Romanzo a me molto caro!
Non esito a collocarlo fra i più coinvolgenti,
eleganti e "soddisfacenti" che abbia avuto la possibilità di leggere.
Se
Roth fu un superbo narratore ed "illustratore" della "finis Austriae",
della dissoluzione dell'impero austro-ungarico, che aveva riunito popoli
di origini disparate, con lingue, religioni, tradizioni diversissime,
questo romanzo ne è un ottimo esempio. Sono presenti, quasi
impercettibilmente e splendidamente fusi, stili, temi e registri
socio-culturali che fanno di questo romanzo un momento fondamentale
della letteratura europea.
Da assaporare, a mio parere, oltre la "saga"
dei Trotta, la tristezza conflittuale per il tramonto di una patria, che
aveva per così dire educato i suoi figli all'opposizione. La morte
dell'imperatore Francesco Giuseppe, figura storica splendidamente
delineata e offerta a noi con maestria, appare la metafora centrale per
il tramonto dell'impero asburgico e la perdita della patria, come anche
ne "La cripta dei Cappuccini".
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