Titolo: Finché sarà passata la tua ira
Autore: Åsa Larsson
Traduttore: De Marco Katia
Editore: Marsilio – 2010
Un thriller
vero, poiché anche se la vicenda non è difficile da comprendere ed il mistero
non è complicatissimo, la suspense è
data dalle situazioni, dai momenti di alta
tensione, dai collegamenti fatti col passato, in una terra all’estremo
nord, affascinante ma che può risultare tanto inospitale quanto accogliente. Scrittura solida, corposa, che risulta scattante in alcuni punti, più descrittiva in altri, in alcuni passaggi
perfino meditativa ed evocativa (merito
va dato alla traduttrice).
L’idea dello spirito di una delle vittime, che torna e funge da narratore, non è propriamente nuova e
del tutto originale, ma sostiene bene il romanzo,
dove la descrizione di caratteri e
paesaggi, situazioni e vicende non risulta mai pesante o didascalica (a volte
gli autori scandinavi tendono ad esserlo).
Ci sono richiami alla Storia della Lapponia e della Svezia in generale durante il secolo
scorso, in particolare nel periodo della Seconda
Guerra Mondiale. Anche questa non è più una novità, ormai quasi tutti gli
autori di quell’area lo fanno, ma la Larsson
è brava, riuscendo,
tra laghi ghiacciati e neve onnipresente, a celare e svelare le ire presenti e quelle passate.
All’interno della serie inaugurata con “Tempesta Solare” (consigliato!), le
due incaricate delle indagini, una coppia
eterogenea ma che funziona, il procuratore
Rebecka Martinsson e l'ispettrice
Anna-Maria Mella, svolgono il loro lavoro e non ci fanno mancare
aggiornamenti sulla loro sfera privata e sulla loro quotidianità. Ma questo
arricchisce la narrazione e tali
elementi hanno una loro funzione ed un loro ruolo nella vicenda, che cattura il
lettore e lo coinvolge fino alla
fine. Niente colpi di scena a ripetizione, sorprese ad ogni capitolo o
ribaltamenti di trama come se piovesse.
Se ci si avvicina a questo libro e a
questa autrice sulla scia dell’altro Larsson,
ovvero lo Stieg della Millenium Trilogy,
bisogna rivolgere le proprie attenzioni altrove. Qui lo stile e la bravura si
misurano nella giusta dose e nella scrittura
che sa come essere sobria, oppure elegante, veloce o rassicurante quando e quanto occorre, senza trucchi o
effetti speciali che non lasciano spazio all’analisi.
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