Titolo:
Il Turista
Autore:
Massimo Carlotto
Editore:
Rizzoli - 2016
Massimo Carlotto mi è molto caro soprattutto per la serie con protagonista
Marco Buratti, “l'Alligatore”, edita dalle edizioni E/O.
Esponente di
picco del noir italiano, l'autore padovano con “Il
Turista”, si cimenta, probabilmente per la prima volta, con il
thriller e con i suoi stilemi e peculiarità.
Carlotto
cambia casa editrice e con Rizzoli propone un personaggio che ha
dalla sua parte elementi noti, grazie all'elevato numero di serie TV
e film con protagonisti killer seriali e psicopatici vari, oltre a
qualche caratteristica propria che, almeno in partenza, potrebbero
distinguerlo e renderlo un'efficace variante con buone possibilità
di raggiungere il lettore e crearsi un suo proprio spazio.
La scrittura
dell'autore di “Respiro Corto” rende possibile una lettura agile
e soddisfacente, d'altra parte le sue capacità narrative e
descrittive non sono da mettere in dubbio. Purtroppo il Turista,
killer protagonista del libro insieme a Pietro Sambo, poliziotto
caduto in disgrazia (l'ennesimo?), alla fine dei conti risulta
poco efficace e rischia di stancare, complice il passaggio fra le
voci narranti. Poco approfondimento della trama, che risulta un po'
esile e a tratti inverosimile, non si nota la critica sociale
presente in altri libri di Carlotto o comunque è solo accennata, i
personaggi a tratti sembrano poco più che abbozzati ed il lettore
affezionato, non solo al genere, tende a non perdonare certe cose.
Probabilmente
non è del tutto un passo falso, ma il tentativo di ampliare la
propria scrittura ed il repertorio, ma si ha la sensazione che il
romanzo non sia del tutto riuscito, con passaggi narrativi che si
riversano in qualche colpo di scena di troppo, senza che risultino
effettivamente efficaci o quantomeno godibili. Soprattutto a mio
parere in questo romanzo manca quella necessaria tensione, quella
suspense tipica del thriller, che in più occasioni scema, fino al
finale fin troppo aperto che conclude una serie di soluzioni in fatto
di trama poco accattivanti, nonostante le prime pagine facessero ben
sperare.
Il
Turista è un serial killer perfetto, diverso da ogni altro. Tanto
per cominciare, non "firma" i suoi omicidi e non lancia
sfide ai detective, perché farsi catturare è l'ultimo dei suoi
desideri. È un mago del camuffamento, non uccide secondo uno schema
fisso e mai due volte nella stessa città o nello stesso Paese: per
questo lo chiamano il Turista. In più, non prova empatia né rimorso
o paura, esercita un controllo totale sulla propria psicopatia. In
altre parole, è imprendibile, l'incubo delle polizie di tutta
Europa. Anche il più glaciale degli assassini, però, prima o poi
commette un passo falso che lo fa finire in gabbia. Succede a Venezia
- il territorio di caccia ideale per qualunque assassino - e la
gabbia non è un carcere: è una trappola ben più pericolosa, tesa
da qualcuno che in lui ha scorto la più letale delle opportunità.
Anche Pietro Sambo ha fatto un errore, uno solo ma pagato carissimo.
Adesso, ex capo della Omicidi, vive ai margini, con il cuore a pezzi.
Poi arriva l'occasione giusta, quella per riconquistare onore e
dignità. Ma per prendere il Turista dovrà violare di nuovo le
regole, tutte, rischiando molto più della propria reputazione. (da
ibs.it)
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