sabato 27 maggio 2017

Dampyr #206 – Il dio del massacro

La sceneggiatura di Giorgio Giusfredi ha basi musicali, ovvero si pone come omaggio ed allo stesso tempo moderna riflessione su Quadrophenia, probabilmente il film che meglio ha saputo mostrare il legame di una generazione tra musica e ribellione giovanile, nonché omonimo titolo di un album degli Who. Oltre agli evidenti riferimenti alla musica degli anni che videro il confronto-scontro tra Mods e Rockers, il lettore si trova di fronte ad un albo ben ritmato, in cui ha uno spazio non secondario e niente affatto banale una riflessione stimolante sul mutare del significato di disagio e ribellione giovanile dalla metà del XX secolo fino ai giorni della Brexit.

Si lascia da parte la continuity della serie in questo albo numero 206, per scoprire un'altra fase della vita di Harlan, all'epoca dei fatti ricordati ancora all’oscuro delle proprie origini. Ma allo stesso tempo si riprende il confronto con lord Marsden, tramite uno dei suoi non morti.

La copertina di Enea Riboldi è quantomai azzeccata ed evocativa, distaccandosi dalle altre della serie di Dampyr, mentre qualche tavola non è propriamente soddisfacente, considerando che per quanto ambientazioni e contesti siano efficacemente resi, le scene d'azione e i passaggi più movimentati sembrano mancare del necessario dinamismo.

Clashgod continua a terrorizzare Brighton anni dopo gli scontri tra Mods e Rockers a cui partecipò un giovane Dampyr, inconsapevole del suo destino futuro. Chi è il dio del massacro e perché il suo nome riecheggia oggi nella cruenta guerra tra russi e ucraini? Ringo Ravetch chiede aiuto a Harlan, Tesla e Kurjak per affrontare "gli immortali", un gruppo di “foreign fighters” duri a morire, provenienti dall'Inghilterra... (da sergiobonelli.it)

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