Mi sto
sempre più appassionando alla serie di Samuel Stern.
Per i
disegni, anche nell'albo numero 8, ad opera di Stefano
Manieri, molto efficaci nel mettere in risalto le sfumature della
sceneggiatura, tramite inquadrature ben calibrate, un emozionante
risultato in termini di uso del contrasto tra bianchi e neri e tra
luci e ombre ed uno stile al servizio di dialoghi e personaggi.
Mi
appassiono per la cura nello sviluppo dei caratteri, così come della
trama centrale (ancora in presentazione e definizione) e di
quella dei singoli albi.
Ne “Il
Secondo Girone” questi elementi si gustano, ci si commuove e ci
si diverte, grazie ad una scrittura lineare ma non banale e a tavole
che sanno arrivare al lettore.
Un elemento
che ho sinceramente apprezzato è il fatto che la trama sembri
svilupparsi in modo tutto sommato “classico”, o quantomeno
abituale per la serie, per poi, ad un certo punto, in avanti con le
pagine, offrire una tempesta emotiva, che sconquassa tutto ciò
che il lettore ha acquisito ed anche ipotizzato, sovverte l'indagine
che sembra essere al centro della sceneggiatura e scuce e ricuce il
tutto per ricostruire la trama stessa, dare spazio ad una ulteriore
trama rimasta sottotraccia e poi creare un finale che, per quanto
sorprendente ed emozionante, in fondo mantiene una effettiva coerenza
fra quanto fin lì proposto, il nuovo sviluppo della storia e quanto
di sé aveva proposto all'inizio. Non un mero effetto sorpresa ed
un finale a sorpresa, slegato e in fondo vuoto ed autoriferito, ma
che pone domande e quesiti che sono l'anima del singolo albo così
come della serie.
La
Bugs
Comics
merita un ringraziamento, perché Samuel Stern ci voleva, un
personaggio ed una serie con queste caratteristiche che, per quanto
debitrice di altri spunti in campo fumettistico, cinematografico e di
scrittura, sta acquisendo il suo spazio ed un suo ruolo.
“Il
Secondo Girone” è un'ulteriore dimostrazione di buona scrittura, che sa
come giocare ed utilizzare le metafore, le allusioni ed i vari
riferimenti che si incontrano.
Un
esempio fra tutti il dato che “bene” e “male” siano, alla
fine, due concetti inseparabili, come due gemelle siamesi. Oppure
come i freaks, gli
emarginati dalla società, i ripudiati, i cosiddetti invisibili
ovvero persone reali, come quelle che quotidianamente ci circondano
ma che spesso non vogliamo vedere, siano i più esposti al “male”,
così che i demoni sembrano andare in secondo piano per mettere in
luce proprio i contesti e le situazioni di maggior fragilità,
occasione di riflessione su quanto potremmo fare per essere di aiuto
a chi ci vive accanto.
Nessun commento:
Posta un commento