mercoledì 14 novembre 2018

Animali Notturni (2016)


È sempre molto bello e stimolante quando un regista ed uno sceneggiatore hanno tante idee e svariate intuizioni, lo si può considerare come il prodromo ad una prolifica produzione ed a varie opere interessanti. Quando però accade che regista e sceneggiatore siano la stessa persona e questa persona scelga di scrivere e girare un film inserendo tutta una serie delle sue idee, intuizioni e temi a cui si è interessato, il risultato potrebbe non essere dei migliori.

Tom Ford con “Animali Notturni” ha scelto questa strada. Forse ha fatto una scommessa, magari un tentativo, che, a mio parere, non gli è riuscito del tutto.


La sua regia è molto attenta, le inquadrature in alcune sequenze risultano perfette, con un notevole gusto della geometria ed una non indifferente cura ed attenzione ai volti. In più la luce e la fotografia esaltano la recitazione dei personaggi, tra cui i bravi Amy Adams e Jake Gyllenhaal. Rimane però la sensazione di essere incerti di fronte a cosa sia questo film. Ford sembra non scegliere un genere od una particolare idea, alternando melodramma e noir, critica sociale e western, ed in questo non aiuta neanche il suo girovagare fra linee narrative. Il presente, il passato e la narrazione che deflagra dalla lettura di un romanzo si rubano forza e presenza l'una con l'altra, depotenziando l'effetto complessivo. Per quanto la linea narrativa originata dal romanzo letto dal personaggio interpretato dalla Adams occupi lo spazio maggiore e goda di un buon apporto recitativo, questa impedisce lo sviluppo di ulteriori filoni che avrebbero potuto essere interessanti. La critica al vuoto mondo delle gallerie d'arte, così come il tema sul classismo insito nell’alta società wasp americana, vengono ridotti sullo sfondo, quasi come elementi decorativi, evidenza di una formalità stilistica del regista, elegante ma poco funzionale, così evidente in alcune scene dove personaggi vengono presentati per mai più ritornare.



Ford ambisce a fare un film complesso, di una certa raffinatezza visiva, ma a cui non corrisponde profondità narrativa. La realtà della protagonista femminile ed il romanzo scritto/vissuto da quello maschile si intrecciano, non si sa bene quanto per i sensi di colpa della prima e quanto per volontà del secondo. Il tema della vendetta (la parola Revenge campeggia a caratteri giganti nella galleria d'arte) prende il sopravvento, quantomeno in termini di minutaggio, ma altri temi ed argomenti vengono accennati, ingolosendo lo spettatore che fatica ad accontentarsi della evidente bellezza estetica e formale di un film più ambizioso che riuscito.

Susan Morrow riceve il manoscritto intitolato "Nocturnal Animals" dal suo ex marito Edward Sheffield, con cui si era separata vent'anni prima, in cui sono raccontate le tragiche disavventure di Tony Hastings, un uomo in vacanza con la famiglia. Sentendosi chiamata in causa dal manoscritto, Susan sarà costretta a riflettere sul proprio passato e su alcuni lati oscuri della sua personalità. (da cinematografo.it)

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