Titolo:
L'Oscura Immensità della Morte
Autore:
Massimo Carlotto
Editore:
E/O 2005
Come
reagiremmo ad un tremendo lutto? Cosa troverebbe posto nel nostro
cuore e nei nostri pensieri di fronte a chi ha ucciso tua moglie e
tuo figlio? Cosa vive un condannato all'ergastolo per quel crimine?
Come vive chi invece è riuscito a sfuggire alla giustizia? Questi ed
altri interrogativi sono contenuti in “L'Oscura Immensità della
Morte” di Massimo Carlotto. Non vi sono però risposte
certe o chiare, tanto meno rassicuranti.
L'autore
veneto invece mostra e racconta al lettore, con una prosa asciutta, a
volte essenziale, come il Male alberghi
anche dentro la vittima, l'innocente, che si trova a vivere una
dimensione ed un'esperienza che può essere sia straniante quanto
maieutica e dagli aspetti rivelatori. Se in “Arrivederci Amore, Ciao” la rappresentazione
della malvagità umana era affidata ad un vero farabutto, una
canaglia patentata come Giorgio Pellegrini, qui il protagonista
Silvano Contin è una persona come tante, né migliore o peggiore di
chi legge, ma il lutto lo fa cambiare, la rabbia lo porta a
degradarsi in ogni modo e sotto ogni aspetto. L'imbruttimento di
Contin è contrapposto al pentimento, reale o strumentale che sia, di
uno dei colpevoli della rapina da cui tutto è originato. Dopo
l'incontro fra i due uomini parte un romanzo nel romanzo, in cui è
raccontato, mostrato quello che passa attraverso la morte, la
perdita, il perdono, la giustizia, la vendetta e la possibile
redenzione.
La scrittura
solida e la volontà di mostrare, non di insegnare o spiegare, è uno
dei punti di forza del romanzo, in cui Carlotto delinea la sua idea
di noir, all'interno
della quale spetta solo al lettore farsi un'idea, magari formulare un
giudizio sui fatti e sui personaggi. L'autore non lo fa, si limita a
riportare quanto accade, così come vissuto dagli uomini e dalle
donne che si mostrano al lettore, per ciò che sono, eliminando
filtri e inganni vari, così che ogni sentimento, ogni sensazione,
ogni azione, persino la più abietta e crudele, gli arrivano come se
potessero realmente essergli capitati accanto o fossero la sua stessa
vita.
Nel corso
di una rapina, un malvivente prende in ostaggio una donna e il figlio
di otto anni e li uccide. L'uomo, Raffaello Beggiato, viene
condannato all'ergastolo, mentre il suo complice riesce a fuggire. Il
marito della donna assassinata e padre del bambino, Stefano Contin,
non si dà pace. Per quindici anni vive con l'ossessione di quella
che lui chiama "l'oscura immensità della morte". Cambia
vita, lascia il lavoro di successo che aveva prima della tragedia e
diventa ciabattino in un supermercato, non frequenta più nessuno e
va a vivere in uno squallido appartamento di periferia, dove
trascorre il tempo a guardare quiz o le foto dei cadaveri dei suoi
cari. Ha in mente solo la vendetta e architetta un piano
machiavellico per portarla a termine... (da
ibs.it)
Nessun commento:
Posta un commento