Il
numero 64 della collana “Le Storie” della Bonelli si
affida all'antica Grecia ed alla Guerra del Peloponneso (431-404
a.C.), in pratica Atene contro Sparta, ovvero uno degli eventi più
discussi, per portata e conseguenze, tra tutti gli antichi conflitti
che hanno animato il Mediterraneo. Nello specifico l'episodio
disegnato da Andrea Riccadonna su sceneggiatura di Giuseppe
Di Nardo, narra della disastrosa spedizione dell’esercito
attico in Sicilia, spesso considerata l'inizio della fine della
grandezza di Atene, che andando dietro a sogni imperialisti finisce
miseramente per perdere l'egemonia conquistata grazie al coraggio
mostrato nelle due guerre persiane.
L'albo
è chiaramente debitore nei confronti di Tucidide e della sua
opera, ma facendo tesoro della lezione manzoniana De Nardo usa con
abilità le regole del “romanzo storico”, quindi il lettore si
trova alle prese con vicende inventate inserite in un contesto
documentato storicamente e quindi “verisimile” (così direbbe
Alessandro Manzoni), personaggi di fantasia che dialogano con
personaggi della Storia (come in altri casi la collana Le Storie
ci ha offerto).
“Il
Dono di Atena” quindi presenta i pregi ed al contempo i limiti
di un'operazione del genere. In pratica il ritmo ne risente e sebbene
l'accuratezza storica, di ricostruzione e rappresentazione dei
luoghi, delle vicende e delle usanze e costumi sia rigorosa ma non
stucchevole, il lettore poco informato sulla Storia rischia la noia,
dovuta al fatto di non riuscire ad inquadrare tutto al meglio. La
componente investigativa risulta intrigante ma un po' debole, in
particolare nella prima parte, seguita da una seconda porzione
narrativa meglio orchestrata, dove all'impegno di ricostruzione
storica subentra un cambio di prospettiva che dona maggiore emozione
e forza drammaturgica e drammatica.
Le
didascalie ed i dialoghi, se non approcciati nel modo che a me è
parso più adeguato, ovvero come un omaggio ed al contempo un obbligo
rispetto alla forza ed al valore del “logos”
greco, possono risultare eccessivamente verbosi, a scapito
dell'azione. Ma
se invece si compie lo sforzo di rileggere intere tavole e passaggi
si scoprirà la forza di questo albo, in grado di coniugare sviluppo
narrativo e dipanarsi degli eventi.
I disegni mi sono sembrati spettacolari! Nel contesto di un albo
Bonelli e in un formato classico le tavole di Riccadonna sono davvero
curatissime e riproducono con efficacia luoghi della Sicilia (e
di Siracusa in particolare) del
V secolo a.C., le armature e i modi di combattere sia della falange
oplitica via terra sia delle triremi nelle battaglie navali.
415
a.C. Le città-stato del mondo greco si danno battaglia da più di
tre lustri e la fragile Pace di Nicia sta per essere travolta dagli
eventi... Atene gioca una carta azzardata: un'ingente spedizione
viene inviata in Sicilia per spezzare l'alleanza tra la sua mortale
nemica, Sparta, e la potente Siracusa, ma l'impresa si rivela
difficoltosa. Uno dei comandanti ateniesi, l'astuto Alcibiade, è
accusato di empietà dai suoi stessi concittadini e si sospetta che -
sfuggito al processo - sia passato al nemico... (da
sergiobonelli.it)
Nessun commento:
Posta un commento