mercoledì 3 luglio 2013

Lo snob radical chic




Lo snob radical chic ai concerti

Quando ero ancora un giovane di belle speranze, ogni tanto andavo a qualche concerto, per ascoltare musica e vedere dal vivo band e cantanti che mi piacevano, o che magari in quel periodo andavano per la maggiore.

In genere mi accompagnavo ad amici ed amiche con cui mi trovavo bene e passavo belle e divertenti serate.

Però era sempre in agguato, mimetizzato fra la folla o, peggio, improvvisamente materializzandosi accanto a me, per qualche motivo, la specie più odiosa che abbia calpestato il terreno di stadi, palazzetti dello sport, discoteche o prati dove si svolgevano concerti e manifestazioni musicali.

Parlo dello snob radical chic!
Un fiero rompicoglioni, dannatamente votato a smontare ogni entusiasmo che alberga in te, impegnato in una metodica e puntuale opera di frantumazione di ogni ideale, dedito ad allontanare ogni possibilità di divertirsi e godersi la musica e tutto quello che gli gira intorno (facendole vorticosamente girare a te!). Pontifica e dispensa massime e considerazioni, con la leggerezza e la sufficienza di chi ritiene di avere a disposizione verità assolute, neanche fosse un Imam o un dannato vescovo cattolico.

A volte, nel mio caso spesso, erano ragazze, ma i maschietti erano veramente i più irritanti, quantomeno perché, non avendo le tette, per nulla legittimati a tediarmi!


A seguire una serie di frasi tipiche pronunciate da questi soggetti, prima, durante o dopo il concerto:

-        Da quando hanno cambiato il batterista (o, in alternativa,  chitarrista, bassista, cantante, tecnico suono, autista, lavanderia) non sono più gli stessi;

-        Non volevo venire al concerto, ma i miei amici hanno insistito (e allora perché non stai con loro?);

-        Questa svolta elettro-pop non mi convince (io invece sono convinto che dovresti toglierti dalle balle);

-        La canzone è bella, ma la fanno meglio i … … (nome di un gruppo che probabilmente ha ascoltato una sola volta nella cantina del cugino di un amico della fidanzata di un compagno di classe a cui sta sul culo);

-        Sono arrivato mezz’ora fa, ma tra poco me ne vado perché domani parto per Londra (e allora vai a fare le valigie e non rompere!);

-        Io li ascoltavo già due anni fa e comunque dopo il primo album fanno pena (e allora cosa ci fai qui?);

-        Io ai concerti non applaudo mai (paura che ti si vedano i calli? Segaiolo!);

-        Il loro batterista va nel pub vicino casa mia (e sticazzi?);

-        Ormai sono troppo commerciali (chiunque, dai Pink Floyd agli AC/DC, passando per il punk e la musica atonale);

-        È la quarta volta che li vedo quest’anno, a Milano, Londra, in Irlanda e a Berlino quand’ero in Erasmus (potevi rimanerci!);

-        No raga, questo è niente in confronto a ieri, cioè ieri sera concerto della vita! (e perché sei qui anche oggi a cagarci il c**o?);

-        Bravi, ma li hai sentiti i … … … ? Sono troppo avanti! (allora vai via da qui e inseguili!);

-        Sono venuto per ascoltare il gruppo spalla. Cioè, spaccano! (io ti spaccherei la faccia!).


In genere poi si presentano con addosso la maglietta di un gruppo diverso da quello che si esibisce, hanno bisogno di un passaggio, ti chiedono le sigarette (ovvero: le mie le ho finite, sai prima di venire qui sono andato a trovare una mia amica tedesca che studia qui), in tasca hanno qualcosa che mostri che loro suonano (qualunque cosa, ve lo assicuro!), a metà di ogni canzone devono dirti qualcosa e alla fine del concerto hanno immancabilmente un sorriso ironico e distaccato alla “io mi sono accorto di qualcosa che tu non sai”.

se ad un concerto uno così mi si fosse avvicinato lo avrei mandato senza mezzi termini "a quel paese"
...lei invece avrebbe ricevuto tutta la mia attenzione e gentilezza!!

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