Titolo: La Banda dei Tre
Autore: Carlo Callegari
Editore: Time Crime Fanucci - 2013
Per omaggiare un genere, celebrarlo, le strade
percorribili sono essenzialmente due. La prima consiste nel proporre un’opera
che ne contenga gli elementi, le basi e i caratteri rappresentandoli al meglio
ed in modo tanto classico ed elegante da rischiare di ritrovarsi con una
fotocopia di qualcos’altro, magari ottima, ma che non contenga nulla che le
faccia meritare di essere ricordata. La seconda, forse più rischiosa ma a mio
parere maggiormente stimolante, è riuscire ad offrire un prodotto che come
quello nel primo caso abbia tutto ciò che è proprio di un genere, ma mescoli
gli ingredienti in modo originale fino al punto di avere di fronte qualcosa che
stravolga stilemi e situazioni, personaggi e ambientazioni. Non mi riferisco ad
una semplice parodia, ma a qualcosa di più, che segna un punto a favore
dell’artista che la produce.
È questo il caso di Carlo Callegari con “La
Banda dei Tre”, per le edizioni Fanucci-Time Crime.
Uno sberleffo divertito e divertente al genere hard-boiled,
dove situazioni assurde, ambientazioni metropolitane, caratteri surreali ed
elementi noir vengono abilmente shakerati per un romanzo che fa ridere,
intrattiene e non si fa mancare situazioni pulp, in una trama che ha tutte le
basi di una crime novel che si rispetti.
I toni da commedia e gli ingredienti di una detective
story si incontrano e si dosano a vicenda, senza timore di lasciare spazio
gli uni agli altri ed anche a situazioni grottesche, fino ad accenni di
farsesco che servono per spingere il lettore a godersi ogni pagina. Non manca
il sangue, anzi se ne trovano generose dosi, così come le risate.
Fin dai componenti della banda del titolo,
improvvisata e legata a fattori contingenti, questi veramente propri del
genere, crimine e commedia convivono e si fanno strada in quello che in fondo è
un buon noir metropolitano, nel quale l’autore è consapevole di certe
esagerazioni e “situazioni limite” che offrono una prospettiva per così dire
obliqua su un genere letterario che viene esaltato da una scrittura corrosiva
ed ironica, ma anche precisa nei dettagli forti, che cattura il lettore, lo fa
anche ridere, senza scivolare nello scherzo o nel rischio del burlesco.
Un romanzo dissacrante, scritto con padronanza e
competenza, perciò un apprezzabile esempio all’interno del genere noir, che
riesce ad andare oltre l’omaggio, tanto sono curati anche i personaggi
secondari e le ambientazioni.
Claudio Bambola è un agente della narcotici
infiltrato a Padova. Dopo due anni di duro lavoro sta per portare a termine una
retata da prima pagina che finalmente gli permetterà di cambiare vita: il
sequestro di una partita da venti chili di cocaina purissima. Ma nello scambio
della droga si intromette una gang di mafiosi russi, i fratelli Makarovic, e
tutti i piani saltano. Durante la sparatoria Bambola uccide uno dei tre
fratelli, e per sopravvivere si vedrà costretto a chiedere aiuto alle stesse
persone che prima doveva incastrare: Tony Piccolo, un nano spacciatore e
pistolero, e Silvano Magagnin detto il Boa, ex tossicodipendente convertitosi
ai furti in appartamento e in perenne crisi mistico-religiosa, che diventeranno
i suoi nuovi quanto improbabili compagni d'avventura. In un vorticoso
susseguirsi di avvenimenti e colpi di scena, la banda dei tre verrà coinvolta
in inseguimenti e sparatorie al limite del grottesco, sullo sfondo di una
Padova notturna e di confine. (da ibs.it)
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