A proposito
delle frequenti polemiche e discussioni sul comportamento degli
arbitri di calcio in merito a falli, rigori, ammonizioni ed uso del
VAR, cito un passo del libro “L'Elefante Invisibile” (aut.
Giuseppe Mantovani – ed. Giunti 1998), che prende a prestito e
sviluppa studi e ricerche in ambito psicologico-sociale, a proposito
del Costruzionismo Sociale e delle modalità attraverso le quali noi
tutti creiamo, interpretiamo, diamo un senso e viviamo la nostra
realtà di ogni giorno, quantomeno quella che definiamo tale.
Tre
arbitri di baseball discutono di falli. Il primo dice: “Io li
fischio quando li vedo”. Il secondo dice: “Io li fischio perché
ci sono”. Il terzo non è d'accordo: “Non ci sono finché io non
li fischio”. Il primo arbitro pensa che identificare un fallo
significhi percepire una realtà esterna, nei limiti consentiti dalle
proprie capacità (“Prendo atto del fatto che è avvenuto un
fallo”). Il secondo arbitro crede che le valutazioni siano il
risultato di processi mentali oggettivi ed indiscutibili (“Vedo un
fallo perché c'è”). Il terzo arbitro è, forse senza saperlo, un
costruttivista. Egli pensa che le valutazioni siano costruite nel
processo attraverso cui vengono elicitate. Potrebbe dire: “Il fallo
esiste quando dico che c'è perché io sono l'arbitro e ho gli
strumenti adatti (concettuali e pratici) per farlo esistere come
fatto sociale; ho l'esperienza, la capacità e l'autorità per
valutare se un fallo c'è o non c'è; posso sbagliare, naturalmente,
un altro arbitro potrebbe decidere in un altro modo, ma un fallo è
un fallo solo nel momento in cui io lo fischio”.
Tale concetto ed il costruzionismo sociale non significa
affatto essere relativisti, tantomeno fatalisti come se fossimo
impossibilitati a capire ed interpretare in modo definitivo ed
indiscutibile la realtà. Essere coscientemente costruzionisti
significa essere consapevoli delle operazioni attraverso cui noi
strutturiamo la realtà, ovvero consapevoli delle ambiguità presenti
in ogni quotidiana esperienza e situazione. Come scrisse Kenneth
Gergen (1994) il costruzionismo sociale “richiama l'attenzione
sulla molteplicità dei modi in cui il mondo è, e può essere,
costruito”.
Magari alla prossima partita di calcio, dopo i
sacrosanti insulti e le incazzature varie, potremmo pensarci.
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