Lo snob radical chic ai concerti
Quando
ero ancora un giovane di belle
speranze, ogni tanto andavo a qualche concerto,
per ascoltare musica e vedere dal
vivo band e cantanti che mi
piacevano, o che magari in quel periodo andavano per la maggiore.
In
genere mi accompagnavo ad amici ed
amiche con cui mi trovavo bene e passavo belle e divertenti serate.
Però
era sempre in agguato, mimetizzato fra la folla
o, peggio, improvvisamente materializzandosi accanto a me, per qualche motivo,
la specie più odiosa che abbia
calpestato il terreno di stadi, palazzetti dello sport, discoteche o prati dove
si svolgevano concerti e manifestazioni musicali.
Parlo dello snob radical chic!
Un
fiero rompicoglioni, dannatamente
votato a smontare ogni entusiasmo
che alberga in te, impegnato in una metodica e puntuale opera di frantumazione di ogni ideale, dedito ad allontanare ogni
possibilità di divertirsi e godersi la musica
e tutto quello che gli gira intorno (facendole vorticosamente girare a te!). Pontifica
e dispensa massime e considerazioni,
con la leggerezza e la sufficienza di chi ritiene di avere a disposizione verità assolute, neanche fosse un Imam
o un dannato vescovo cattolico.
A
volte, nel mio caso spesso, erano ragazze,
ma i maschietti erano veramente i
più irritanti, quantomeno perché, non avendo le tette, per nulla legittimati a tediarmi!
A seguire una serie di frasi tipiche
pronunciate da questi soggetti, prima, durante o dopo il concerto:
-
Da quando hanno
cambiato il batterista (o, in alternativa, chitarrista, bassista, cantante, tecnico
suono, autista, lavanderia) non sono più gli stessi;
-
Non volevo venire
al concerto, ma i miei amici hanno
insistito (e allora perché non stai con
loro?);
-
Questa svolta elettro-pop non mi convince (io invece sono convinto che dovresti
toglierti dalle balle);
-
La canzone è bella, ma la fanno meglio i …
… (nome di un gruppo che probabilmente ha
ascoltato una sola volta nella cantina del cugino di un amico della fidanzata
di un compagno di classe a cui sta sul culo);
-
Sono arrivato mezz’ora fa, ma tra poco me ne vado
perché domani parto per Londra (e allora vai a fare le valigie e non
rompere!);
-
Io li ascoltavo
già due anni fa e comunque dopo il
primo album fanno pena (e allora cosa ci
fai qui?);
-
Io ai concerti non applaudo mai (paura che ti si vedano i calli? Segaiolo!);
-
Il loro batterista va nel pub vicino casa mia (e sticazzi?);
-
Ormai sono troppo
commerciali (chiunque, dai Pink Floyd agli AC/DC, passando per il punk e la musica atonale);
-
È la quarta volta
che li vedo quest’anno, a Milano,
Londra, in Irlanda e a Berlino
quand’ero in Erasmus (potevi rimanerci!);
-
No raga,
questo è niente in confronto a ieri, cioè ieri sera concerto della vita! (e
perché sei qui anche oggi a cagarci il c**o?);
-
Bravi, ma li
hai sentiti i … … … ? Sono troppo avanti!
(allora vai via da qui e inseguili!);
-
Sono venuto per
ascoltare il gruppo spalla. Cioè, spaccano! (io ti spaccherei la faccia!).
In
genere poi si presentano con addosso la maglietta
di un gruppo diverso da quello che si esibisce, hanno bisogno di un passaggio, ti chiedono le sigarette (ovvero: le mie le ho finite, sai prima di venire qui sono andato a trovare una
mia amica tedesca che studia qui), in tasca
hanno qualcosa che mostri che loro suonano (qualunque cosa, ve lo assicuro!), a
metà di ogni canzone devono dirti
qualcosa e alla fine del concerto
hanno immancabilmente un sorriso ironico
e distaccato alla “io mi sono accorto
di qualcosa che tu non sai”.
se ad un concerto uno così mi si fosse avvicinato lo avrei mandato senza mezzi termini "a quel paese" |
...lei invece avrebbe ricevuto tutta la mia attenzione e gentilezza!! |
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