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Ho capito, siamo invitati e dobbiamo portare qualcosa al
bimbo.
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Esatto, vedi che se ti applichi ci arrivi?
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Va bene, ma cosa gli portiamo?
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Fammi un favore, per una volta pensaci tu!
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…
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Tutte le volte mi sbatto io, questa volta fallo tu. In fondo
sono amici tuoi.
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Ma io conosco loro, mica il ragazzino!
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Però hai due figli, giusto? Un po’ di fantasia.
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Ma cosa? Qualcosa che ha Pato? (nomignolo per il
primogenito)
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Tipo, però che sia adatto ad un bambino di 4 anni.
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Ma cosa?
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Ma che, ci fai o ci sei? Fatti un giro e pensaci.
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Un giro dove, che sono sempre qui.
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Ma che ne so. Guarda su internet o su quel catalogo che c’è in
cucina.
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Ma in quello ci vogliono due settimane per farsi spedire la
roba.
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Dicevo per trovare un’idea, uno spunto.
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Ma che spunto, mi spunta di mandarli a ….!
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Come sei pesante! Basta una cosa carina e che costi poco.
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Ma dai! Pensavo una cosa brutta da far schifo e che costa un
botto!!
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Un puzzle?
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Aggiudicato! Lo compri tu?
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Ma ti costa tanto andarci tu?
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Non c’ho voglia…
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Dai, lo prendi mentre ti fai un giro con piccola Jem! (nomignolo
per la secondogenita)
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Dove vado a prenderlo? E se poi non lo trovo? E se la piccola
Jem piange?
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E se buchi una ruota, viene un alluvione o le cavallette?
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Adesso mi rubi le battute?
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Colpa tua che mi hai fatto vedere quel film orribile!
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I Blues
Brothers orribile? Bestemmia!
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Senti a me fa venire mal di testa.
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Allora sto regalo?
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Un pensierino, una cosa piccola.
- Ma che vuol dire un pensierino? Tipo quelli delle elementari?
“la mamma lava i panni”, “il bambino piange”…
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E il babbo non ha voglia di fare niente.
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Appunto, dai vacci tu.
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Allora lo prendo io.
- Grazie Ciccia! (nomignolo per la donna che
nuovamente mi solleva da un gravoso e sgradito impegno)
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