mercoledì 22 maggio 2019

Giallo, Noir & Thriller/68

Titolo: Una Traccia nel Buio
Autore: Arnaldur Indriđason
Traduttore: Storti Alessandro
Editore: Guanda – 2015


Con “Una Traccia nel Buio” Arnaldur Indriðason inaugura una nuova serie, la Reykjavík Wartime Mistery, dove il protagonista non è il commissario Erlendur che il lettore ha già conosciuto, bensì nel periodo della Seconda Guerra Mondiale l'islandese Flovent, l’unico agente rimasto a comporre la squadra di polizia investigativa dopo lo scoppio della guerra, ed un canadese originario della Nuova Islanda, agente della polizia militare, il giovanissimo Thorson. A questi si aggiunge, per un romanzo che si svolge su due differenti piani temporali, l'ex agente in pensione Konrad, che di sua iniziativa decide di indagare ed aiutare i colleghi in un caso di omicidio che inizialmente era stato liquidato come tragica morte naturale.

Passato e presente si alternano e si mescolano più volte, con il secondo che in diverse occasioni fornisce la chiave per interpretare il primo, dove chi indaga nel presente si accorge di essere richiamato dal passato e nel passato. La stessa isola, l'Islanda, che appare tanto, forse troppo lontana, oggi da quel ieri che ci viene così ben rappresentato, con una una cultura essenzialmente contadina che all'improvviso si trovò a fare i conti con una occupazione militare, per quanto pacifica, e a mettere in dubbio se stessa e chi forzatamente accoglieva in quei tragici anni. Così l'anziano Konrad e con lui il lettore deve confrontarsi con ciò che significò l'incontro tra Islandesi e Britannici prima e Americani poi. Una problematica non solo militare, ma anche culturale e di costume, al centro di una questione che venne definita come “la Situazione”, dove giovani donne venivano attratte dai componenti delle Forze d'occupazione.


In questo scenario agiscono Thorson e Flovent, in un'altro differente si trova ad operare Konrad, facendo comunque i conti con quanto accaduto ormai 70 anni prima. Fatti a cui anche la famiglia di Konrad assistette ed in cui fu coinvolta, per un continuo rimando fra i piani temporali accennati prima.

Il romanzo presenta ritmi lenti e meditati, ma ne sono rimasto comunque affascinato, sia per le caratteristiche del trio investigativo, sia perché l’autore racconta una parte interessante della storia dell'Islanda, di un'isola ai confini del mondo che ha vissuto la guerra in modo diverso dai Paesi europei, ovvero marginalmente, perché lontana da tutti i fronti di battaglia, ma comunque rimanendone segnata, soprattutto per i retroscena di un conflitto, ma anche dalla presenza delle truppe di occupazione.
Indriðason mette in campo uno stile elegante, sebbene in qualche passaggio possa apparire un po’ noioso ad una prima impressione, dal momento che le indagini procedono per progressi piccolissimi. La lettura comunque procede con una certa soddisfazione e ne sono rimasto legato e per certi versi rapito ed emozionato. Un romanzo di genere che rispetta il genere e le doti dell'autore, che lascia un pizzico di Erlendur qua e là giusto per non destabilizzare troppo i suoi lettori “storici”, ma che possiede anche il pregio di raccontare la storia recente dell’Islanda, contribuendo a stimolarne la conoscenza.


Il piccolo appartamento è in ordine e il suo anziano proprietario, sdraiato nel letto, apparentemente dorme sereno. Ma la verità è un’altra. Qualcuno ha soffocato nel sonno Stefán Þórðarson, qualcuno che evidentemente la vittima conosceva e a cui ha aperto la porta della casa dove viveva solo da anni. … (da guanda.it)

Nessun commento:

Posta un commento