"Suonavano la Sonata a Kreutzer di Beethoven. Lo conoscete voi il primo presto? Lo conoscete?!" gridò. "Uh! È una cosa spaventosa quella sonata. Proprio quella parte. E in generale è una cosa spaventosa la musica. Ma che roba è? Io non riesco a capire. Cos'è la musica? E perchè fa l'effetto che fa? Dicono che la musica costituisca una forma di elevazione dell'anima: è assurdo, falso! Agisce, agisce terribilmente; lo dico per quanto mi riguarda, ma non certo come elevazione dell'anima! Agisce non come forma di elevazione o di svilimento, ma come forma di eccitazione dell'anima. Come dirvi? La musica mi costringe a dimenticare me stesso, la mia situazione reale, mi trasporta in un'altra situazione che non è la mia: sotto l'effetto della musica mi sembra di sentire ciò che propriamente non sento, di comprendere ciò che non comprendo, mi sembra di potere ciò che non posso. Questo lo spiego col fatto che la musica agisce come lo sbadiglio, come il riso: non ho sonno, ma sbadiglio se sto guardando uno che sbadiglia, non c'è niente da ridere, ma rido se sento uno che ride."
"Quella, la musica, mi trasporta subito direttamente nella condizione interiore in cui si trovava colui che l'ha scritta. Mi fondo interiormente con lui, mi trasporto da una condizione all'altra, ma perché lo faccio non lo so. E certo quello che ha scritto, per esempio, la Sonata a Kreutzer, Beethoven, certo lui sapeva perché si trovava in quella condizione: la sua condizione lo ha portato a determinate azioni e perciò questa condizione aveva per lui un significato, mentre per me non ne ha nessuno. La musica, quindi, eccita soltanto senza un esito. Se suonano una marcia militare, i soldati marciano a tempoi di musica: è stato raggiunto un esito; se suonano un danza, io ballo e di nuovo la musica ha un esito; se si canta una messa, io mi associo, qui pure c'è un esito, mentre là è eccitazione pura e manca ciò che deve farsi dell'eccitazione raggiunta. È per questo che a volte la musica agisce in modo così spaventoso, così terribile."
"E invece questo strumento spaventoso a chi va a capitare in mano! Questa Sonata a Kreutzer, per esempio, il presto iniziale: ma si può, forse suonare questo presto in un salotto tra signore in décolleté? Suonarlo e poi applaudire, e dopo c'è il gelato e dopo ancora si parla dell'ultimo pettegolezzo. Queste cose si possono suonare solo in determinate, importanti e significative circostanze e quando sia necessario compiere determinate e importanti azioni che corrispondano a questa musica. Suonare e fare ciò a cui predispone questa musica. Altrimenti l'eccitazione fuori luogo e fuori tempo di un'energia e di un sentimento che non trovano sfogo non può non agire in modo deleterio. Su di me, almeno, questa cosa ha agito in modo terribile; è stato come se in me si aprissero dei sentimenti e delle possibilità, così mi sembrava, del tutto nuovi, che fino a quel momento mi erano sconosciuti. Ecco come stanno le cose, era tutto completamente diverso da come pensavo e vivevo prima! Era come se qualcosa mi parlasse dentro. Cosa fosse questa cosa nuova che avevo scoperto non riuscivo a rendermene conto, ma la coscienza di questa nuova condizione mi rendeva molto felice. Quelle stesse persone, tra cui anche mia moglie e lui, mi si presentavano sotto una luce del tutto diversa. "
(Sonata a Kreutzer, di Lev Nikolàevič Tolstòj - trad. Laura Salmon)
(Sonata a Kreutzer, di Lev Nikolàevič Tolstòj - trad. Laura Salmon)
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