“D'improvviso
pensò che la vita è soltanto ciò che è passato. Non c'è altra
vita oltre il ricordo. Il futuro non esiste, pensò, non solo qui,
dietro l'inferriata, ma ovunque, anche in strada, nel bosco, in mare,
fra le braccia dell'uomo amato. La vita è ciò che è compiuto, ciò
che ricordiamo, ciò che è avvenuto e passato, ciò che resta come
ricordo. Il futuro non può essere vita, pensava Irma Seidenman,
perché nel futuro io sono assente, in esso non sento fame, né sete,
né freddo, né caldo. Ciò che accadrà da qualche parte e in
qualche tempo è ancora fuori di me, nascosto dietro il muro e
l'inferriata, oltre il mio spazio e la mia comprensione, è ancora in
stelle lontane, nel destino cosmico. La mia vita è qui, poiché io
sono qui, qui è il mio corpo e, soprattutto, la mia memoria.
Soltanto ciò che è già accaduto è la mia vita – nient'altro che
questo! Pensare alla vita significa quindi pensare al passato che si
ricorda, e ogni attimo è passato, questa chiusura dell'inferriata è
passato, questo piegare la testa, appoggiarla sulle braccia, è
passato. Questo l'ho vissuto, Signore Iddio! Non ho vissuto
nient'altro al di fuori di ciò che ricordo. Non esiste nulla al di
fuori della memoria”.
(Da
“La Bella Signora Seidenman”, di Andrzej Szczypiorski,
trad. Pietro Marchesani – Adelphi 1998)
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