giovedì 3 gennaio 2013

Manifesto. Sono uno di quelli...


Edward Hopper - Stanza a New York











«Faccio parte di quelli che vivranno peggio dei propri genitori e della generazione che ha visto nascere Internet ed ha imparato a vivere con lei. Sono uno di quelli che vorrebbero godersi i voli low cost, ma finisce sempre per rendersi conto che tra tasse e balle varie il mondo è ancora troppo grande. Faccio parte della generazione che ha festeggiato il suo primo motorino con “Italia 90” ed i 18 anni durante il genocidio del Ruanda. Faccio parte di quelli che erano troppo giovani per votare DC o PCI ed ora trovano sulla scheda elettorale almeno dieci partiti che se ne dichiarano eredi, uno addirittura di entrambi. La mia è la generazione che le inventava tutte per vedere “Colpo Grosso” ed il wrestling in tv ed ora ha scoperto il poker on line, la generazione che forse conoscerà tutte le proprietà intrinseche di queste oscure materie, a cui non interessa se un uomo va sulla Luna ma che è convinta che Luke Skywalker fosse un pirla ed il maestro Yoda un gran rompicoglioni.

La mia è la generazione delle crisi, scegliete voi quale (finanziaria, del gas, dei valori, del lavoro, di coppia), quella del buco dell’ozono e dell’effetto serra, che è partita dai documentari di Quark ed è arrivata a quelli sulle foibe. Sono uno di quelli del “pane e nutella” che ora deve ascoltare le maestre parlargli della merenda biologica, che guardava “Bim Bum Bam” ed ora, pur di non ascoltare politici che raccontano barzellette e comici che si atteggiano a riformatori della politica, acquista i dvd di Lamù e La Casa nella Prateria. Sono uno di quelli che poteva snocciolare (anche se non ho mai capito che centrassero i noccioli) la formazione tipo di Inter o Juve ed ora no, che continua a citare Fantozzi, I Fichissimi e l’Allenatore nel Pallone perché è divertente.

La mia è la generazione che diventa più povera, la generazione che paga le pensioni, che si ricorda del biondo degli 883 e spera venga raggiunto dal suo ex collega, quella che impara ad odiare i vecchi. La mia è la generazione di quelli con le magliette di Emergency e la cioccolata dell’equo solidale, a cui hanno spiegato tutto e fatto fare poco, che prendevano 44 alla maturità senza chiedersi se Dante fosse un uomo libero o un servo di partito. Sono uno di quelli che sa dove sono Tuzla e Timor Est, ma anche Marzabotto e Genova, che ha visto chi era campione vincere la Coppa dei Campioni, che si ricorda dell’Hotel Rafael e di Capaci e gli cadono le braccia quando “bisogna convivere con la mafia”, sono uno di quelli che era meglio Saronni, che ha capito che lo yogurt ai frutti di bosco fa schifo e che Batman è uno squilibrato, ma non se la fa con Robin.

La mia generazione è fatta di chi pensa di non essere uguale a tutti gli altri, perché ognuno è libero ed indipendente con le sue idee e qualità, oppure è semplicemente solo. Alla mia generazione hanno allargato l’alfabeto per poterla definire. Faccio parte di quelli che non hanno mai lavorato, di quelli che tanto un lavoro lo si trova, di quelli che non c’è lavoro, di quelli che se hai voglia c’è lavoro per tutti, di quelli che ci sono lavori che non li vuole fare più nessuno, di quelli che esiste un contratto per tutte le esigenze, tranne quella di essere pagati dignitosamente. Sono uno di quelli che ha studiato ma non sa fare nulla, che “si impegna ma non sa come va il mondo”, a cui hanno fatto credere che il merito è l’unico criterio per guadagnare denaro e poi hanno invitato a guardare in diretta TV chi non fa un cazzo tutto il giorno.

La mia generazione sa che è meglio prevenire che curare, ha capito che una frase è giusta o sbagliata a seconda di chi la dice, che un aperitivo costa come un pieno di benzina, che pensa alla giornata e non legge i quotidiani, che quando c’è una manifestazione va al mare, che si alimenta di solipsismi letterari, grafici ed estetici, quando non si prende cura di un figlio, e lo fa perché non può permettersi di indignarsi, figuriamoci farsi carico del male e delle ingiustizie che incontra».

(Adriano Brandolini)

Edward Hopper - Chop Suey















Edward Hopper - Stanza d'albergo

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