giovedì 19 aprile 2018

Dampyr #217 - Yossele il Muto

Molti secoli fa, in una notte buia, il sapiente Rabbi Loew diede vita al protettore del ghetto ebraico di Praga, Yossele il muto. Ma qualcuno tramava nell’ombra: il perfido Nergal con i suoi agenti infernali. Oggi, lo spok del famoso rabbino è stato richiamato in vita da Nikolaus. Nergal è tornato e, per vendicarsi dei suoi nemici, ha risvegliato il leggendario colosso di Rabbi Ravà, il Golem di Babilonia. Si annuncia, tra le magiche nebbie di Praga, uno scontro all’ultimo sangue tra Harlan Draka e il duca Nergal! (da sergiobonelli.it)


Con “Yossele il muto”, albo numero 217 della serie, Dampyr ritorna a Praga, da sempre luogo centrale della vita e delle avventure di Harlan Draka e dei suoi compagni, nonché loro residenza.

Un tipico albo di Mauro Boselli, che ne firma soggetto e sceneggiatura, con ampi flashback, mito e racconto che si incontrano e si mescolano, personaggi che narrano sé stessi e di vicende e storie lontane ma con grande presa sul presente.

In particolare il mito del Golem, peraltro già affrontato in altri albi della serie, risulta qui rappresentato sotto altre angolazioni, con il fascino insito che lo rende molto adatto a raccontare e sviluppare le ultime pieghe prese da uno dei principali filoni narrativi della serie. La lotta con le potenze infernali, tra le cui fila non mancano traditori, cinici orchestratori di complicati piani, vanagloriosi esseri e strani individui che più che ubbidire ai propri capi seguono personali strategie e private visioni dello scontro fra umani, Inferno, Maestri della Notte e Amesha agenti del Bene.
Si sottolinea il valore del comparto grafico, merito di Fabrizio Longo che riesce a rendere molto bene sia la vecchia Praga raccontata e poi rievocata da Nikolaus, che i luoghi Infernali, come anche i volti dei vari personaggi protagonisti della storia.


Tutto questo emoziona e per così dire funziona se il lettore è disponibile, magari interessato (come il sottoscritto) alla narrazione di miti e alla ricostruzione storica mediante il racconto, elemento che può affascinare, ma anche, legittimamente, può annoiare chi cerca maggiore azione e movimento, che si trova disponibile a rinunciare a un po' di pathos in favore di qualche scena in più dove “si menano le mani” e dove il ritmo sia più sincopato. Boselli ha un suo stile, peraltro riconoscibile e apprezzabile anche in altre serie, come Tex, ma rimane il fatto che oltre agli appassionati di Dampyr e dei suoi cardini narrativi ed espositivi, ci sono altri lettori che possono essere raggiunti. Lettori che pur avvertendo il valore di una serie, la sua innegabile qualità e cura che si mostra in ogni albo, sentono la necessità di stili narrativi più moderni, più diretti, accompagnati da un comparto grafico meno classico, con anche temi, tematiche e situazioni maggiormente di impatto e dove l'azione sia maggiormente presente.

In Dampyr albi di questo genere ce ne sono molti, alcuni esempi mirabili di capacità di coniugare classico e moderno, sceneggiature ricche di dettagli e freschezza narrativa e di tratto, immediatezza e riflessione, ritmi carichi e movimentati e passaggi riflessivi ed esplicativi.

Un buon esempio, dove una parte di tutto ciò è presente, pertanto adatto considerata la vicinanza temporale di uscita nelle edicole, è il numero 216 “La Donna dalla bocca squarciata”. A qualcuno ha lasciato perplessità, ma io ritengo che Stefano Piani con il suo soggetto e la cura nella sceneggiatura abbia ottenuto un buon risultato. Un albo sicuramente diverso da quello che lo ha seguito, a partire dall'ambientazione, il Giappone contemporaneo, ma a cui comunque si lega per il richiamo al Mito, al Soprannaturale, alla Tradizione che in questo caso convive con il Moderno, elemento originale di questo numero, che si rivela intrigante e che dona valore alla lettura.

Quattro ragazzini coraggiosi affrontano una spaventosa leggenda… Anni dopo a Kenshin Hasegawa, il Ronin, arriva un messaggio in sogno… La Kuchisake-onna è tornata e ancora ripete alle malcapitate vittime la sua fatidica domanda: “Mi trovi bella?”. Volato in aiuto di Kenshin, Harlan si misurerà con il fantasma sfigurato della donna maledetta. (da sergiobonelli.it)



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