sabato 10 ottobre 2015

Dylan Dog #349 - La morta non dimentica


Il soggetto e sceneggiatura di Paola Barbato ed i disegni di Bruno Brindisi producono un albo che mi piace, anche perché secondo la mia lettura riesce a rispettare sia le basi del personaggio Dylan Dog e del suo mondo narrativo che le caratteristiche tipiche dell’evoluzione e adeguamento su cui tanto è stato scritto.

Nel numero 349 “La morta non dimentica” la quotidianità di Dylan e di Groucho è la base della narrazione, che presenta elementi “classici” come il rapporto fra i due e l’indagine da svolgere, ma che all'interno degli stessi introduce novità e variazioni e conferma quelle fin qui introdotte, come il nuovo ruolo di Bloch e di Jenkins, le figure dell'ispettore Carpenter e di Rania Rakim di Scotland Yard.


Elementi narrativi e metanarrativi (forse addirittura metaforici!) ci presentano l’indagatore dell’incubo alle prese, nuovamente, con la morte e la sua rappresentazione, anche fisica e descrittiva sotto la forma della tassidermia, ossia la tecnica per la conservazione di corpi, più sbrigativamente conosciuta come imbalsamazione.


Proprio una figura esperta di tale pratica viene introdotta in quest’albo. Personaggio che risulta efficace e intrigante, pur non avendo ricevuto molto spazio, ma che spero di poter incontrare nuovamente nei prossimi mesi, anche se per il momento risulta “essere ospite di sua Maestà la Regina”, ovvero è in carcere.


L’accoppiata Barbato/Brindisi si presenta ancora in buona forma, per una storia discretamente sviluppata, con buoni elementi di sceneggiatura che, oltre a caratterizzare e dare adeguato spazio ai personaggi, reintroducono una vecchia conoscenza di Dylan costretta a non morire, la disturbata Nora Cuthbert (albo 338), prodotto di una famiglia violenta e disfunzionale, che dona pepe e sostanza alla vicenda. Potrà divenire una riconoscibile e intrigante antagonista per il nostro eroe, che qui rischia grosso? L’idea non mi dispiacerebbe, anche perché una delle cose che sto maggiormente apprezzando di questo “nuovo corso”, a cui comunque ho rimproverato qualcosa, è lo spessore dei caratteri femminili, sempre più dotati di loro ruolo, spazio e profondità.

Oltre a questa attenzione ai personaggi “La morta non dimentica” ci offre disegni efficaci, nuovamente in grado di soddisfare l’elemento visivo e di coniugare sostanza ed estetica.



Due clienti molto speciali si presentano alla porta dell’Indagatore dell’Incubo: sono l’ex-ispettore Bloch e il fido Jenkins, che intendono ricorrere a Dylan per far luce sulla misteriosa ricomparsa di un uomo appena deceduto a Wickedford… A Londra, intanto, Carpenter è alle prese con il caso dei manichini: morti, privati delle interiora, che tornano a camminare tra i vivi… Dietro tutto ciò, una vecchia conoscenza: Nora Cuthbert. (da sergiobonelli.it)

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