Nel
corso dei miei anni alla scuola elementare in ordine cronologico ho
visto la serie anime “Cuore” (di cui mi regalarono il
45 giri con la sigla, a mio parere molto bella come tutte quelle
cantate da “I Cavalieri del Re”), ho letto il libro di
Edmondo De Amicis a cui era ispirata ed infine ho visto la
omonima serie TV diretta da Luigi Comencini.
Pertanto
il numero 63 della collana “Le Storie”, dal titolo
“Il Cuore di Lombroso”, che riprende buona parte dei
personaggi del romanzo ottocentesco, non poteva non stimolare la mia
curiosità.
Lasciando
da parte Umberto Eco ed il suo famoso “Elogio di Franti”, le
varie considerazioni sul carattere del testo deamiciano, notoriamente
intriso di intenti pedagogici e morali, con un certo paternalismo e
perbenismo che rasenta la mediocrità dell'allora borghesia italiana,
fin troppo evidente ad una lettura già solo adolescente, il romanzo
viene giustamente omaggiato, anche se in modo al limite del
dissacrante e a mio parere vicino ad una ironia parente prossima del
satirico.
Oltre
allo studioso Lombroso del titolo, la sceneggiatura di Davide Barzi
presenta al lettore i personaggi di Cuore divenuti adulti, alle prese
con la loro maturità e la condizione che il destino o le loro scelte
di vita (c'è differenza e distinzione fra il primo e quest'ultime?)
hanno loro assegnato.
Ritroviamo
il maestro Perboni, ucciso con crudeltà, Bottini, Garrone, persino
Franti e gli altri coinvolti nelle indagini per scoprire il colpevole
del crimine. Lombroso, i suoi studi e le sue conclusioni e risultati
(opportuno ribadire smentiti dalla scienza) vengono tirati in
ballo e con arguzia sezionati, utilizzati e capovolti per creare una
narrazione “nera” e tipica della crime story. L'ambientazione è
la Torino dell'ultimo decennio dell'ottocento, così come nel romanzo
che a torto o a ragione ha influenzato migliaia di studenti
italiani, resa con tratto realistico e con tinte gotiche e vagamente
dark dalla matita di Francesco De Stena.
Torino,
1889. Cesare Lombroso è professore di medicina legale
all'università, dove effettua autopsie sui corpi di criminali,
prostitute e folli. Un giorno, presso il Carcere "Le Nuove",
il maestro Giulio Perboni scrive un'ultima lettera ai suoi ex allievi
e poi si toglie la vita. Tocca a Lombroso indagare per scoprire quale
pericolo incombe su Bottini, Garrone e tutti gli altri ex compagni di
classe...
Nessun commento:
Posta un commento