venerdì 4 gennaio 2019

Giallo, Noir & Thriller/62



Titolo: L'Oscura Immensità della Morte
Autore: Massimo Carlotto
Editore: E/O 2005

Come reagiremmo ad un tremendo lutto? Cosa troverebbe posto nel nostro cuore e nei nostri pensieri di fronte a chi ha ucciso tua moglie e tuo figlio? Cosa vive un condannato all'ergastolo per quel crimine? Come vive chi invece è riuscito a sfuggire alla giustizia? Questi ed altri interrogativi sono contenuti in “L'Oscura Immensità della Morte” di Massimo Carlotto. Non vi sono però risposte certe o chiare, tanto meno rassicuranti.
L'autore veneto invece mostra e racconta al lettore, con una prosa asciutta, a volte essenziale, come il Male alberghi anche dentro la vittima, l'innocente, che si trova a vivere una dimensione ed un'esperienza che può essere sia straniante quanto maieutica e dagli aspetti rivelatori. Se in “Arrivederci Amore, Ciao” la rappresentazione della malvagità umana era affidata ad un vero farabutto, una canaglia patentata come Giorgio Pellegrini, qui il protagonista Silvano Contin è una persona come tante, né migliore o peggiore di chi legge, ma il lutto lo fa cambiare, la rabbia lo porta a degradarsi in ogni modo e sotto ogni aspetto. L'imbruttimento di Contin è contrapposto al pentimento, reale o strumentale che sia, di uno dei colpevoli della rapina da cui tutto è originato. Dopo l'incontro fra i due uomini parte un romanzo nel romanzo, in cui è raccontato, mostrato quello che passa attraverso la morte, la perdita, il perdono, la giustizia, la vendetta e la possibile redenzione.

La scrittura solida e la volontà di mostrare, non di insegnare o spiegare, è uno dei punti di forza del romanzo, in cui Carlotto delinea la sua idea di noir, all'interno della quale spetta solo al lettore farsi un'idea, magari formulare un giudizio sui fatti e sui personaggi. L'autore non lo fa, si limita a riportare quanto accade, così come vissuto dagli uomini e dalle donne che si mostrano al lettore, per ciò che sono, eliminando filtri e inganni vari, così che ogni sentimento, ogni sensazione, ogni azione, persino la più abietta e crudele, gli arrivano come se potessero realmente essergli capitati accanto o fossero la sua stessa vita.



Nel corso di una rapina, un malvivente prende in ostaggio una donna e il figlio di otto anni e li uccide. L'uomo, Raffaello Beggiato, viene condannato all'ergastolo, mentre il suo complice riesce a fuggire. Il marito della donna assassinata e padre del bambino, Stefano Contin, non si dà pace. Per quindici anni vive con l'ossessione di quella che lui chiama "l'oscura immensità della morte". Cambia vita, lascia il lavoro di successo che aveva prima della tragedia e diventa ciabattino in un supermercato, non frequenta più nessuno e va a vivere in uno squallido appartamento di periferia, dove trascorre il tempo a guardare quiz o le foto dei cadaveri dei suoi cari. Ha in mente solo la vendetta e architetta un piano machiavellico per portarla a termine... (da ibs.it)



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