Domani "Giorno della Memoria", oggi una riflessione attraverso le parole di Paolo Rumiz:
La memoria:
ecco il tema chiave. Se la Germania ha pilotato il suo allargamento è
anche perché ha ammesso le sue colpe storiche, e questa ammissione
l'ha resa leggera e meno ambigua anche in territori dove ha compiuto
i peggiori stermini. L'Italia no. L'Italia continua a far finta di
non essere stata fascista e di aver vinto la guerra. Invece è stata
fascista eccome; e ha perso la guerra, proprio nelle mie terre.
La Germania
ha fatto dei suoi “giorni della memoria” il tempo della
responsabilità e del pentimento. Da noi, la parola memoria fa quasi
sempre rima con autoassoluzione. Vi prego, non parlatemi di “italiani
brava gente”, perché abito sul luogo del misfatto. A Trieste
Mussolini ha proclamato le leggi razziali contro gli ebrei, e quella
scelta sciagurata ha avuto il suo preludio quasi vent'anni prima con
lo schiacciamento politico, economico e linguistico della vasta
comunità slovena. So che durante la guerra non ci furono solo campi
di sterminio nazisti, ma anche lager gestiti dal fascismo, con
migliaia di morti di stenti. Perché di questo si parla poco? Perché
continuiamo a rivangare il tempo delle atroci vendette jugoslave del
dopoguerra come se fossero nate dal nulla? L'Italia non ha avuto la
sua Norimberga. Ecco perché non ha l'autorevolezza per chiedere ai
vicini di fare pulizia nella loro memoria.
(Trans
Europa Express, di Paolo Rumiz – Feltrinelli 2012)
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