sabato 13 maggio 2017

ALIEN - la Quadrilogia


Veicolo commerciale da traino 'Il Nostromo'
Equipaggio: sette
Carico: raffineria di 20,000,000 tonnellate di minerale grezzo
Rotta: rientro sulla Terra



In questi giorni è uscito al cinema “Alien Covenant”, sesto film della saga cinematografica di Alien e di fatto sequel del prequel “Prometheus”.

Non posso garantire che lo vedrò, ma posso invece intrattenere qualche accidentale o periodico lettore con le mie personali considerazioni sui film precedenti. Anzi sui primi quattro, quelli che dovrebbero comporre la Alien Quadrilogy.

ALIEN (1979): un horror nello spazio, con tutte le caratteristiche e le regole di un Horror B-Movie, ma con molto più tecnica, una grande attenzione nella caratterizzazione dei personaggi ed una sceneggiatura così esile da essere perfetta nella cura dei dettagli e dello sviluppo della vicenda.

Ridley Scott, quando faceva ancora film bellissimi, ridefinisce il genere science-fiction con tecnica, sagacia, astuzia ed una chiara visione di dove vuole andare e portare con sé lo spettatore. Si assiste ad un horror tecnologico, dove le due dimensioni, thriller e fantascienza si amalgamano e fondono perfettamente i loro elementi, protagonisti in una scenografia gotica inquietante ed irreale, ma che diviene reale nello svolgersi della vicenda. Infine in modo eclatante i panni dell'eroe passano definitivamente ad una donna, una indimenticabile Ellen Ripley/Sigourney Weaver, che, per dirla con le parole di Loredana Lipperini, “è diventata la capostipite di un nuovo tipo di eroina cinematografica e narrativa. Arrivò come una sorpresa felice, a dieci anni dall'esplosione dei movimenti delle donne: il tempo giusto perché non fosse rigidamente e politicamente corretta, ma perché costituisse un'alternativa alle altre donne del cinema di avventura. [...] Leggere Alien con gli occhi di Ripley significa ritrovare i temi capitali del femminismo in una storia di avventura e scoprire che anche i personaggi femminili possono essere protagonisti di un'epica. Possono uscire, evitare di singhiozzare su storie d'amore andate a male, calpestare spazi e cieli aperti, fare a meno di una casa e di una patria”.


ALIENS – SCONTRO FINALE (1986): il timone passa a James Cameron, che non modifica l'ambientazione claustrofobica ed angosciante. Rimane Ripley/Weaver, ma gli altri personaggi non sono parimenti caratterizzati ed approfonditi, puntando più sulle sequenze d'azione e sui ritmi di un film catastrofico, per un risultato comunque da non disdegnare.

ALIEN 3 (1992): qui cominciano i guai. David Fincher si sforza poco e si vede. Effetti non più tanto speciali, molte cose già viste e che alla lunga annoiano, dialoghi e sceneggiatura imbarazzanti tanto sono stupidi e poco curati. Trascurabile.


ALIEN: LA CLONAZIONE (1997): il valore dell'eroismo al femminile viene raddoppiato, alla Weaver si affianca Wynona Ryder, che non sfigura, ma purtroppo sebbene il film sia meglio del precedente (fare peggio sarebbe stata un'autentica impresa!) gli stimolanti temi proposti vengono resi in modo piatto e poco convincente, con sovrabbondanza di stereotipi e un po' troppo frettolosamente. Maggiore cura nella sceneggiatura avrebbe reso giustizia dei dilemmi che le eroine vivono e avrebbe reso maggiormente apprezzabile questo quarto episodio.


Nessun commento:

Posta un commento