Com’è diverso l’orso. Bello nel senso più rigoroso non è,
anzi piuttosto un po’ comico nei suoi movimenti impacciati; abile e goffo, non
si sa bene come bisogna prenderlo. Vuole porgerti la zampa, tu
involontariamente ti tiri indietro. Non consideri che con la tua paura potresti
ferirlo? Un orso possiede amor proprio. Stanotte ho sognato di un orso; mi ero
tutto arruffato per la sua buffa immagine. Avevo compassione di lui: allungava
il braccio verso una ragazza, lei, la sensibilità fatta persona, lui,
sgraziato, neanche pettinato; di questo avrebbe dovuto preoccuparsi. “Lasciami
in pace” disse lei, lui se ne andò via dritto come un uomo che capisce una
parola, un cenno, andò a letto e si tirò addosso la coperta.
(La Rosa, di Robert Walser, trad. Anna Bianco - Adelphi)
Nessun commento:
Posta un commento