sabato 30 luglio 2016

Il Mare



Il Mare

“Mosca - Suchumi”
attraverso i  monti di volata.
Già si parlava
di mare.
Già nello scompartimento accanto i tirocinanti
Mettevano da parte
e scacchi
e carte.
Si accalcava nei corridoi chi andava a ritemprarsi,
guardava fuori:
“Presto si vedrà il mare! ”.
Alcuni,
afferrati i compagni per le spalle,
i propri incontri col mare
raccontavano.
Riguardo a me,
in appartamenti e musei
esso in cornice pendeva, sotto vetro.
Nei quadri solo io lo avevo visto
e dai libri soltanto lo conoscevo.

E di nuovo i compagni toccavo con la mano,
e nelle mie domande
ero insistente.
“Dite, sarà presto?…
E ditemi, com’è? ”.
“Pazienta ancora,
tra poco lo vedrai da te…”.
Ecco, uno strappo
e il treno è nell’immenso,
e di colpo non c’è più niente al mondo:
scomparso tutto intorno –
e solo il mare;
tutto acquietato,
e solo il suo rumore…

Improvviso un ricordo:
con me fu pure osì.
Ecco, lo stesso sentimento,
ma più forte,
quando già chiamava amore
e di febbre ardeva,
ma solo dai libri io lo conoscevo.

Rimproverando amore per la trascuratezza,
assediavo gli amici di domande:
“Dite, sarà presto?…
Ma ditemi, com’è?”.
“Pazienta ancora
e proverai da te…”.
E così come adesso
in questi istanti
resi azzurri dal mare,
scomparso tutto –
e solo lei al mondo;
tutto acquietato –
solo le sue parole…

(Evgenij Evtušenko  - trad. Evelina Pascucci)


 

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