmi per la strada e farmi fare la figura dello sciroccato che parla con uno travestito da Babbo Natale è procedura comune!
-         Non sono travestito da Babbo Natale. Io sono Babbo Natale! Esisto!
-         Ehi, nonno, non ti scaldare e non tirarmi fuori assunti filosofici da quattro soldi!
-         Certo che voi se non tirate fuori Brecht!
-         Ma quale Brecht! La sua era l’Opera da TRE soldi!
-         Ecco vedi? La solita superiorità della sinistra! Vi credete migliori di tutti.
-         Ma che stai dicendo, quale superiorità!
-         Vabbè lascia stare, so io, so.
-         Ma che sai? Ma che vuoi?
-         Stai calmino bello, che ci metto un attimo a tirarti sotto con la slitta!
-         Insomma, perché mi hai fermato?
-         Volevo farti esprimere un desiderio per Natale!
-         Ma di solito non sono tre i desideri?
-         Sono Babbo Natale, non il genio della lampada e tu non mi sembri proprio Aladino!
-         Quindi un solo desiderio, un solo regalo?
-         Esattamente! Vedi che non sei così scemo come sembri?
-         D’accordo. Voglio un drago! Lo desideravo tanto da piccolo!
-         Ma Adriano! Qualcosa di reale, non una cosa fantastica, non una chimera!
-         Va bene, allora un lavoro sicuro e dignitosamente retribuito.
-     Di che colore il drago?


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