Venerdì scorso mi aspettavo di passare una serata molto
più che tranquilla, senza particolari pretese od emozioni. I bimbi erano a casa
dei nonni e la mamma in uscita serale con amiche e colleghe, quindi un po’ di
musica e qualche pagina di un romanzo da poco iniziato mi sembravano il
programma più adatto per poi andare a letto presto e svegliarmi, il mattino
dopo, sufficientemente riposato per andare al lavoro.
Non avevo fatto i conti con la programmazione di Rai
3, che proprio poco dopo le 21, ora in cui avevo finito di riordinare la
cucina dopo una piacevole cena, ha catturato la mia attenzione, con i titoli di
testa di un film che stava per iniziare. Ammetto di essermi incuriosito al
vedere lo schermo presentare brevi sovrimpressioni introduttive a quello che
sembrava un film storico in costume.
Da pochi minuti, giusto per capire di cosa si
trattasse, sono giunto a spegnere la TV dopo le 23, quando sfilavano i titoli
di coda di “Royal Affair”, dramma ambientato alla corte di Danimarca
nella seconda metà del ‘700.
Una sorpresa, perché a dire il vero poteva risolversi in
un polpettone storico, dove nonostante un evidente rigore nel rappresentare, a
livello di scenografie e costumi, un’epoca storica, lo spettatore
avrebbe finito per annoiarsi o dedicarsi ad altro. Invece i tre attori
principali riescono a mettere in scena, sorretti da una sceneggiatura attenta,
un gran bel melodramma dove una storia d’amore incontra una
ricostruzione storica fedele e coinvolgente, anche se magari è più il tratto
estetico che la regia in senso stretto ad essere al centro del prodotto.
Si diceva degli attori: Alicia Wikander dopo
una prima parte di film introduttiva e “di riscaldamento”, è all’altezza del
personaggio e rende molto bene i sentimenti e le tribolazioni della regina
Carolina Matilda di Hannover, sposa di Cristiano VII di Danimarca, carattere
insidioso da impersonare, ma che Mikkel Boe Følsgaard presenta in modo
magistrale, rappresentandone l’umoralità e l’alternarsi di capricci infantili e
di momenti di lucidità da uomo di stato.
Infine Mads Mikkelsen, attore
fra i migliori in Europa, è al centro di una vicenda convincente e
affascinante, gestendo anche solo con lo sguardo e la postura la vicenda
storica di un uomo, il medico di corte illuminista Johann Friedrich Struensee, che fin dalle
prime sequenze in cui appare sembra incamminarsi verso una fine tragica ed
emblematica.
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