Titolo:
Un Doppio Sospetto
Autore:
Arnaldur Indriđason
Traduttore:
Cosimini Silvia
Editore:
Guanda – 2011
Erlendur
Sveinsson, protagonista fin qui di tutti i romanzi di Arnaldur
Indriđason
di
cui ho parlato, cede il posto alla collega Elinborg, per una indagine
condotta fra i due estremi dell'Islanda.
Erlendur,
dopo i fatti raccontati in “Un Caso Archiviato”,
si è preso un periodo di vacanza, ma il lettore, già dopo poche
pagine, non rischia di sentirne la mancanza, non più di tanto
almeno, poiché la più giovane collega, madre di quattro figli, di
cui uno adottato appena allontanatosi dalla famiglia, ne guadagna la
simpatia e l'attenzione.
Il
caso è quanto mai complesso e drammatico, per nulla facile da
approcciare, con al centro uno dei crimini forse più infami e quanto
mai attuali. La violenza
sulle donne, con
tutto ciò che la accompagna, in Islanda così come in ogni altro
paese, ovvero l'umiliazione, il senso di impotenza, le ferite anche
psicologiche che durano più di quelle fisiche, la vergogna, il
giudizio degli altri che schiaccia e isola, la paura a denunciare
quanto è successo, il terrore di sentirsi sospettata di ‘essersela
cercata’, e altro ancora è argomento quanto mai attuale e dolente.
Difficile da
affrontare, per cui l'autore ha avuto il merito di presentare un caso
di questo tipo, al di là di stereotipi e facili e offensivi
moralismi.
L'indagine
è condotta con grande intelligenza investigativa e profonda umanità,
con l'ulteriore brillante elemento di essere condotta da una donna,
che anche grazie al proprio ruolo di madre, moglie, appassionata di
cucina e conoscitrice di spezie e piatti esotici, unita ad una
professionalità e ottime capacità da detective, si presenta al
meglio al lettore nella sua prima apparizione di assoluta
protagonista.
Ormai
penso di conoscere bene “il passo” dei romanzi di Indriđason,
fatto di una peculiare lentezza che invita alla riflessione ed al
rispetto, al conoscere fatti e persone con un ritmo
che permette al lettore stesso di esplorare e approfondire i vari
personaggi, nella loro vita quotidiana, nel loro lavoro, nei loro
affetti e sentimenti.
Anche
in “Un Doppio
Sospetto” tutto
questo è presente, con il lettore che una volta giunto alla fine del
romanzo ed allo svelamento dei misteri e dei dubbi, rimane con una
domanda sulla sorte di Erlendur, introvabile da parte di colleghi e
familiari, ma la cui auto giace abbandonata da giorni sul ciglio di
una strada.
In
un elegante appartamento di Reykjavík viene ritrovato il cadavere di un
giovane, seminudo in una pozza di sangue. Sotto il letto è nascosta una
pashmina viola, con un forte odore di spezie. Ma il ritrovamento tra le
sue cose di un flacone di rohypnol, la droga dello stupro, confonde le
carte. Il ragazzo è vittima o carnefice? In assenza di Erlendur, che si è
rifugiato nei fiordi dell'est, nei luoghi della sua infanzia, per
cercare di venire finalmente a patti con l'enorme dolore della scomparsa
del fratellino, avvenuta quando erano bambini, le indagini sono svolte
da Elínborg, una collega. E ci vorrà tutta la sua sensibilità di donna
per risolvere un delitto che la porterà a scoprire una serie di violenze
mai denunciate e di terribili silenzi. (da guanda.it)
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