Giunto
in libreria qualche mese fa dalla Sergio Bonelli Editore, “Mani
Nude” mi è stato prestato e non ho potuto evitare di esserne
rapito.
Il
fatto che sia l'adattamento a fumetti di un romanzo di Paola Barbato, che ne cura anche questa variante, potrebbe far temere
di trovarsi di fronte a dialoghi lunghi e verbosi e ad una narrazione
lenta e di difficile fruibilità, magari accompagnata da un comparto
grafico sacrificato al testo ed alla natura letteraria della storia.
In effetti il passaggio da un medium ad un altro, con proprie
caratteristiche e peculiarità, nonché limiti, può risultare
rischioso, ma la Barbato ed i due disegnatori incaricati, Paolo
Armitano e Davide Furnò, riescono a regalarci una grande
prova di tenuta del ritmo, gestione della storia e di tutti i
momenti che la compongono, con uno stile narrativo che ben si adatta
alle immagini, che da parte loro sono veramente splendide, il valore
aggiunto dell'opera.
I
disegni, spigolosi e realistici senza essere didascalici o
meramente illustrativi, con ombre che sembrano tangibili, mostrano
una grande attenzione ai personaggi, ai loro pensieri e dolori, alle
loro anime ferite e corrotte. La scelta stilistica del comparto
grafico, nonchè il formato grande 18,5 x 25 cm, accompagna e dona spessore a quella propria della narrazione,
incentrata su un unico, vero protagonista, Davide/Batiza.
La
storia non stacca mai da lui, come in un drammatico
e doloroso romanzo di formazione,
una variante di Bildungsroman
con sangue e violenza che non vengono lesinati, il lettore viene
invitato, costretto a focalizzarsi sul
percorso di crescita e di corruzione di Davide/Batiza, sulla ricerca
di un improbabile riscatto e sul tentativo di (ri)farsi una vita.
Il racconto non si concede parentesi di narrato riguardanti altro al
di fuori di ciò che avviene a lui: il lettore segue la storia dal
punto di vista del protagonista attraverso le didascalie dei suoi
pensieri, condividendone paura, rabbia e dubbi, inevitabilmente
entrando in una forma di empatia che oscilla fra la pietà, la
compassione, il disgusto e la paura.
Merito
dello sviluppo rigoroso di un soggetto, della resa narrativa e
grafica di una storia che giunge dritta al lettore, che non si
concede filtri o soluzioni di comodo, illusioni o momenti consolatori
di sorta, per quanto effimeri potrebbero essere, che mette in primo
piano
il dramma e la disperazione che sebbene inseriti una fiction sembrano
molto vicini al reale.
Ambientato
nel mondo dei combattimenti clandestini (quelli che, appunto, si
combattono senza guantoni), Mani
nude
è un racconto di formazione teso e disperato, vissuto attraverso gli
occhi da bambino e il corpo quasi adulto di un sedicenne che viene
rapito e costretto a combattere per sopravvivere. Vincitore del
Premio Scerbanenco nel 2008, il romanzo "Mani nude" di
Paola
Barbato
diventa ora un volume a fumetti - ovviamente sceneggiato dalla stessa
Barbato - grazie al segno moderno e graffiante di Paolo
Armitano & Davide Furnò.(da
sergiobonelli.it)
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