Titolo: Il Grande Salto
Autore: Elmore Leonard
Traduttore: Luca Conti
Editore: Einaudi - 2004
Lo
si può definire un classico del noir,
dato che Elmore Leonard è riuscito con
“Il Grande Salto” nel 1969 (prima pubblicazione negli USA) ad
omaggiare ed allo stesso tempo a ridefinire un genere, con un affettuoso e
disincantato riferimento agli anni 40 ed ai suoi autori.
Quello
che più mi piace di questo libro, oltre agli spiazzanti e coinvolgenti dialoghi (uno dei marchi di fabbrica più distintivi della produzione di Leonard),
è il gioco che cattura il lettore, che si trova a dover “gestire” una serie di
personaggi, diversi tra loro, assortiti ma accomunati dal desiderio di dare una
svolta alla propria vita. Perciò segreti, doppio gioco, bugie, furti e piani di
fuga fanno parte delle loro giornate, mostrando come non ci siano solamente
vittime o solamente carnefici, ma ognuno dei caratteri riveste ora l’una, ora l’altra
veste.
In
fondo non succede nulla di clamoroso, non accade quello che ci si aspetterebbe
ma bensì altro, a testimonianza di come persone e situazioni apparentemente
banali possono dare origine ad un romanzo su poco e sul poco. Poi il resto lo
fa la capacità di scrittura e sceneggiatura dell’autore.
Una piccola
stazione balneare sui Grandi Laghi, nel Michigan, circondata da coltivazioni di
cetrioli. Un ricco agricoltore. Un albergatore che a tempo perso fa anche il
giudice di pace. Un gruppo di braccianti messicani e il loro caposquadra. Due
ladruncoli da strapazzo. Un ex giocatore di baseball dal cazzotto facile. Una
bellissima e annoiata diciottenne a caccia di quattrini e brividi a buon
mercato. Infine, cinquantamila dollari che non aspettano altro che essere
rubati. (da
einaudi.it)
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